La Grecia, da Socrate alla Teoria dei giochi

grecia

 

di Paolo Vincenti

 

“Io sono là  nelle parole greche,  / dove la fine è il principio,  /il silenzio l’insieme di ogni voce.  Cosa aspetti Edipo,  / cosa aspetti a muoverti,  / che cosa aspetti a venire?  Cosa aspetti Edipo,  / cosa aspetti a muoverti,  / che cosa aspetti a venire?  Tí méllomen choreîn  / Tí méllomen choreîn  / Tí méllomen choreîn”

Esodo – Roberto Vecchioni

 

Dopo il mio articolo “Io sono greco” ( in “S/pagine”, 8 febbraio 2015 ), qualcuno, commentandolo, ha contestualizzato quanto scrivevo rispetto alla situazione attuale della Grecia, cioè alle contingenze economico-politiche che quel paese sta vivendo. Gli spunti di riflessione sono tanti e vasta è la materia di interesse. Ormai da molto va avanti un estenuante ping pong fra Grecia e Comunità Europea sul non più sostenibile debito ellenico. Da quando, con le elezioni politiche, si è insediato il nuovo Governo Tsipras, poi, il dibattito fra Atene e l’Eurozona si è fatto ancora più acceso, perché radicalizzato dalle opposte ed estreme posizioni del  “compagno” Alexis Tsipras e della “marescialla” Frau Angela Merkel.

A 322 miliardi di euro ammonta il debito greco, al netto di un primo salvataggio avvenuto nel 2010. Il primo debitore fra i paesi europei è la Germania (c’erano dei dubbi?), con 60 miliardi, poi la Francia con 46 miliardi, l’Italia con 40 miliardi, la Spagna con 26 miliardi, l’Olanda con 12.  Il negoziato si è arrestato sulla richiesta fatta dalla Grecia di un prestito ponte di 10 miliardi e di una ulteriore dilazione dei pagamenti per risanare l’enorme scompenso di quella nazione. La “Troika” valuta, ma è chiaro che qualunque decisione venga presa avrà delle ripercussioni su tutta la comunità europea essendo noi tutti, giocoforza, coinvolti in questa convivenza  in cui, come nel domino (appunto, giocoforza), muovendo una tessera cascano tutte le altre. Ma attraverso il negoziato fra la Grecia e l’Europa  – leggo dal Corriere della Sera del 19 febbraio 2015- , entra nella discussione qualcosa che apparentemente sembrerebbe molto lontano dalla politica, ma che invece vi è connesso: la Teoria dei giochi. Al tavolo delle trattative, in una animata discussione col ministro greco dell’economia, Yanis Varoufakis, il nostro Ministro Padoan avrebbe fatto riferimento a quella teoria. E allora, si chiede il Corrierone, il Ministro Varoufakis (muscoli, economia e camicie sportive), sceglierà la ragazza bruna o la bionda? Ma di che si tratta? È stato il filosofo Wittgenstein ad elaborare la teoria dei giochi linguistici. Su di essa si è poi basata la teoria  di John von Neumann, elaborata a metà Novecento.

La Game Theory, come scrive Danilo Taino, è  “la scienza che analizza la ricerca di decisioni strategiche in situazioni negoziali attraverso modelli matematici di conflitto e cooperazione fra esseri razionali”. Chi ha dato una ulteriore sistemazione alla teoria è stato il matematico John Nash (Premio Nobel Economia 1994), che noi tutti conosciamo per il film capolavoro del 2001 “A beautiful mind”.

Per chi, come il sottoscritto, non è un filosofo né un matematico,  la teoria si può spiegare in maniera semplice facendo riferimento ad una scena del film, ricordato dal Corriere della Sera. “Nash, il protagonista, si rende conto, all’università, di fronte ad un gruppo di ragazze tutte brune eccetto una, che se lui e i suoi amici puntano tutti sulla bionda applicheranno una strategia perdente, nessuno la conquisterà. Meglio sarebbe distribuire le forze, i risultati sarebbero complessivamente migliori. Puntare alla scelta B invece che alla scelta A, perché strategicamente più vantaggioso,  turba Nash, ma non gli impedisce di sviluppare in matematica il concetto, che alla fine verrà conosciuto come Equilibrio di Nash e non si limiterà a mettere in guardia dalle ragazze bionde, ma entrerà in una lunga serie di attività umane. Compreso il campo delle strategie negoziali”.

Così il ministro Varoufakis , secondo il giornale, non dovrebbe puntare all’obbiettivo massimo, perché quasi certamente perderà, ma dovrebbe usare un approccio diverso, nelle trattative con Bruxelles. Cioè, se  il ministro  (che è uno che alle ragazze piace molto),  sceglierà la bionda, fallirà quasi certamente; se invece sceglierà la bruna, avrà più possibilità di successo. Tuttavia, come detto sopra, la teoria dei giochi si estrinseca fra soggetti intelligenti e razionali. Ora, parlando di politica (tutto il mondo è paese), chiaro che la cosa diventa ardua, quasi impossibile. Nell’incontro di Bruxelles, il ministro Pier Carlo Padoan avrebbe detto al collega greco “Ma qui non stiamo mica discutendo del dilemma del prigioniero!” .

Il “dilemma del prigioniero” è uno dei casi più conosciuti della Game Theory. Ci riporta alla mente il lungo periodo della guerra fredda fra Usa e Urss. “Si prendono due spacciatori di droga che vengono arrestati e chiusi in due celle separate. Viene detto loro che si faranno due anni di prigione. Il magistrato si accorge però che sono responsabili anche di un reato più grave, un furto d’armi. Ma non ha le prove. Quindi fa la stessa proposta ai due ma tenendoli separati. ‘Se confessi il furto, diamo un anno di carcere a te e dieci anni al tuo compare; se neghi, e l’altro confessa, i dieci anni li prendi tu e lui uno. Se ambedue confessate, vi diamo tre anni ciascuno. Se entrambi negate, restate con i due anni per spaccio’. Quest’ultimo è lo scenario più vantaggioso per entrambi. Lo sarebbe. Ma dal momento che i due non si fidano l’uno dell’altro, faranno un calcolo diverso, che rientra nella teoria, e decideranno di confessare perché quello è il rischio minore tenendo conto di cosa potrebbe decidere l’altro.

È un caso di gioco non cooperativo nel quale l’equilibrio (di Nash) si raggiunge quando ciascuno dei protagonisti fa la scelta migliore per se stesso tenendo conto della decisione dell’altro. Se sarà questo il finale fra Atene e Bruxelles si vedrà”. Comunque Varoufakis è un esperto della teoria dei giochi e quindi sarebbe interessante sapere cosa abbia risposto alla provocazione di Padoan , un economista altrettanto brillante.  Il dilemma del prigioniero, secondo il giochino prima esposto, riflette una situazione di grande rilievo in campo economico e sociale, e cioè la scelta fra “cooperare” che corrisponde alla strategia  di “negare”, e “non cooperare”, che sarebbe a dire “confessare”. Dalle ultime riunioni fatte, sembra che il governo greco stia prendendo la strada della collaborazione, che è quella più auspicabile.

L’opinione pubblica europea si divide in due scuole di pensiero in merito al debito greco:  quelli che ritengono doveroso salvare la Grecia e quelli che invece vorrebbero lasciarla sprofondare nel default, sostenendo che, essendo causa del proprio mal, la Grecia ha solo da piangere sé stessa.  Vero che, come alcuni commentatori sostengono, la Grecia non faccia molto per rendersi simpatica a Bruxelles. Infatti, di fronte alla bulimia europea, che vorrebbe far entrare anche la Turchia nell’Eurozona, la Grecia non si impegna minimamente per risolvere la disputa epocale  sull’isola di Cipro, il cui territorio è diviso in due fra i possessi di Atene e quelli di Ankara. Non solo, lo “scravattato” Tsipas flirta pure pericolosamente con la Russia di Putin e, in un momento in cui la tensione internazionale è massima per via della situazione ucraina, questo non depone a suo favore.  Alcuni amici, dopo il mio articolo, mi hanno scritto di non avere nessuna com-passione, veruna partecipazione emotiva per la crisi greca. Altri invece hanno sostenuto  di esserne particolarmente scossi, di sentirsene coinvolti.  Qualche giorno fa ho trovato, con mia sorpresa, una  interessante presa di posizione da parte di una testata tedesca, la Bild, riportata dal Corriere della Sera. Il giornale più letto in Germania lancia una sorta di appello alla memoria e ai sentimenti, scrivendo: “Cara Grecia, se perdiamo te, non se ne vanno in fumo solo i nostri miliardi di euro, ma anche il nostro cuore. Il greco si parla da 4.000 anni ed è la lingua più antica d’Europa, tutti la parlano” ( ed elenca una serie di termini di derivazione greca). “Il Nuovo Testamento è stato scritto in greco, quando il resto d’Europa (compresi i Germani) si aggirava con le schiene coperte da pelli”. E ancora, in un accorato appello alla Cancelliera Merkel, “Dobbiamo salvare la Grecia.

Che cosa sono i miliardi contro Omero, Aristotele, Socrate? Il denaro è niente, il pensiero conta, la Grecia vale più di tutti i miliardi”. Gli dei salvino la Grecia, insomma, da Socrate alla bionda di Varoufakis!    E se “Parigi val bene una messa”,  stando all’autorevole parere della Bild, la Grecia dovrebbe valer bene qualche miliardo.  Lo sapremo presto.

 

Condividi su...

Lascia un commento

La Fondazione Terra d'Otranto, senza fini di lucro, si è costituita il 4 aprile 2011, ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte della Regione Puglia - con relativa iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche, al n° 330 - in data 15 marzo 2012 ai sensi dell'art. 4 del DPR 10 febbraio 2000, n° 361.

C.F. 91024610759
Conto corrente postale 1003008339
IBAN: IT30G0760116000001003008339

Webdesigner: Andrea Greco

www.fondazioneterradotranto.it è un sito web con aggiornamenti periodici, non a scopo di lucro, non rientrante nella categoria di Prodotto Editoriale secondo la Legge n.62 del 7 marzo 2001. Tutti i contenuti appartengono ai relativi proprietari. Qualora voleste richiedere la rimozione di un contenuto a voi appartenente siete pregati di contattarci: fondazionetdo@gmail.com.

Dati personali raccolti per le seguenti finalità ed utilizzando i seguenti servizi:
Gestione contatti e invio di messaggi
MailChimp
Dati Personali: cognome, email e nome
Interazione con social network e piattaforme esterne
Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Servizi di piattaforma e hosting
WordPress.com
Dati Personali: varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio
Statistica
Wordpress Stat
Dati Personali: Cookie e Dati di utilizzo
Informazioni di contatto
Titolare del Trattamento dei Dati
Marcello Gaballo
Indirizzo email del Titolare: marcellogaballo@gmail.com

error: Contenuto protetto!