di Armando Polito
Ignoro totalmente le regole burocratiche che oggi presiedono alla distribuzione di un filmato ma, comunque, voglio immaginarmele fortunatamente lontane anni luce dalle asfissianti disposizioni ministeriali in vigore nel 1954, anno cui si riferisce il nullaosta di seguito riprodotto da http://www.italiataglia.it/files/visti21000_wm_pdf/17921.pdf
Il documento, rilasciato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Direzione generale spettacolo, autorizza la distribuzione di un filmato a colori, prodotto da Dario Rossini e Giuseppe Giraldo Spitom1 per la regia di Enrico Moscatelli, così descritto: Il documentario descrive tutta la Terra d’Otranto attraverso i ricordi storici e le bellezze naturali. Mi pare un miracolo che l’annotata discrepanza, per quanto riguarda il metraggio, fra quanto dichiarato (270) e quanto accertato (288) non abbia prodotto alcuna conseguenza, considerando che in calce si legge: Si rilascia il presente nullaosta … sotto l’osservanza delle seguenti prescrizioni: 1) di non modificare in guisa alcuna il titolo, i sottotitoli e le scritture della pellicola, di non sostituire i quadri e le scene relative, di non aggiungerne altri e di non alterarne, in qualsiasi modo, l’ordine senza autorizzazione del Ministero …
Meno male che la successiva nota 2 non contiene nessun’altra ulteriore prescrizione2, anche se, nonostante tutta la mia fantasia, non riesco ad immaginarmi cosa si potesse aggiungere …
E pensare che giuridicamente, proprio a causa di Spitom per Spitoni, l’autorizzazione sarebbe nata nulla e che oggi, d’altra parte, pur volendo, non si potrebbe far nulla non solo perché, fortunatamente, il documentario fu distribuito, ma anche perché la stessa nullità è andata, e da tempo, in prescrizione …
Il lettore che lo desidera può visionare il documentario, che dura poco meno di 8 minuti, al link
http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=3543&db=cinematograficoDOCUMENTARI&findIt=false§ion=/, dal quale ho tratto tutti i fotogrammi qui riprodotti.
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1 Per Spitoni, come si legge correttamente nei titoli di testa (primo fotogramma della serie più avanti riprodotta).
2 Nel senso di ordine, disposizione di un’autorità, significato ben noto ad ogni cittadino onesto. Per gli altri, invece, la parola ha il significato di estinzione di un’imposizione (teoricamente dovrebbe indicare anche quella di un diritto, ma, nel paese della difesa dei diritti acquisiti non certo col sudore della fronte, per i furbi non vale), parola che include in sé anche il concetto di condanna. Insomma, la stessa parola ed un’unica etimologia (in latino praescriptio può significare imposizione ma anche eccezione giuridica, opposizione, cavillo, scusa) per indicare due istituti non solo moralmente ma anche concretamente in contraddizione. E abbiamo la spudoratezza di definire ancora la nostra come la patria del diritto!