di Armando Polito
TAP o non TAP, pannelli solari al top della tecnologia o lunari (per questi ultimi bisognerà attendere gli ultimi studi sulla luce riflessa …), vuoi azzardarti a tentare un improponibile paragone tra il calore affascinante ed evocativo emanato da un caminetto, beninteso a legna, visto che la tecnologia ne offre anche di virtuali …, e quello senza nome (che non sia un marchio …) né anima di un qualunque radiatore? O tra un arrosto alla brace ed uno alla griglia … del forno elettrico o di quello a microonde, magari accompagnato, quest’ultimo, per il tempo di utilizzo dalla registrazione della frusciante carezza della risacca? Parafrasando un recente spot sulla pasta mi sento di affermare senz’ombra di smentita: per riscaldarti o per cuocere l’importante è la legna, anzi, come diciamo noi neretini, li lliòne.
Lascio ad altri più competenti di me, se lo vorranno, il compito di disquisire sull’ottimale connubio tra cibo da cuocere o ambiente da riscaldare da una parte e, con riferimento alle dimensioni e all’essenza, tipo di legna da utilizzare dall’altra e passo a parlare di altri aspetti forse meno accattivanti, e non solo perché non legati direttamente alla pancia …
Tanto legna che lliòne hanno lo stesso etimo: dal latino ligna, plurale di lignum; però, mentre li lliòne col suo articolo plurale (li è un’unica forma valida sia per il maschile che, come nel nostro caso, per il femminile) conserva l’originario numero, legna dall’originario neutro plurale con valore collettivo ha sviluppato il suo numero singolare ma del numero originale di ligna ha conservato, comunque, un certo ricordo, tant’è che al plurale può fare sia le legne che le legna, a parte legni usato metonimicamente per indicare gli strumenti musicali, le xilografie e, in poesia, le navi. Per quanto riguarda, poi, la scomparsa di –g– nel passaggio ligna>llione vedi la parte finale di https://www.fondazioneterradotranto.it/2015/01/06/fraume-ovvero-prima-che-casinu-prendesse-piede/.
Per una volta tanto non si tratta di parola ricalcata dal greco, lingua nella quale legno è ξύλον (leggi xiùlon), dal quale è derivato il segmento xilo– che entra nella composizione di xilofono e, purtroppo con loro la musica cambia …, xilofago e xylella (per quest’ultima voce vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/03/la-xylella-fastidiosa-w-1987-e-la-malafides-destruens-p-2013/).
Il confronto che ho fatto è scontato e banale per gli addetti ai lavori, ma credo che troverà anche per loro una valida giustificazione nell’immagine, che di seguito presento, tratta da http://www.nuovabibliotecamanoscritta.it/Generale/ricerca/AnteprimaManoscritto.html?codiceMan=44800.
È una delle pagine di una grammatica greca manoscritta risalente al 1501-1525 custodita nella Biblioteca Angelica a Roma. Il manoscritto è vergato da un’unica mano, quella del cosiddetto copista di Sergio Stiso di Zollino (vedi https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/03/da-casole-a-parigi/ con particolare attenzione ai commenti) e di altra mano presenta postille saltuarie in greco e in latino.
Dal foglio traggo il dettaglio che ci interessa (nell’originale seconda colonna) con la mia trascrizione a fronte e mi affido ad espedienti grafici per mettere in risalto le varie sezioni.
Qualsiasi studente che frequenti la prima classe del liceo classico dovrebbe facilmente riconoscere nel rettangolo rosso la declinazione del singolare, in quello celeste quella del duale, nel verde quella del plurale. Superfluo dire che il lignum, una delle postille di altra mano che si legge in alto a destra nel primo rettangolo, è il corrispondente latino del greco ξύλον.
E mi piace chiudere con una nota nostalgica. Mi chiedo come i miei ragazzi mi avrebbero accolto se a suo tempo avessi spiegato i nomi neutri della seconda declinazione portando in classe una copia di quello che oggi, grazie alla rete, ho potuto presentare. La risposta è facile: a legnate …