di Ermanno Inguscio
Nella capitale baltica lituana, a Vilnius, nei primi cinque giorni di ottobre 2015, si è concluso un gemellaggio internazionale, iniziato nel maggio precedente, ad opera del Lions Club International, tra il Distretto pugliese 108 AB e il Vilniaus Lions moteru klubas, Lithuania. Una delegazione di 22 Soci Lions salentini, molti dei quali di Copertino, coordinati dal Governatore Alessandro Mastrorilli, ha restituito la visita al Club di Vilnius, presieduto da Ana Trescina. Hanno presenziato alla cerimonia ufficiale di gemellaggio anche S.E. Stefano Taliani de Marcio, ambasciatore italiano in Lituania e Linas Slusnys, governatore del Distretto 131.
Dopo un volo di 3800 km, a 54° di latitudine nord, un’ora in meno di fuso orario, Vilnius, Bene Unesco dal 1994, nota anche come Gerusalemme del Nord, ha accolto un gruppo di italiani, quasi tutti salentini, tra Chiese e Palazzi monumentali di storico pregio. Una capitale dal respiro europeo a giudicare dai gemellaggi civici tra Vilnius e Varsavia, Reykjavik, Palermo, Lodz, Danzica, Tirana, e Donetsk.
A margine della cerimonia avvenuta in un albergo cittadino, l’ambasciatore italiano sottolinea l’amicizia tra i due popoli, l’Italia e la Lituania, rimarcata di recente, tra l’altro, dalla presenza dell’Aeronautica Militare Italiana in esercitazione congiunta con gli Eurofighter, del Made in Italy tanto apprezzato, della dieta mediterranea e dei suoi vini, dell’amore per l’arte e la cultura. Nel commiato di saluto egli ricorda di avere conosciuto la città di Maglie, città di Aldo Moro, raggiunta nientemeno in littorina della Sud-Est. Al governatore Lions lituano, Slusnys, piace sottolineare con quanto fervore, quasi da stadio, gli Italiani cantano l’inno nazionale “Fratelli d’Italia”. E con scottante rimpianto brucia ancora la recente sconfitta della nazionale lituana di basket (il vero sport nazionale di cui tanto in Lituania si va orgogliosi), contro quella italiana, giunta a sbancare in un ambito sacro alla loro tradizione sportiva e, aiutati come sono dal fattore genetico dell’altezza media tra i giovani. Una Socia del Vilniaus Klubas, al mio saluto, in maniera quasi fulminea, controlla il dizionario e riesce a rispondermi in italiano. Un’altra Socia, accompagnata dal marito, lui salentino, affermano di occuparsi di tradizioni popolari e parlano di musica della “pizzica”. Il più famoso Disco Pub della città, denominato “Salento”, è stato fondato da due giovani salentini, presenti in terra lituana da ben dodici anni. Un centro ricreativo e culturale, frequentatissimo, arcinoto tra i giovani frequentatori.
A Vilnius, dunque, l’Italia è proprio di casa, per il suo appeal esercitato nel mondo in ambito storico e culturale, per il fascino del made in Italy (non escluso il noto marchio automobilistico della Ferrari, primo nel mondo), per la vocazione all’accoglienza, per il sole e il mare, per l’eccellenza di scienziati in ogni campo del sapere e dell’economia. In questa città, Vilnius, arcinota per le creazioni e la produzione di ambra, che brulica nella Via Pilies di negozi e bancarelle di venditori, sostano solo auto di grossa cilindrata (Bmw, Mercedes, Audi, ecc.): una Rolls Royce russa, targata Moscow, è visibilmente guardata a vista dall’autista. Mosca del resto è soltanto a 380 km. Ma la capitale più vicina è però Minsk (Bielorussia). Anche in queste terre si accenna nelle conversazioni all’accoglienza, ma non si vedono in giro ragazzi di colore neanche a cercarli col lanternino. Niente scene di accattonaggio davanti ai supermercati, come in ogni Paese d’Europa. I lituani sono troppo fieri della loro indipendenza, ottenuta soltanto nel 1990, usciti da un ottantennio di occupazione sovietica. E le quote di ricollocamento dei migranti, allora? Ora il loro Paese è nel consesso degli Stati dell’Unione Europea. Sono anche molto religiosi e lo testimoniano i tanti templi cattolici, dal carattere barocco e neoclassico, a cominciare dalla Cattedrale di Vilnius. Davanti alla caratteristica Torre della piazza ogni giovane coppia si sottopone al rito portafortuna di un volteggio su una mattonella con la testa al cielo: lì dove si annusa la frizzante aria del Baltico e quella del profumo, di recente adozione, della moneta del dio euro.