di Armando Polito
Latino classico TABULA=asse, quadro, carta geografica, quadro votivo, tavoletta per scrivere, scritto, registro, contratto, testamento, editto, avviso di vendita all’incanto, banco di cambio, scacchiera, riquadro di terreno, panneggio. Il corrispondente greco, il πίναξ (leggi pinax), aveva una gamma ancor più vasta di significati: plancia usata nella costruzione di navi, vassoio, tavoletta per scrivere, catalogo, carta geografica, tavola di astrologia, quadro, quadretto votivo, tavola di lavoro dei cuoiai, teatrino per le marionette. Come strumento scrittorio la tabula latina ed il pinax greco comportavano, rispettivamente, l’uso dello stilus e del γραφίϛ (leggi grafìs), una cannuccia appuntita da un lato con cui s’incideva la cera spalmata sulla tavoletta.
Latino medioevale TABULETA
Italiano TAVOLETTA francese TABLETTE inglese TABLET
Se il diagramma relativo alla nostra parola di oggi è relativamente corto (anche in senso cronologico) è molto meno corta la storia visiva degli antenati del nostro oggetto, che ho sintetizzato essenzialmente nelle pagine che seguono.
Lettera su argilla spedita dal religioso Lu’enna al re di Lagash (2400 a. C.), custodita al Museo del Louvre.
Papiro di Ani (circa 1200 a. C.), custodito al British Museum.
Scrittura con stilo su tavoletta di cera, dettaglio da una kylix decorata da Duride (circa 500 a. C.), conservata nel Museo di Berlino.
Uno dei rotoli del Mar Morto (II secolo a. C.-I secolo d. C.), pergamena custodita nel Museo d’Israele a Gerusalemme.
Affresco da Pompei (I secolo d. C.) custodito nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I Trionfi del Petrarca in un manoscritto su carta della seconda metà del XV secolo, appartenuto ad Angilnberto del Balzo duca di Nardò e conte di Ugento (ne ho già parlato in https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/23/su-alcuni-libri-del-primo-duca-di-nardo-e-una-misteriosa-poesia-12/ e https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/27/su-alcuni-libri-del-primo-duca-di-nardo-e-una-misteriosa-poesia-22/).
La pagina 358 (è la penultima) dell’incunabolo Supplementum Chronicarum di Iacopo Filippo Foresti da Bergamo stampato, come recita il colophon (dettaglio in basso), il 1-12-1485 a Brescia per i tipi di Bonino De Boninis di Ragusa1.
Non è facile rispondere, cioè prevedere cosa ci riserverà il futuro. Mi piace, però, riproporre l’ultima immagine con a fronte una delle precedenti.
Nello spazio di circa 2500 anni l’età dell’alfabetizzazione si è drasticamente abbassata ma non mi sento di dire se la sua qualità, grazie anche agli innegabili progressi tecnologici, sia migliorata. È in atto, come si sa, a tal proposito, un acceso dibattito, anche politico (sul coinvolgimento reale degli operatori della scuola nel processo decisionale evito di dire la mia opinione …); mi limito a dire che l’uso di qualsiasi strumento (tanto più quando, come nel caso del tablet, la versatilità è altissima) comporta un preventivo, o almeno parallelo, processo educativo per fare in modo che sia sempre il nostro cervello il padrone della situazione.
Gli strumenti (pinax e grafìs) utilizzati dallo scriba giovinetto evocano sorprendentemente l’immagine di un portatile a schermo tattile e della penna grafica.
Sarebbe la riconferma dei corsi e ricorsi storici vichiani (in cui, com’è noto, il ricorso fa sempre tesoro della pregressa esperienza del corso) e sarebbe l’occasione per recuperare un pizzico di manualità. Non mi conforta, tuttavia, il sapere che nemmeno il più sofisticato OCR (cioè il programma di riconoscimento ottico dei caratteri) attualmente è in grado di convertire correttamente, cioè senza bisogno di controllo ed eventuale correzione, il testo tracciato sul display con la penna grafica per utilizzarlo con un programma di videoscrittura. E con il riconoscimento vocale implementato anche le dita potranno riposarsi ancor di più. Però il nostro bravo tablet correggerà automaticamente il nostro qual’è con qual è o accellerare con accelerare ma non sarà in grado di farlo con un costrutto sgangherato e, meno ancora, con qualche nostra fesseria concettuale. Forse …
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1 Ragusa, capitale della repubblica ragusea in Dalmazia, ove il De Boninis era nato. Del testo del Foresti la Biblioteca comunale Achille Vergari di Nardò conserva un altro incunabolo stampato a Venezia il 15 dicembre 1486 per i tipi di Bernardino Benagli; nell’immagine in basso la pagina 295 con il colophon che ho evidenziato in rosso ed ingrandito nel dettaglio.
inconfondibili -eccellenti sempre: speriamo che i liceli se le vedano queste “cose”- va bene l’elettronica ma ……provenienze e storia,cordialità peppino.