Le ricerche sulla scultura napoletana in legno, pur avendo negli ultimi anni conosciuto un notevole incremento non si sono, se non in rare occasioni, ‘spinte’ oltre il Settecento. Ora possiamo considerare come i Verzella abbiano portato avanti il magistero degli scultori settecenteschi e, fino alla metà dell’Ottocento, realizzato opere chiaramente influenzate dal gusto neoclassico, ma anche ancorate alla tradizione tardobarocca. In questo secondo caso, al momento, non è agevole distinguere quanto la loro attività si possa liquidare come un semplice fenomeno di ‘attardamento’ e quanto invece sia una specifica componente, legata alle necessità della ‘devozione’ che richiedeva un’impronta necessariamente ‘realistica’ per muovere gli animi degli spiriti ‘semplici’ delle campagne, dove i culti erano capillarmente diffusi, a volte sovrapponendosi.
Questo lavoro dimostra che il territorio del Meridione offre ancora notevoli spunti di indagine e la ricomposizione del ‘clan’ familiare degli scultori Verzella attesta la necessità di allargare le nuove ricerche anche nel verso della ‘storia sociale’, una componente poco frequente negli studi meridionali. Il libro offre un primo spiraglio, aperto verso un periodo poco frequentato non solo per la scultura ma anche nelle altre ‘arti’ nei territori regnicoli, considerato che al di là della mostra sulla Civiltà dell’Ottocento a Napoli, tenutasi nell’ormai lontano 1997, gli aspetti della ricaduta ‘figurativa’ della restaurazione borbonica nell’immensa ‘periferia’ meridionale debbono ancora essere messe a fuoco.
Collana BCP (Biblioteca di Cultura Pugliese) n° 203 formato 17×24, pp. 144, illustrato a colori (oltre 60 illustrazioni)
Il testo è una sintesi della prefazione di Gian Giotto Borrelli
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