di Armando Polito
Sono trascorse pochissime settimane dalle 12 di venerdì 27 febbraio 2015 (il corsivo lo si capirà dopo) ma solo un delinquente più o meno abituale potrebbe ricordare cosa stesse facendo (non solo lui …) a quell’ora; quello decisamente incallito ricorderebbe pure per associazione (a delinquere …) di idee che la data in corsivo era il termine ultimo del concorso pubblico bandito per assicurare a Nardò città d’arte il suo bravo logo e, anche se la cosa, provenendo da un delinquente non mi fa piacere, ricorderebbe anche che il sottoscritto aveva in merito fatto una proposta provocatoria il 4 febbraio (sarebbe in grado di dichiarare anche l’ora precisa …) in https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/02/04/il-mio-logo-immaginario-per-nardo-citta-darte/.
Non conosco né m’interessa sapere quante sono state le proposte di logo presentate; mi riservo solo di fare, eventualmente, le mie osservazioni quando l’apposita commissione avrà formulato la sua scelta e presentato pubblicamente la creazione vincitrice dei 500 euro.
Nel frattempo debbo recitare il mea culpa cedendo momentaneamente la parola al nostro concittadino Francesco Castrignanò, del quale ho avuto già occasione di presentare parecchie poesie1. Lo faccio oggi con una non tratta, come le altre, da Cose nosce, Leone, Nardò, 1969 ma inserita ne La storia di Nardò esposta succintamente da Francesco Castrignanò, Mariano, Galatina, 19302. Riporto le pagine (49-57) originali, in cui ho sottolineato in rosso le parti che poi ho provveduto a commentare a fronte.
* https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/02/19/20-febbraio-1743-quel-fierissimo-tremuoto/
* http://www.agendaeventi.com/scheda-evento.asp?id=12634
Metricamente la poesia è costituita da strofe composte ognuna da cinque endecasillabi a rima variabile (ad esempio: nella prima strofa ABABA, nella seconda ABBCC, nella penultima ABACC,nell’ultima ABABA come nell’iniziale). Come espressamente indicato dall’autore nella nota 1 della pagina iniziale il componimento è tratto dalla raccolta Il libro degli Acrostici: a turisti d’Italia, uscito nel 1929 a Matino per i tipi dei Fratelli Carra: il lettore avrà notato che le lettere iniziali di ogni strofa danno NARDO, l’acrostico, appunto. Tuttavia anch’esso, come già visto per le rime non è perfetto, nel senso che in alcune strofe le lettere iniziali non danno NARDO ma il suo anagramma (ODRAN nelle strofe 16, 20, 21, 22, 23, 24, 26, 34, e 38) Probabilmente nelle intenzioni del Castrignanò Odràn Nardò [udranno (parlare di) Nardò] doveva avere un valore beneaugurante.
Ora, per tornare al titolo e chiudere, l’acrostico è una tecnica di composizione antichissima (se ne rinvengono in alcuni testi sacri babilonesi), dunque il Castrignanò non ha inventato nulla; tanto meno io che proprio in un acrostico avevo condensato il motto per il mio logo-fantasma per Nardò città d’arte. Lo avevo fatto autonomamente, anche perché della poesia del Castrignanò sono venuto a conoscenza qualche settimana dopo per puro caso, collateralmente ad un’indagine che con l’acrostico, con Nardò e con tutti gli argomenti annessi e connessi non aveva nulla in comune.
Ciò che più mi dà fastidio, però, è che, insieme con l’acrostico, nulla di nuovo viene offerto, per quanto riguarda i contenuti, rispetto al passato stigmatizzato dal mio illustre concittadino nella sua poesia di quasi un secolo fa, dalla realtà odierna di Nardò provocatoriamente messa in risalto dal mio logo.
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1
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/07/13/la-tigre-o-la-calamity-jane-di-nardo/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/07/08/ulia-bessu-vorrei-essere/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/06/19/linnamorato-imbranato/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/06/16/quandu-nci-ole-nci-ole-quando-ci-vuole-ci-vuole/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/06/13/ritorno-al-passato/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/06/08/una-femminista-neretina-del-primo-novecento/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/05/23/meglio-morire-zitella/
https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/05/22/studia-bardascia-studia-giovanottoarmando-polito/
2 La Biblioteca comunale Achille Vergari di Nardò custodisce, oltre a questa, le seguenti altre pubblicazioni del Castrignanò: Saggio di traduzione de Le orientali di Victor Hugo, Tipografia nazionale, Trani, 1884; Antonio Caraccio: cenno biografico-critico, Tipografia garibaldi, Lecce, 1895); Fiori di neve : versi, Tipografia neritina, Nardò, 1897; Cose nosce, Tipografia neritina, Nardò, 1909 (ristampa, assente nella Vergari, per i tipi di Leone, Nardò, 1969); Patria mia: rime, Vergine, Galatina, (1923?): Il libro degli acrostici: a turisti d’Italia, Fratelli Carra, Matino, 1926; Lo Czar e il chimico: novella in versi e liriche sacre, Vergine, Galatina, (1926?); A Benito Mussolini, Mariano, Galatina, 1928; L’ acquedotto pugliese e il duce : canzone in dialetto neritino, Mariano, Galatina (1930 ?); Versi, Mariano, Galatina, 1935; Omaggio d’un settantenne a Mussolini : 25 marzo 1934, Gioffreda, Nardò, (1934?).
La storia di Nardò è l’unica opera del Castrignanò reperibile in rete in versione digitale e scaricabile all’indirizzo http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Awww.internetculturale.sbn.it%2FTeca%3A20%3ANT0000%3ABRI0333832&teca=MagTeca+-+ICCU. Come risulta dall’immagine che segue è stato digitalizzato proprio l’esemplare custodito a Nardò. Quanto bisognerà aspettare per fruire in rete delle altre opere del Castrignanò, dell’intero patrimonio librario non solo della Vergari ma di tutte le biblioteche d’Italia? Per non parlare degli archivi di Stato …