Dal Salento con amore: buona primavera 2015!

di Armando Polito

Delle quattro stagioni la primavera è certamente quella che fin dai tempi più remoti e sotto tutte le latitudini ha avuto il ruolo di protagonista indiscussa, anche rispetto all’altra stagione intermedia, l’autunno; e ciò è avvenuto pure nell’arte (poesia, pittura, scultura e musica), nonostante la stagione della caduta delle foglie con la sua evocazione del riposo, sia pur provvisoriamente ciclico,  sembri candidata con pari possibilità di successo rispetto alla stagione del risveglio, anch’esso ciclico, a simboleggiare uno dei due componenti del binomio sentimentale Amore e Morte, del quale, così dicono ma io non ci credo ciecamente …, solo noi umani conosceremmo il risultato.

Corredare questo post con immagini note potrebbe sembrare banale e scontato, nonostante non esista cosa nota, mi si conceda il gioco di parola, che non possa essere corredata di una nuova nota. Oltretutto sarebbe impossibile non fare torto a qualcuno e, anche se la scelta non comportasse, come qualsiasi selezione, questo rischio, l’operazione richiederebbe tempi biblici.

Mi limito perciò a presentare alcune stampe antiche sul tema, tutte custodite nella Biblioteca Nazionale di Francia, dal cui sito le ho tratte. Il lettore che lo desidera, cliccando sul link relativo, potrà godersele in ogni dettaglio grazie all’alta definizione con cui sono state digitalizzate. Per ognuna di loro, quando mi è parso opportuno, mi sono soffermato su qualche dettaglio significativo.

Venere che regna sui mesi della primavera (1589); disegno ed incisione di Hendrik Goltzius (1558-1617). http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84186620/f1.zoom.r=preintemps.langEN

 

 

Venere la “fiorita” che regna sulla primavera; ideazione di Maarten De Vos (1532-1603), disegno ed incisione di Crispin De Passe (1564-1637).

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8418663d.r=preintemps.langEN

Dapprima due distici elegiaci in cui spicca la figura etimologica (oculos/oculis; Venus/Venerem; blando/blanda; colitur/coli): Cum viridi rident vernantes gramine campi,/et pictis pascunt horti oculos oculis; alma Venus colitur, Venerem genus omnium animantum/sentit: amat blando tempore blanda coli. Traduzione: Quando i campi in primavera sono ridenti della verde erba e i giardini con le dipinte gemme nutrono gli occhi, viene onorata l’alma Venere; ogni razza di esseri animati sente Venere: (lei) seducente ama essere onorata dalla seducente stagione.

Segue la dedica Ornatissimo solertissimoque Georgio Hueffnagello Belgae amicitiae et observantiae ergò Crispianus Passoeus sculptor dedic(at) consecratque (Al distinto e intelligentissimo Georg Hoefnagel belga, in segno di amicizia e rispetto perciò l’incisore Crispino De Passe dedica e consacra). Vale la pena ricordare che Georg Hoefnagel (1542-1600) fu un famosissimo pittore, cartografo ed illustratore fiammingo; questa incisione, dunque, rappresenta l’omaggio ad un collega.

In basso ai due estremi: Martin De Vos inventor (Martin De Vos ideatore) e Cr(spin) De Pass fecit et excudit (Crispino De pas disegnò ed incise).

La primavera; disegno di Antoine Watteau (1684-1721), incisione di Louis-Compagnon Desplaces (1682-1739).

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8531152h.r=preintemps.langEN

Dopo la rappresentazione, per così dire, mitologico-floreale della primavera, si passa a quella umana, che definire floreal-amorosa.

La primavera; incisione di Hendrik Hondius il giovane (1597-1651), da un dipinto di David Vinckboons (1576-1633).

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8435382b/f1.zoom.r=preintemps.langEN

Anche qui due distici elegiaci: Bruma vale, nivibus gelidisque fragoribus undae/indurata diu, succedit verna iuventus; floribus arrident horti; dant gemma campi,/succrescunt fruges, laetaeque in vitibus uvae (Inverno, addio! La primaverile giovinezza a lungo irrigidita subentra alle nevi e ai gelidi fragori dell’onda; i giardini son ridenti di fiori, i campi offrono le piante, spuntano i frutti, e le uve liete sulle viti).

La primavera; incisione di Abraham Bosse(1604-1676) stampata da Jean Le Blond (1635-1709).

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84033535/f1.zoom.r=preintemps.langEN

Questa volta la didascalia è costituita da quattro quartine di ottonari in francese: L’ésprit et les yeux sont contans,/de voir peinte in cette figure,/où l’Art esgalle la Nature,/toutes les beautez du Printemps./Ici se voit une fontaine/dont le cristal est tousiours clair;/ et zephyr y parfume l’air/par la doucer de son haleine./Des fleurs dans ces beaux lieux escloses/les Amours sont les Jardiniers;/et recueillent à pleins paniers/des lys, des oeillets, et des roses./Mais ces jardins, bien que charmans,/nόnt rien d’esgal ny de semblable/aux plaisirs de ces deux Amans,/don’t l’Amour est incomparable (Lo spirito e gli occhi sono contenti di veder dipinte in questa figura, in cui l’Arte eguaglia la Natura, tutte le bellezze della primavera. Qui si vede una fontana la cui acqua cristallina è sempre chiara; e zefiro vi profuma l’aria con la dolcezza del suo alito. In questi bei luoghi chiusi i giardinieri sono gli amori dei fiori; e raccolgono a pieni panieri gigli, papaveri e rose. Ma questi giardini, per quanto affascinanti, non hanno nulla di eguale né di simile ai piaceri di questi due amanti, il cui amore è incomparabile).

La primavera (1727); disegno di Antoine Watteau (1684-1721), incisione di François Boucher (1703-1770).

http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b6951404k/f1.zoom.r=preintemps.langEN

 

Qualcuno si sarà già meravigliato perché non ho ancora parlato dell’origine della parola primavera. Provvedo prima che l’eccesso di meraviglia produca qualche brutto effetto. Primavera è adattamento popolare della locuzione latina primo vere (all’inizio della primavera). Infatti in latino primavera è ver (genitivo veris), di genere neutro, mentre estate è aestas, di genere femminile, autunno è autumnus, di genere maschile, o autumnum , di genere neutro e inverno è hiems, di genere femminile. La differenza di genere, alla ribalta in questi ultimi tempi, è un concetto antico ma nel caso delle stagioni confesso di non essere in grado di coglierne il significato. Non so nemmeno se il primo vere contenga un riferimento ad antichissimi riti di purificazione e/o propiziazione celebrati all’inizio della stagione.1

Se fossi più superficiale direi che importa poco visto che i cambiamenti climatici in atto hanno portato quasi alla scomparsa delle stagioni intermedie. Se fossi più cinico e non conservassi nella mia mente una fiammella di speranza, ribadirei che conta poco, tanto più che, alla luce anche dei rimedi proposti nell’illusione di liberare il nostro territorio dalla xylella, questa potrebbe essere l’ultima primavera, con i suoi colori ed i suoi profumi, vista dai nostri occhi. Auguro a tutti coloro che verranno dopo di noi di non incontrare da nessuna parte la parola ultimavera accompagnata da questa definizione: la primavera del 2015 che fu l’ultima per i Salentini, prima che lo diventasse per l’intera umanità.

E che il titolo, in culo a questa apocalittica definizione, abbia una funzione scaramantica o, come dicono quelli che sanno parlare, apotropaica!

____________

1 Io non ecluderei a priori un rapporto tra ver  e vìridis [dal cui accusativo vìride(m) è l’italiano verde)]; quest’ultimo, poi, è sicuramente connesso con virère=essere vigoroso; e non è detto, per finire, che quest’ultimo non sia connesso con vis=forza.

 

 

 

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3 Commenti a Dal Salento con amore: buona primavera 2015!

  1. E’ vero, stanare l’oblio è comunque sempre primaverile, certo, l’azione culturale odierna ci conforta non poco data certa meteorologia-speriamo alle spalle .Attraversando poi, qualche ricordo, tipo, quella canzoncina da asilo d’infanzia;La primavera vien danzando…..vien danzando alla tua porta sai tu dirmi che ti porta?! Ghirlandette di farfalle campanelle di “volucchi”ho citato a memoria: penso, che quel volucchi (poeticizzato) appartenga alla famiglia delle violacciocca -profumi e colori vari campagnoli .La studiosa Giuliana Coppola certamente la ricorderà. Ma,il pensiero corre al nostro BOTTICELLI -la Primavera -e al magistrale ultimo restauro, eccellente, per risultato e grazia rivediamolo ,grazie e cordialità a Lei prof.e a tutto quello che ci pone in luce, a Voi tutti buona primavera-peppino.

  2. Noi piemontesi siamo più sbrigativi, perchè la primavera la chiamiamo “La prima”. Ti, vi, trascrivo una bella poesia in piemontese, di Nino Costa che porta giusto questo titolo e dice:

    Le fiòche dal solì son già sparìe,
    ma su ‘ntl’anvers ai na j’é ancor na frisa.
    Le violëtte d’ij prà, quasi sburdìe,
    së stërmo ‘nt j’erbe ch’ai fa sgiaj la bisa.

    e ti të s-ciòde al sol – ciaira, improvisa,
    giovo – sij branch dij persii e dle gasìe,
    të s-cianche a colp ëd vent l’ultima grisa
    frangia dle nebie e tuta frësca it rìe.

    Ale ‘d canson, ale ‘d basin, sla viva
    trama dle cioende vërde ch’a fiorisso,
    libere as mës-cio al tërmolé dle feuje.

    Neuve , ‘nt ël cel, le rondole a sgarisso,
    e da le pian-e ai brich, da riva su riva,
    tut mè pais a l’é ‘n bochèt da cheuje.

    Le nevi dove batte il sole son già scomparse,
    ma a tramontana ce n’è ancora un po’.
    Le violette dei prati, quasi spavenate,
    si nascondono nelle erbe perchè temono il freddo

    e tu ti schiudi al sole – chiara, improvvisa,
    e sfrangi ai colpi di vento l’ultima grigia
    striscia di nebbia e tutta fresca ridi.

    Ali di canzoni, ali di baci, sul vivo
    intreccio delle siepi verdi che fioriscono,
    libere si mescolano al tremolio delle foglie.

    Le nuove, nel cielo, rondini garriscono,
    e dalla pianura ai colli, da riva a riva,
    tutto il mio paese è un mazzo di fiori da raccogliere.

    Godetevela, mi pare che meriti di essere conosciuta

    Sergio Notario

    • Che l’ottimismo di Nino, le cui vicende di vita avrebbero dovuto costringerlo a considerare più la metà vuota del bicchiere, sia di buon auspicio per ciò che sembra incombere al momento su noi Salentini, anche se nell’era della globalizzazione nessuno è al sicuro. Grazie ancora una volta, Sergio, per questo afflato di umana fratellanza.

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