di Gianni Ferraris
Loro si chiamano Giuseppe Roi e Qamil Hyraj. Roi è salentino, la sua azienda ovicola si trova a Torre Lapillo, Qamil era albanese, lavorava dal Roi come pastore.
Roi aveva una sfrenata passione per il guadagno e per le armi, aveva in casa pistole e fucili, anche un caricatore per Kalashnikov.
Qamil forse collezionava speranze.
Roi ha una trentina d’anni, Qamil di anni ne aveva 23.
Amava tirare al bersaglio, Roi, e si allenava prendendo di mira un vecchio frigorifero. Quel giorno d’aprile, tirava e tirava ancora, “lui sapeva benissimo che Qamil era lì vicino e che avrebbe potuto colpirlo, per questo l’accusa è di omicidio volontario e non colposo” dice il giudice Cataldo Motta. Lui sapeva ma proseguiva a tirare, un colpo, un altro, un altro ancora, finchè Qamil, forse tentando di difendersi, di nascondersi, viene colpito in fronte e muore così, perché il suo datore di lavoro amava tirare con la pistola. Perché stava giocando, Giuseppe Roi.
Qamil era partito dall’Albania per venire qui a fare il pastore, magari sottopagato, sicuramente aveva in mente una vita migliore, l’Italia, si sa, è ricca, c’è pure la TV. Ricordiamo i primi che giungevano con in mente la Carrà e le luci della ribalta, ricordiamo la Kater I Rades anche. Ricordiamo i discorsi di chi dice che gli stranieri vengono a rubare il lavoro agli italiani, ricordiamo… Già, ricordiamo. Troppi ricordi, troppo di tutto in questo mondo così bizzarro. Perché mai un pastore colleziona armi invece di francobolli? Perché il cinismo ignobile lo spinge a sparare sapendo che può colpire un essere umano? Meglio forse chiedersi se chi ha un’arma e la utilizza così considera esseri umani gli altri. In fondo era solo un albanese, in fondo ci sono personaggi pubblici che ci insegnano il disprezzo per chi non è come noi. Per chi si chiama Qamil, per chi è troppo “abbronzato” come recitava un avanzo di galera già presidente del consiglio. Qamil aveva una faccia sbagliata, genitori sbagliati, nazionalità sbagliata. Se poi lavorava per pochi euro peggio per lui.
Non ci siamo mossi quando trovarono Qamil, era solo un morto fra molti, assassinato chissà da chi “forse era nel giro della droga” si sarà detto qualcuno. Macchè, Qamil era solo nel giro dei pastori, quelli che curano le bestie d’altri, non aveva neppure una pecorella, Qamil.