‘Leggerezza: gravità senza peso’, le opere dell’artista salentino Sandro Greco in mostra al Monastero degli Olivetani di Lecce
di Paolo Rausa
L’ingresso alla mostra di Sandro Greco è all’insegna della metamorfosi. Non si è più in città, nel caos del traffico, nella baraonda di rumori, qui tutto tace e si ode, se si presta orecchio, perfino il sibilo delle ali, il frusciare delle farfalle che non sono solo dipinte o installate ma colorano il prato in cui sono immerse e noi con loro. La fantasmagoria di colori ci rallegra. Sandro, un giovane di 86 anni, è subito lì a spiegarci che l’arte è inspiegabile, almeno nel suo significato, perché la sua cifra sta nel rapporto che si stabilisce fra l’artista e il visitatore, in quel connubio spirituale che consente un’osmosi fra la nostra e la sua personalità poliedrica. ‘Fiuri e… culuri’ mi verrebbe da titolare questa mostra. Senonché questo è il titolo di una delle prime raccolte di poesie di mio padre, Fernando Rausa. E’ strano come i concetti si assomiglino, per quanto espressi con mezzi diversi. Qui è la leggerezza delle farfalle che costituisce la cifra, la sua fragilità, la sua bellezza che dura il volgere di un giorno o al più una settimana, per quelle più longeve un mese. La loro essenza è la nostra. Chiedo a Sandro se si sente una farfalla. La risposta è ovvia: ‘Per me è la riprova che la condizione della farfalla dovrebbe insegnare all’essere umano a percorrere la vita sulla terra senza lasciare un segno negativo della sua attività antropica, che si risolve in opere, costruzioni, disboscamenti che poi si ritorcono sulla sua esistenza, quando il corso del fiume travalica il suo letto in cui è ridotto dalle ville e dai capannoni che sorgono sul suo orlo’. L’altro aspetto appariscente dell’arte di Sandro Greco sono i colori, che egli stesso da buon chimico realizza una volta per tutte. Siamo immersi magicamente in un altro mondo che è fuori dalle mura del Monastero possente degli Olivetani a Lecce, siamo nei prati che possiamo ammirare nelle campagne dove il paesaggio è modellato secondo l’armonia di una nota, di un sogno, quello di guardare la natura con meraviglia, con spirito di bambini, senza mai perdere quello stupore inebriante. Sandro Greco modella la materia, il legno, la terracotta, l’olio, la tempera e la riduca a icona delle sue convinzioni maturate nel corso dell’esistenza dura, ma ricca di esperienze. La fede sorregge le sue aspirazioni artistiche e spirituali. L’altro artista con cui mi sono accompagnato alla mostra, Vincenzo de Maglie da Minervino di Lecce, scava nel legno di noce e di ulivo e così ricava immagini della nostra esistenza reali o immaginarie. Il loro incontro è avvenuto all’insegna della reciproca curiosità, sullo scambio di modalità per arrivare alla medesima verità, che l’uomo insegue per raggiungere il divino che c’è in noi. E gli artisti come Sandro e Vincenzo vi sono molto vicini. Info: Museo degli Olivetani, viale San Nicola – Lecce, orari: lun.-ven. 8,00-19,00, per informazioni e visite guidate tel. 338 2618983, oppure 340 8227373, www.unisalento.it/mostre.