di Pino de Luca
Sono trascorsi settanta anni tondi tondi da quel giorno nel quale una parte di Italiani decise di riprendere in mano i destini di un paese martoriato dalla guerra e dalla vergogna di un regime orrendo.
Erano anni terribili, di grandi passioni, di armi in pugno e di grande rischio. Ma i demoni della divisione e della furia furono tenuti fermi dalla saggezza e dall’amore per la Patria. Se solo una piccola parte di quei valori fossero p…resenti in coloro che oggi son chiamati a traghettare l’Italia fuori dalla palude della corruzione, del malaffare e della approssimazione saremmo il più grande paese del mondo, almeno dal punto di vista ivile. Ci restano un libro e una canzone: La Costituzione Repubblicana che da decenni cercano di massacrare e Bella Ciao che hanno provato a cancellare.
Ma sono cose scritte con il sangue e il sangue è difficile da nettare, il sangue versato sui monti dell’appennino tosco-emiliano, in val d’Ossola, nei campi di concentramento e nelle mille prigioni che un regime schifoso ha insozzato d’infamia.
Non si possono cancellare perché raccontano della libertà di un popolo. Solo che la libertà è un grande premio e anche una grande responsabilità e, spesso, questo popolo dimentica la seconda …
Al Comandante Bulow – che ci insegnò a combattere con coraggio, fierezza ed orgoglio. Per chi c’è, per chi non c’è ed anche per chi è contro.
Buona festa della Liberazione a tutti, perché la libertà è quella cosa per la quale tutti possono festeggiare ma possono anche non festeggiare. Per parte mia di feste ne ho due: quella di tutti e quella di San Marco. Mi attrezzo per entrambe.
Omaggio a Papà nato nel 1909 a Martano
Papà Mesciu Ucciu Leccese sin da giovanissimo si dedicò alla lavorazione della pietra Leccese, lavorava nella ristrutturazione di molti edifici di pregio, era cantastorie e portava con gli amici le serenate alle fidanzate, fu chiamato alla armi nel 1939 per la seconda guerra Mondiale gli assegnarono il compito di sicurezza e protezione del Generale per le operazioni di guerra. Fu fatto prigioniero dalle truppe Inglesi e avviato nei campi di prigionia ad Adis Abeba sotto il Monte Kenia. Nel 1946 finita la guerra ritornò a Novoli nel 1947 nacqui io, mi raccontava che era stato fortunato molti Salentini e Pugliesi non ce la fecero a rivedere le loro Famiglie.
i migliori saluti.
Ersilio Teifreto http://www.torinovoli.it
Piacerebbe far sapere quanto è stato importante il sud Italia nel contesto della II guerra, di come Brindisi abbia svolto il ruolo di capitale e dei sacrifici subiti da tutti,(Taranto bombardata etc., ) . Cose che vengono parzialmente omesse dai programmi di Storia insegnata nelle scuole