di Armando Polito
Oggi è più facile che un incendio divampi a causa delle erbe secche di un campo incolto che per la stoppia non arata tempestivamente dopo la mietitura e che si era tentato improvvidamente di bruciare in modo controllato, nonostante tale pratica sia vietata dalla legge. A parte tutto, ogni tanto la cronaca ci informa di incidenti stradali avvenuti proprio a causa della diminuita visibilità per il fumo levantesi da stoppie incendiate.
L’italiano stoppia non pone etimologicamente alcun problema, essendo esemplarmente chiare le tappe della sua genesi, che qui ripercorrerò a ritroso sintetizzandole nell’albero che segue. commentando in calce i relativi passaggi ed altri dettagli secondari.
STOPPIA, dunque, deriva, con regolare evoluzione -pl->-ppi- [come in doppia che è dal latino dupla(m)] da stupla(m), accusativo di stupla, voce del latino medioevale così trattata nel glossario del Du Cange.
Il vecchio calendario rurale è il Menologium rusticum Colotianum (Calendario rurale di Colocci, l’umanista del XV-XVI secolo che lo scoprì) costituito da un parallelepipedo di marmo con iscrizioni (CIL VI, 2305) sulle quattro facce, rinvenuto a Roma e custodito nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Qui debbo aprire una parentesi per stigmatizzare, ancora una volta, una delle tante idiozie burocratiche in vigore. Chi fosse interessato a vedere il reperto nel suo complesso e i dettagli di ogni faccia con le relative iscrizioni può farlo all’indirizzo http://www.edr-edr.it/edr_programmi/res_complex_comune.php?do=book&id_nr=EDR143318 cliccando sulle relative miniature. Noterà in ogni immagine l’oscena dicitura Conc. Min. BB. AA. CC., divieto di riproduzione. Non mi chiedo neppure quanto eventualmente abbia dovuto sborsare l’interessato per poter fotografare il reperto, cosa già indecorosa, trattandosi di un bene pubblico e non di un’immagine rubata a Belen …
Sono, tuttavia, uno che rispetta le leggi (a meno che la violazione non sia indispensabile per salvare una vita), nella fattispecie anche quando, nell’era di internet, appaiono contraddittorie e demenziali, oltre che sospette, nel loro mancato aggiornamento. Vivo, da semplice cittadino innamorato dell’antico, nella speranza che qualche intellettuale di peso (non mi riferisco alla stazza fisica, perché il grasso fa male pure al cervello …) faccia sentire una buona volta la sua voce e costringa il legislatore a prendere atto di questo scandalo e a porvi rimedio.
Nel frattempo, per aggirare l’ostacolo, sono costretto ad utilizzare l’immagine tratta da http://vesture.eu/images/1/19/Kalenda.png.
Purtroppo non è visibile proprio la faccia in cui è incisa l’iscrizione che ci interessa ma anche qui per ovviare all’inconveniente riproduco un’immagine che ho tratto da http://espacoastrologico.org/os-calendarios-romanos-como-expressao-de-etnicidade/.
Di seguito la trascrizione del testo e la sua traduzione.
Mensis / August(us) / dies XXXI / Non(ae) quint(anae) / dies hor(arum) XIII / nox hor(arum) XI / Sol Leone / Tutel(a) Cerer(is) / palus parat(ur) / messes / frumentar(iae) / item / triticar(iae) / stupulae / incendunt(ur) / sacrum Spei / Saluti D<i=E>anae / Volcanalia
Mese di agosto. Giorni 31. None cadenti il giorno 5. Giorno di 13 ore. Notte di 11 ore. Sole sotto il (segno del) Leone. Protezione di Cerere. Il palo (di sostegno delle viti) viene preparato. Messi frumentarie e triticarie (vengono raccolte). Le stoppie vengono bruciate. Sacro alla Speranza, alla Salute, a Diana. Feste in onore di Vulcano.
STUPLA deriva per sincope da STÙPULA appena incontrata nel nostro calendario e così trattata nel glossario citato.
Accolgo l’invito ma dico subito che per quanto riguarda il primo rinvio è da leggersi non stuba (padre del nostro stufa) ma stupa.
Stùpula appare come un diminutivo di stupa(che, tuttavia, non è attestato nel latino classico) secondo una collaudata tecnica di formazione che ha dato vita, per esempio, a puèllula=fanciullina da puella=fanciulla. Varianti di stùpula sono stòpula e stùbula, così trattate dal glossario già noto.
STÌPULA è la variante classica di stùpula che, come abbiamo, visto è forma epigrafica. Alla fine di questo lungo percorso vale la pena ricordare che la stìpula, cioè la conclusione formale di un contratto, deriverebbe dal citato stìpula(m)se dobbiamo dar retta ad Isidoro di Siviglia (VI-VII secolo) che in Etymologiae, V, 24, 30 così ricorda: Stipulatio est promissio, vel sponsio, unde et promissores stipulatores vocantur. Dicta autem stipulatio ab stipula. Veteres enim, quando sibi aliquid promittebant, stipulam tenentes frangebant, quam iterum iungentes sponsiones suas agnoscebant, sive quod stipulam iuxta Paulum iuridicum firmum sacramentum appellaverunt (La stipulazione è una promessa o impegno per cui gli stipulatori sono chiamati promittenti. Stipulazione, poi, è detta da stipula. Gli antichi, infatti, quando si promettevano qualcosa, tenendo una pagliuzza la spezzavano e congiungendola di nuovo riconoscevano le loro promesse, o anche perché chiamarono stipula secondo il giurista Paolo un saldo sacramento).
Con quanto detto fino ad ora ho esaurito i riferimenti a stoppia e cirieddhu/cervello del titolo (a proposito, vi siete accorti che è un endecasillabo perfetto?), anche se a proposito di quest’ultimo debbo augurarmi che il sole d’agosto non abbia a danneggiare ulteriormente (il rischio, purtroppo, mi appare francamente quasi inesistente) il contenuto, per quanto modesto, della calotta cranica di chi si ostina (e non è uno solo) a ripetere che la situazione sta migliorando, la pressione fiscale si ridurrà, anzi, giacché ci siamo, che fra due anni al massimo saremo la più grande potenza (e non solo economica) del globo. A pensarci bene, però, non tutto il male vien per nuocere perché questa volta almeno gli orgasmi trionfalistici sarebbero sinceri e per la buona fede bisognerebbe ringraziare il dio Sole …
Per ristòccia vi do appuntamento fra qualche giorno.
Per la seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/08/12/acostu-lu-cirieddhu-e-la-ristoccia-agosto-il-cervello-e-la-stoppia-22/