di Paolo Rausa
Non accade spesso che in nome della difesa e della valorizzazione del territorio e dei monumenti che vi insistono si formino delle alleanze, ma quando accade si realizza finalmente quella visione olistica dove la cultura sedimentata nel tempo, i segni vistosi monumentali, le tracce che le passate civiltà hanno lasciato, vengono riconosciuti come beni da preservare.
E’ il caso del Dolmen Chianca (il nome del lastricato solare) in località Policarita (dal suggestivo lemma greco) a Maglie, nel Salento centrale fra Otranto e Gallipoli, due ridenti località turistiche ma anche due porti importanti messapici. Per la verità non mancano nel territorio di terra d’Otranto altre testimonianze che datano al periodo preistorico, come dolmen, menhir o incisioni e pitture rupestri databili al periodo neolitico. In particolare sono da citare il monumento detto ‘Centopietre’ a Patù nei pressi di S. Maria di Leuca, un edificio di culto o un monumento sepolcrale, il cosiddetto masso della vecchia a Giuggianello, una serie di chianche, massi sovrapposti, dalle dimensioni ciclopiche, gli allineamenti dei menhir a Minervino di Lecce e a Giurdignano, le grotte di Porto Badisco con le pitture parietali che raffigurano scene di caccia e scene religiose con lo sciamano che sovrintende a una cerimonia nuziale, dove secondo la leggenda, contesa da Castro, approdò Enea, le veneri steatopigie di Parabita, i resti fossili e umani nelle grotte di Leuca, ecc.
Tutti elementi che definiscono la frequentazione neolitica del Salento, un territorio che trova esemplificazione nel paesaggio pittoresco definito dalle distese degli ulivi, che per la verità ora non se la passano così bene.
E’ merito della Associazione Nuova Messapia, che promuove la conoscenza del territorio, se nel corso delle campagne di ripulitura dai rifiuti abbandonati, alle quali partecipano le scuole, ha coinvolto gli studenti del Liceo Capece di Maglie nel rinvenimento di questo monumento che necessità di recupero. Si è provveduto ad isolarlo dalle erbacce e a far intervenire la Soprintendenza, ma è il lavoro di catalogazione e di studio che ora spetta alle classi. Insieme all’Associazione il dolmen Chianca verrà adottato, verrà proposto un recupero rispettoso e l’apposizione del vincolo monumentale e paesaggistico su di una zona che ha lasciato questa traccia perché sia riconosciuta e preservata.