di Armando Polito
Finché nella tanto sbandierata riforma della Costituzione non verrà affiancato ai vari tipi di referendum (tra i quali, quello abrogativo, più volte ignobilmente e truffaldinamente disatteso) quello propositivo, non usciremo mai dalla famigerata palude dalla quale il governo di turno puntualmente promette a parole di liberarci, ma le cui sabbie mobili alimenta quotidianamente con alcuni suoi provvedimenti che puntualmente soffocano le residue speranze nutrite dai pochi onesti rimasti. Se è da ingenui illudersi che la casta emani leggi che rappresenterebbero il classico colpo della zappa sui piedi, comincia a diventare altrettanto illusorio credere che una opposizione, per quanto agguerrita e non sfiorata da avvisi di garanzia e simili, possa riuscire a far passare leggi che eliminino privilegi assurdi (in un regime democratico lo sarebbero anche se essi fossero riservati a persone degnissime …) che gridano vendetta agli occhi di chi non può nemmeno salvaguardare il bene primario, cioè la salute, più importante della vita dignitosa, il cui contenuto può essere oggetto di interpretazioni soggettive.
Corruzione, intrallazzi, prevaricazioni, morale cangiante a seconda dei soggetti hanno da sempre accompagnato la storia dell’umanità e, dunque, anche la vita politica e, in generale, il potere, laico e religioso. Oggi corruzione, intrallazzi, prevaricazione e morale cangiante sono le colonne portanti del potere, ribadisco laico e religioso, diventato a tutti i livelli, la forma peggiore di cancro che potesse colpire la società, con una proliferazione spaventosa di metastasi ormai incontrollabili, anche se gli organi inquirenti e la Magistratura fossero di colpo posti in condizione di esercitare le loro funzioni.
Poco meno di cinque secoli fa ne Il Principe il Machiavelli teorizzava con cinico realismo che il detentore del potere potesse, anzi dovesse, essere spietato ed anche autore, se fosse stato necessario, di atti moralmente riprovevoli, purché essi avessero come fine il bene collettivo.
Nulla è cambiato, se non il bene collettivo, sostituito ignobilmente dall’interesse privato e/o dei propri clienti.
Sottopongo oggi all’attenzione del lettore alcuni passi di un documento manoscritto inedito, che può essere considerato un bilancio consuntivo del Regno di Napoli per l’anno 1571, redatto, com’è dichiarato nella parte iniziale, su ordine del re dalla Regia Camera della Sommaria in Napoli il 25 di un mese non riportato dell’anno appena ricordato.
[Neapoli, In Regia Camera Summariae die XXII mensis 1571 (Napoli, nella regia Camera della Sommaria nel giorno 22 del mese 1571)].
Molto probabilmente chi scriveva si riprometteva di aggiungere in seguito il nome del mese. Questo fa supporre che la scrittura sia posteriore di qualche decennio al 1571, che anzi sia posteriore, e di molto, quella che si può definire tranquillamente una compilazione fatta, peraltro, da mani diverse. Tutto ciò nulla toglie al valore del documento, la cui messe di dati è veramente tanto meticolosamente completa da risultare, credo, preziosa per lo storico che voglia focalizzare la sua attenzione su quella data.
La compilazione reca il titolo Levamento e bilanzo particolare delle intrate ordinarie et extraordinarie del regio patrimonio del Regno de Napoli. Custodito nella Biblioteca Nazionale di Spagna col n. 10292, è integralmente consultabile (in due volumi, rispettivamente ff. 1r-153r e ff. 154r-249r) al link http://bdh-rd.bne.es/viewer.vm?id=0000042579&page=1.
Non potendo, almeno per ora …, trascriverlo integralmente, mi limito a riportare, come ho anticipato, alcuni brani, precisando ora che sono quelli riguardanti la Terra D’Otranto. La trascrizione è volutamente fedele all’originale, il che spiega, solo per fare un esempio, un Citta per città o un otranto per Otranto. Questa prima parte riguarda le spese relative ai castelli.
1° volume, f. 72r
1° volume, f. 72v
1° volume, f. 73r
1° volume, f. 73v
1° volume, f. 74r
1° volume, f. 74v
Dopo aver ricordato che non molto tempo fa ho riportato le parti relative a castelli e torri di una relazione inedita del 1611 (https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/05/11/i-castelli-di-terra-dotranto-tra-il-1584-e-il-1610-in-una-relazione-manoscritta-del-1611-taranto-16/), utile per un esame diacronico, mi congedo dando appuntamento alla prossima puntata, che riguarderà le dogane.
(CONTINUA)
Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/09/08/spese-amministrative-daltri-tempi-xvi-secolo-in-terra-dotranto-privilegi-della-casta-inclusi-25/