di Gianni Ferraris
Prosegue l’ormai annosa vicenda detta “Ex Caserma Massa” di Piazza Tito Schipa a Lecce. Un cantiere ormai nel degrado assoluto, abbandonato, con una vera e propria foresta sugli scavi e con reperti all’aria aperta. Il progetto di un’azienda privata in projet financing con il Comune di Lecce prevede la costruzione sul sito di un parcheggio sotterraneo e di edifici commerciali, amministrativi, negozi e abitazioni. Dove ora ci sono scavi aperti prima c’era una caserma militare (Massa, appunto) prima ancora un convento quattrocentesco e la chiesa Santa Maria del Tempio. Nel sito si sa per certo che esisteva un cimitero all’epoca “fuori le mura” dove ci sarebbero stati i resti di due sindaci della città oltre a quelli di frati. Contro la realizzazione del progetto è spontaneamente nato un comitato che chiede la salvaguardia degli scavi, la restituzione del sito alla cittadinanza, la creazione di uno spazio verde al posto di parcheggi e centri commerciali, soprattutto in una realtà in cui i negozi sfitti abbondano. Alla base di tutto ciò c’è una scelta politica precisa, si vuole che il centro città continui ad essere assediato dal traffico o che si vada verso una città vivibile, pedonalizzata, ciclabile? Si vogliono auto in pieno centro o sarebbe meglio fare parcheggi di scambio e servizi navetta? Ne abbiamo parlato con l’avvocato Alessandro Presicce del Comitato per la tutela dell’area archeologica e Caserma Massa.
Da chi è composto il comitato?
Il Comitato raduna singoli e associazioni che si battono, nella nostra città, per evitare lo scempio derivante dalla distruzione, nella odierna Piazza T. Schipa, delle fondamenta del quattrocentesco convento e chiesa denominati Santa Maria del Tempio. La completa distruzione centralissimo sito archeologico avverrebbe in conseguenza della realizzazione, in project-financing, di un centro commerciale con parcheggio interrato per 500 posti auto proprio sull’area degli scavi.
Come si è mosso il comitato fin’ora?
Abbiamo mobilitato l’opinione pubblica cittadina e lanciato una petizione affinché il sito venga tutelato come si conviene ad un bene culturale. La petizione è stata firmata da molti esponenti del mondo della cultura, accademico, da ambientalisti, associazioni tra cui WWF e Legambiente, Italia Nostra, da cittadini e famiglie sensibili, urbanisti, architetti, insomma dal meglio che la città può esprimere in termini di competenze e di amore per il territorio. Ha firmato anche il Preside della Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, il Difensore Civico della Provincia di Lecce, il suo predecessore on. Bray.
Con quali esiti?
Il Comune di Lecce intende tener fede alla convenzione di project-financingsottoscritta nel 2010 con la ditta attuatrice (De Nuzzo Costruzioni) e consentire la realizzazione dell’inutile centro commerciale e parcheggio interrato annesso. Il procedimento autorizzativo appare però viziato in più punti e molti passaggi sono stati omessi o posposti rispetto ad un normale iter da seguirsi quando si interviene in una zona che da 500 anni è occupata da strutture storiche di pregio (cfr: delibera GC n. 4/2013)
Immagino ci sia stato un parere della soprintendenza ai beni artistici e culturali.
La Soprintendenza ha inizialmente concesso un parere preventivo “favorevole con condizioni”, ma le condizioni poste non appaiono in alcun modo rispettate nel progetto proposto dal soggetto attuatore! Ora la Soprintendenza deve esprimersi con un parere definitivo sul progetto approvato dalla Giunta Comunale con la citata delibera di Giunta Comunale 4 del gennaio 2013.
Diciamo inoltre che il convento e la chiesa di Santa Maria del Tempio furono barbaramente abbattuti nel 1971 dall’Amministrazione Comunale dell’epoca, ma – anche grazie al fatto che il piano-strada del 400 è quasi un metro sotto quello attuale – le fondamenta oggi apparse e indagate dall’Università del Salento presentano un elevato che in alcuni punti arriva ad un metro e “presentano caratteri di organicità, unità e buono stato di conservazione che le rendono intangibili ai sensi del Codice dei Beni Culturali” (Dalle Osservazioni ad Assoggettabilità a VIA, punto 3).
I leccesi hanno memoria storica del sito?
Moltissimi, nonostante il tanto tempo trascorso, ne sono affezionati. Lo ricordano come la zona del Tempio, che è stato, oltre che un convento francescano per 500 anni, anche un luogo dove leccesi e forestieri si sono curati nei secoli scorsi.
Il Soprintendente di Lecce, arch. Canestrini, in un intervento pubblico sulla stampa ha definito il progetto del centro commerciale e parcheggio interrato, un “progetto di scarsa qualità”. Per questo speriamo che la Soprintendenza di Lecce, che ha visto alternarsi in questi anni vari dirigenti, voglia bloccare il dannoso e insensato progetto, che peraltro non rispetta le prescrizioni poste.