di Pino de Luca
Le Vacanze Pasquali sono finite, a me tocca una coda che impiego per cercare le mie piccole storie da raccontare sul nostro piccolo giornale. Oggi spero di incrociare una storia interessante … poi ricomincia la scuola, da domani. Una lunga giornata da mane a sera,
Come è regola prima delle vacanze si fa una prova scritta, non foss’altro che per avere qualcosa da correggere durante i giorni dedicati alle mille e una faccende che, dovendo andare a sc…uola, si trascurano.
E arrivano le mail dei fanciulli in parossistica ansia da prestazione. La domanda è sempre la medesima: quanto ho preso? Non riescono a misurarsi in conoscenza ma solo votometro. Invece di chiedere e chiedersi quanto ho appreso passano il tempo a chiedersi quanto ho preso, ed è ininfluente se si è ottenuto misurando lo sforzo o dando il massimo o, semplicemente, con la tipica furberia italiana. Persuasi, dalla cultura dominante, che quello che conta è il voto non il sapere.
E quella Scuola Pubblica che, nei nostri sogni di ragazzini martoriati dall’acne e dalle tempeste ormonali, doveva darci “uguali opportunità” è ridotta a luogo di pascolo per riformatori di professione, sempre impegnati a riformare e mai a far funzionare.
Ed ora mi ritrovo, a 57 anni, a fare il docente che mette i voti e trascorre il suo tempo a leggere prove scritte in un italiano accennato e a consegnare risultati che lasciano senza speranza giovani spesso mal consigliati e arruolati in una classe e in una scuola dalla quale, prima o poi si tireranno fuori con un pezzo di carta su cui è stampato l’agognato sessanta e con il quale andranno ad ingrossare la schiera di coloro che protestano “contro gli immigrati che ci tolgono il lavoro”. E magari hanno di fronte persone che parlano quattro lingue e hanno una laurea in ingegneria in tasca ,,,
Ma adesso si parte, è tempo di inforcare la fida auto e di scovare una bella storia da consegnare ad un pubblico che, assai spesso, ha la medesima carriera scolastica sopra descritta. Queste piccole storie e l’agire del docente non è altro che quello del disseminatore di scintille. Durano un momento, ma la speranza che almeno una inneschi un incendio che si alimenti con la curiosità, la conoscenza e la voglia di sapere, non morirà mai.
Buon giorno a tutti, soprattutto a chi sa che domani sarà una giornata più bella di oggi. Sempre.
Professore, mi viene di risponderle perché tra le righe del suo articolo, leggo tanta amarezza, tanta arrendevolezza e qualche luogo comune. Una riflessione sicuramente è da condividere:… e quella Scuola Pubblica che con la falsa coscienza di offrire pari opportunità è di fatto un luogo che si cerca confusamente di riformare senza riuscire a far funzionare…