Incontrarsi

panchina

di Paolo Vincenti

Siamo tutti soli, siamo quelli abbandonati,  siamo stati accantonati, forse usati poi lasciati.  Siamo tutti soli coi ventricoli spezzati.  Noi ci siamo organizzati, consultati, confortati...”  (“Cuori solitari”- Enrico Ruggeri)

 

Meetic. E-date, Parship.it, E-darling, Be2, Dammisesso.it: la rete è piena di siti di incontri. Incontri di tutti i tipi, per tutti i caratteri e per tutte le tasche. Incontri per i belli e per i brutti. C’è Ashley Madison per gli incontri extra coniugali. Alcuni siti sono gratuiti (e forse per questo poco attendibili), altri a pagamento. In alcuni casi, è libero solo un primo livello e poi è necessario sottoscrivere un abbonamento per procedere oltre, come per i siti pornografici (di cui pure la rete trabocca dacché per la tv il porno è divenuto off limits).

Insomma, se ci si vuole incontrare, ci si incontra in maniera veloce e discreta, se si è alla ricerca dell’anima gemella si può esser certi che nello spazio di un byte, Internet ce la farà trovare. Bisogna abbonarsi ad una di queste reti, creare un proprio profilo, inserire il maggior numero di informazioni possibili e magari una bella foto e “ i contatti inizieranno a fioccare!” assicura il web.

Succede però che anche su facebook e sugli altri social network, diciamo tradizionali (cioè non dedicati), si offra saltuariamente la possibilità di fare degli incontri. In questo caso, dipende dalla discrezionalità dell’utente che si è imbattuto nel profilo camuffato di qualche maitresse, cogliere l’opportunità (quasi sempre a pagamento) oppure no. Una volta, non era così. Prima dell’avvento di internet, intendo. All’inizio c’era “M’ama non mama”.

Correvano i ridenti anni Ottanta. Io ero un adolescente vivace ed entusiasta e quando, dopo svariati richiami di mia madre, rientravo a casa dalle scorribande pomeridiane insieme ai compagni di brigata, trovavo già il resto della famiglia (mamma, sorella e nonna) sintonizzato su Rete 4, e alle 19.30 iniziava lo storico programma televisivo. Dopo la prima stagione, accanto a Marco Predolin, Sabina Ciuffini venne sostituita con la salentina Ramona Dell’Abate. Due concorrenti cacciatori si contendevano quattro prede rispondendo “vero o falso” ad una serie di domande intorno ad una enorme margherita elettronica che costituiva il centro scenografico della trasmissione. Nel 1987 la trasmissione venne ripresa da una televisione locale, Odeon tv, e condotta da Sebastiano Somma e Simona Tagli.

A sfogliare i petali della margherita elettronica, anche concorrenti che poi sarebbero diventati personaggi famosi come Francesca Dellera, Corrado Tedeschi, Giorgio Mastrota e addirittura Rocco Siffredi. Ricordo che quell’anno dell’exploit di “M’ama non m’ama”, – doveva essere l’85 o l’86, d’estate al mare con la mia famiglia a Marina Serra, ospiti di alcuni parenti di Tricase, incontrammo proprio Ramona Dell’Abate, reduce dal grande successo in tv. Allora mia madre si fece ardita e le chiese se gli incontri nella trasmissione da lei condotta fossero veri oppure, come noi sospettavamo, costruiti, preorganizzati. Ricordo che ella rivolse alla mia sfacciata genitrice uno sguardo sdegnoso e si tuffò nelle azzurre acque del mare adriatico.

Erano gli opulenti anni Ottanta, gli anni di plastica, come sono stati definiti. Gli anni dell’imperante edonismo reaganiano, del trionfo del made in italy nel mondo, dei grandi concerti musicali e delle televisioni commerciali. Dopo “M’ama non m’ama”, fu la volta de “Il gioco delle coppie”, a partire dal 1985, condotto per alcune stagioni dallo stesso Marco Predolin. Una trasmissione di grandissimo successo, poi condotta da Corrado Tedeschi, che annoverò fra le vallette anche Linda Lorenzi e Federica Panicucci. Della Lorenzi, in particolare, che nei primi anni Ottanta era stata anche valletta di Corrado nel quiz per famiglie “Il pranzo è servito”, ricordo la sua partecipazione, in vesti molto più discinte, al sexi game “Colpo grosso”, condotto da uno spumeggiante Umberto Smaila. Mi colpiva il fatto che la Lorenzi, presente sulle televisioni Fininvest in versione acqua e sapone, ragazza della porta accanto, di giorno, potesse trasformarsi poi di notte in femme fatale e mi chiedevo, nella mia ingenuità adolescenziale, quale delle due versioni, se quella di educanda oppure di panterona, corrispondesse alla sua vera natura. A maggior ragione quando scoprì che la Lorenzi (il cui vero nome è Anna Chetta, originaria di Squinzano) aveva posato nuda su diverse riviste per adulti ed era stata la prima prestigiatrice donna, e sexi, d’italia. “Il gioco delle coppie” da Italia 1 venne trasferito poi su Canale 5, dato il grande successo di pubblico, e insieme al conduttore Corrado Tedeschi era presente, come valletta, Elena Guarnieri, oggi compunta giornalista Mediaset. Molto semplice ma anche accattivante il meccanismo del gioco. Un cacciatore uomo doveva scegliere fra le tre prede donne, separate da un muro che gli impediva di guardarle in viso e poi, successivamente, a parti inverse, era una cacciatrice donna che doveva scegliere fra tre bellimbusti dietro il separé. Tra le altre vallette del gioco, Karim Nimatallah, Elvira Zenga (allora moglie del portiere dell’Inter Walter), Ketty Mrazova. Nel 1993 la conduzione del gioco passò a Giorgio Mastrota e Natalia Estrada, all’epoca marito e moglie, ed ebbe tanto successo che venne riproposto anche in versione estiva, “Il gioco delle coppie estate”, sempre con gli stessi conduttori e, l’anno successivo, “Il gioco delle coppie beach”, con lo scassato gruppo comico napoletano Trettrè e la giunonica Wendy Windham.

Dopo fu la volta di “Agenzia matrimoniale”, condotta da Marta Flavi all’epoca consorte di Maurizio Costanzo, che poi sarebbe diventato il “signor Maria De Filippi”. Questo programma perdeva l’elemento ludico e divertente del quiz per essere più una trasmissione di servizio e, soprattutto, ospitava non solo giovani in cerca dell’anima gemella ma anche gente matura e attempata. In diretta continuità con “Agenzia matrimoniale” oggi è la trasmissione “Uomini e donne”, condotta da Maria De Filippi, specchio, attraverso la cafoneria cialtrona dei suoi ospiti, della deriva culturale che ha intrapreso la nostra “Italietta”.

Comunque ormai, fuori dalla finzione della tv, l’anima gemella si incontra in rete, come conferma l’agenzia Eliana Monti, la più grande organizzazione Italiana che si occupa di Single, ma occorre prendere le dovute precauzioni. E a consigliare prudenza è lo stesso web, ché la filmografia thriller sugli appuntamenti al buio che si trasformano in trappole mortali certo è molto nutrita. Io personalmente, vuoi per mancanza di esperienza diretta, vuoi per una congenita diffidenza, sarei molto inquieto se dovessi affidarmi alla rete: avrei una concreta paura di ritrovarmi rapinato o peggio picchiato e accoltellato. E mi vedo, come in un incubo, steso in un letto d’ospedale, a lottare tra la vita e la morte, con la faccia buona ma anche severa e di rimprovero della fatina Marta Flavi o del sensale Marco Predolin a darmi conforto. Ma certo questi sono scherzi della mia troppo fervida fantasia, poiché milioni di persone, colpite dal Cupido elettronico, hanno trovato la persona giusta tramite il dating on line. Ché , se “la vita è l’arte dell’incontro” come titolava un vecchio album di Vinicius De Moraes, incontrare la vita è l’arte di questi nostri solitari tempi moderni.

 

in “S/pagine”,  30 novembre 2014

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