di Pino de Luca
Ed eccolo un altro mercoledi. Questa volta è il 13 maggio e sotto la cupola che copre questa parte di mondo nulla di nuovo. Mancano 18 giorni alle elezioni regionali e una miriade di vermini si muove sul cacio della politica. Caterve di personaggi da operetta, degni delle magie di Houdini, si avvicendano su schermi, salotti e pagine di giornali. A chi urla più forte, a chi stimola di più un elettorato ignorante ed incazzato pronto a farsi fregare un’altra volta da chi la spar…a più grossa. La frase magica di questa campagna elettorale (come delle altre) sarà: “se vinco io il debito pubblico non lo pagherete mai!!!” e riceerà i voti e per mille giorni prenderà il possesso della cosa pubblica e alla fine se ne andrà e lascerà il debito più grande di quello che aveva trovato. Specialmente se continuerà ad affifarsi agli “economisti” che hanno messo il mondo in mutande. I debiti si pagano, prima o poi si pagano. Io lo posso dire tanto non sono candidato e voi lo dovete sapere. E votate chi lo sa e affronta i problemi sottovoce, sommessamente, con umiltà e con determinazione raccontando la verità. Chi urla e insulta ha solo quel vocabolario, forse divertente, sicuramente inutile.
Oggi me ne andrò in una pasticceria, a farmi raccontare storie dolci di dolci e proverò a raccontarle dolcemente. Nel mondo brutale e violento, fatto di tweet e di spot preferisco dilungarmi lentamente e con dolcezza. E’ più bello, più utile e, alla lunga, funziona meglio.
Spesso sento donne e uomini in alto scanno nominare il termine “paura”. Mia nonna mi diceva sempre “male non fare, paura non avere” e dunque io non ne ho alcuna di paura. Quelli che impugnano fucili e digrignano i denti mi fanno solo pena, e chi li spinge mi fa solo schifo.
Alla strada ragazzi, che mercoledi sia foriero di buone cose per tutti, soprattutto per chi ha paura.