Una pianta da rivalorizzare massimamente nel nostro Salento!
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Finalmente ho scoperto il nome di questa specie di pianta che da tempo ho osservato nel Salento e che persino son riuscito a ripropagare con grande successo. Tutto questo grazie all’ amico facebook Gabriele Maiorano, che mi ha chiesto in questi giorni se fossi a conoscenza della presenza di questa specie nel Salento! Cercando in internet foto della specie da lui indicatami finalmente ho scoperto il nome tassonomico da me tanto cercato. (Per lo meno, la coincidenza di tutte le caratteristiche è massima!)Ne ho trovato sin ora due stazioni nel basso Salento.Una, osservata nel luglio 2012 alla periferia sud del paese di Melpignano (Lecce) con anche esemplari maggiori lungo i margini di un campo e tantissimi esemplari piccoli, una distesa. il tutto purtroppo in un’area di espansione edilizia.L’altra, osservata diversi anni prima, e da cui ho prelevato dei virgulti con radice, ben più piccola, l’ ho osservata lungo l’attuale vecchia strada SS 275, lungo, se non erro, il tratto Alessano-Gagliano del Capo (Lecce), nei pressi di un semaforo, cresciuta sul margine strada entro un muretto a secco.
E quindi la terza stazione quella che ho fatto nascere io stesso, in un giardino non di mia proprietà, in contrada Luci in agro di Scorrano (Lecce)!
Foto di Oreste Caroppo: Melpignano (Lecce) periferia sud del paese, nei pressi del convento degli Agostiniani noto per il grande concertone della Taranta, formazione estesa di Rhus coriaria, il Sommacco siciliano. Data dello scatto: un pomeriggio del luglio 2012
Una descrizione dettagliata di quest’essenza, a suo tempo segnalata presso Tricase (antenata di quella segnalata da Oreste sulla Alessano-Gagliano del Capo?), è in Martino Marinosci, Flora salentina, Tipografia editrice salentina, Lecce, 1870, p. 154 (http://books.google.it/books?id=8EiUjs7gMVkC&pg=PA155&dq=sommacco+salento&hl=it&sa=X&ei=oRg9VOGiGMbbPaWEgAg&ved=0CCkQ6AEwAA#v=onepage&q=sommacco%20salento&f=false).
Che nel secolo XIX il sommacco fosse coltivato anche dalle nostre parti, pur non così intensivamente come in Sicilia, lo si deduce dai brani che riporto:
Guglielmo Gasparrini, Breve ragguaglio dell’agricoltura e pastorizia del Regno di Napoli di qua del Faro, Tipografia del Filiatre-Sebezio, Napoli, 1845, p. 120 (http://books.google.it/books?id=1QJCAAAAcAAJ&pg=PA120&dq=La+coltivazione+del+sommacco+nelle+Puglie&hl=it&sa=X&ei=yh49VKHLOIbaPKjZgWA&ved=0CDkQ6AEwAw#v=onepage&q=La%20coltivazione%20del%20sommacco%20nelle%20Puglie&f=false) : “Quest’utile pianta vegeta spontaneamente negli Abbruzzi, nelle Puglie, nella Basilicata, e nelle Calabrie e sarebbe utile impresa il coltivarla nelle Provincie meridionali, siccome si è cominciato a fare in qualche parte del Leccese e del Chietino; perché pruova benissimo, senza molta spesa di coltura, nelle terre calcaree e secche, ove difficilmente altre piante potrebbero con prosperità allignare”.
Carlo De Cesare, Delle condizioni economiche e morali delle classi agricole nelle tre provincie di Puglia, Guerrero & C., Napoli, 1859, pp. 20-21 (http://books.google.it/books?id=Yh1eAAAAcAAJ&pg=PA20&dq=La+coltivazione+del+sommacco+nelle+Puglie&hl=it&sa=X&ei=yh49VKHLOIbaPKjZgWA&ved=0CEsQ6AEwBw#v=onepage&q=La%20coltivazione%20del%20sommacco%20nelle%20Puglie&f=false): “Al medesimo uso [concia delle pelli e cuoi] oltre alla scorza della quercia, riesce vantaggioso il Sommacco (rhus coriaria), e quest’utile pianta vegeta spontaneamente in Puglia. Proficua impresa sarebbe il coltivarla, siccome si è cominciato a fare in qualche luogo della Terra d’Otranto, a premura e consiglio di quell’onorevole Segretario perpetuo della Reale Società Economica. Il Sommacco vien su rigoglioso, senza molta spesa di coltivazione nelle terre calcaree e secche, ove difficilmente altre piante potrebbero allignare: quindi sarebbe proprio di talune località del Barese e del Leccese”.
Achille Ferraris, La coltivazione del sommacco nelle Puglie e specialmente nella provincia di Lecce, Stabilimento tipografico M. Cristina per S. Pollice, Foggia, 1881.
Quest’ultimo testo, purtroppo, non è disponibile in rete e l’OPAC me lo segnala presente in biblioteche piuttosto lontane: Biblioteca civica Giovanni Canna a Casale Monferrato, Biblioteca della Società generale di mutuo soccorso fra gli artisti e gli operai di Perugia a Perugia, Biblioteca nazionale di Potenza e (disponibilità dubbia) Biblioteca storica del Ministero dell’economia e delle finanze a Roma.
Che il sommacco, infine, fosse una delle principali fonti di tannino per la tintura (colore rosso e nero) delle pelli è dimostrato dal fatto che esso compare quasi come sinonimo di “pelle” in parecchi antichi documenti:“Una custodia centinata coperta di sommacco rosso”, “Una custodia quadrilunga coperta di sommacco rosso”, “Una custodia ovale coperta di sommacco rosso”; “Una custodia a mezzo cerchio coperta di sommacco rosso”: “Una custodia quadrangolare coperta di sommacco rosso” [passim in un inventario del 1740 (http://books.google.it/books?id=_5sLAAAAYAAJ&pg=PA43&dq=custodia+di+sommacco&hl=it&sa=X&ei=Dc5AVMa1PI3APMKggdgB&ved=0CCAQ6AEwAA#v=onepage&q=custodia%20di%20sommacco&f=false)]. “Una custodia di sommacco nero” in un inventario di gioie appartenute alla famiglia dei Medici (http://books.google.it/books?id=aAFKAQAAIAAJ&q=%22custodia+di+sommacco+nero%22&dq=%22custodia+di+sommacco+nero%22&hl=it&sa=X&ei=UNBAVKj1IcTYPf70gfgF&ved=0CCAQ6AEwAA).
In puglia avete notizie della sua presenza?
Grazie
La pianta del sommacco dalle foglie simili a quelle del pepe rosso “finto”, diffuso in Sicilia”, è molto usata nei Paesi caldi come Turchia e Kazakistan.In Sicilia risulta presente, anche se la Spezia che se ne ricava risulta poco nota.