di Giuliana Coppola.
Ci sono delle storie che entrano nell’anima e occupano subito un posto che non facilmente abbandoneranno; fanno parte di te, della tua vita, del tuo modo di essere e di pensare; ti danno respiro anche quando pensi che stai per perderlo lungo la strada; riprendi in mano “La Casa del Sale” di Wilma Vedruccio e tu torni a respirare; vai perché è con te la sua scrittura, le sue sillabe, la sue storie; con te anche Idrusa da non scordare mai.
Dietro di me il “suo” angelo custode; finalmente non mi fa più paura, accompagna i miei passi, non va via se lo faccio arrabbiare; è sereno e sorridente come gioco di metafore e dolcezza di sillabe, appartiene a tutti; sorride, perché, pur nei momenti più difficili, sorride il segno linguistico nelle pagine di Wilma; lei è la maestra delle immagini che si concretizzano in parole, di segni che generano significati e intanto mantengono leggerezza di muschio su pietra.
“ La luce della luna sulla superficie del mare, un firmamento tra le onde”, un cielo che si capovolge per specchiarsi o forse immergersi sono un miracolo di prosa lirica che cattura arcobaleni e ragnatele e d’un tratto ho voglia anch’io di intrecciare sillabe, spago, paglie, fiori zagareddhe, ho voglia di racchiudermi in un profumo di erbe selvatiche e fieno, di ginestrini in fiore. Per sinestesia lo vedo il giallo delle ginestre e lo sento il profumo, un regalo da parola a parola, da immagine ad immagine; ho voglia della Gianna e della Rossa, ho voglia di malesciana, di perdermi in pleniluni e nel volo d’una coccinella, chè non si perda in me il senso di quella mano e quel sorriso di copertina; ho pensato a lungo a questa immagine, nostalgia di granelli di sabbia; ne ho pieno un pugno e loro scivolano via, piano con il ritmo che io imprimo alla loro danza nel vento; ho nostalgia di valle degli Olmi e di canto di sirena su statale 16. Tota pulchra è Maria, e forse un giorno anche Maria sarà stata sirena.
Mano chiusa per ragnatele di arcobaleni e di pensieri, per “grumi di memoria”, già, ma anche e soprattutto per grumi di speranze e di sogni concreti, da realizzare belli come quinta sinfonia di Mahler che è musica dell’anima e di scrittura in quest’altro Salento che non lascerò più andare ora che l’ho scoperto nelle lucide, misurate, calibrate pagine di Wilma che non conoscono refusi.
Grazie Giuliana carissima, per averlo letto in ogni pagina, per averlo sfiorato con la tua vivissima sensibilità, perchè ne parli con leggerezza squisita.
Grazie per quel “muschio su pietra”.
sono grato di conoscerti Giuliana, e di Wilma tutto il bene possibile, “grumi di nostalgia”