di Paolo Rausa
Ai Paduli, una immensa foresta planiziale nel cuore del Salento, la festa della Liberazione!
Ne ho viste di feste della Liberazione, a Milano per lo più, sotto scrosci interminabili di pioggia, il cuore della Resistenza, quel 25 aprile del 1945 quando finalmente le brigate partigiane scese dai monti liberarono con Milano l’Italia del Nord.
Ma un 25 aprile fra gli ulivi, sotto il tepore di una primavera baciata dal sole, non mi era ancora mai capitato. In un momento difficile per il Salento e per il suo albero rappresentativo, l’ulivo, minacciato dal batterio Xylella e dalla insipienza degli uomini che pensano di risolvere tutto ‘eradicando’ i patriarchi verdi ‘infetti’. Ecco allora che la festa organizzata dai giovani che gestiscono con questo progetto pilota denominato ‘Abitare i Paduli’ il cuore verde del Salento assume il significato di Resistenza, intesa come salvaguardia del patrimonio arboreo e di valorizzazione produttiva agricola e dei beni artistici e monumentali del territorio.
All’appello rispondono in moltissimi, e io fra questi, attratti dalla novità, dal programma che vede coinvolti numerosi cantautori salentini che si esibiscono gratuitamente e soprattutto per ribadire che l’idea di progresso si coniuga con quella di conservazione della memoria di questi luoghi e di questa cultura contadina che ha lasciato il segno nella bellezza e nell’armonia del paesaggio naturale.
Giorgio Ruggeri, uno dei fondatori del gruppo, una trentina di giovani, che gestiscono il progetto, mi introduce ai contenuti e alla articolazione del senso della loro iniziativa: ‘Abitare i Paduli vuol dire appropriarsi del territorio, viverlo, trasformarlo se necessario ma sempre qualitativamente, organizzare un turismo sostenibile fatto di camminate lungo i percorsi rurali, gite in bicicletta, nidificare i Paduli nel senso di utilizzare nidi-abitazioni biocompatibili e favorire il ritorno di una cultura della terra da molto tempo bistrattata e dimenticata’.
I comuni del circondario, San Cassiano, Nociglia, Supersano, Botrugno, ecc., scommettono su questa riconversione e opportunità del territorio come luogo e sedimentazione di memoria da preservare, ricordare e mettere a frutto, nel senso di adoperare le buone pratiche agricole che hanno consentito di mantenere vivi e vegeti questi patriarchi verdi, gli ulivi, che ora rischiano grosso.
Riconosco molti artisti e cantautori che il lunedì di Pasquetta si sono dati convegno sempre in zona agricola, a Corigliano d’Otranto, dall’Associazione Culturale ‘Mbroja’: P40 il menestrello di ‘ho fatto marketing con la k’, i Grifiu, Massimo Donno, Cristiana Verardo, Albina Seviroli che destreggia la chitarra come se fosse un tappeto volante su cui viaggiare in mondi sconosciuti, e tanti altri. Ma è il coro dei Paduli, condotti da Enza Pagliara, ad aprile il pomeriggio con una canzone di consapevolezza sulla attività agricola eco-compatibile che smaschera i pericoli da batterio che correrebbero gli ulivi. E con un discorso sul valore della Resistenza e con la canzone ‘Bella ciao’ danno il via alla festa, mentre nonni e bambini si divertono a confezionare sogni e ad affidarli agli aquiloni.
Info: 377 5341053, Escursioni: 345 2347258, http://www.abitareipaduli.com/contatti.html.