Il viaggio dell’arte nella fede.
L’Ultima Cena dello scultore Vincenzo de Maglie da Minervino di Lecce
donata al Santo Padre Francesco nell’udienza del 3 settembre
di Paolo Rausa
Il nostro viaggio inizia il giorno prima su un furgone, da Minervino di Lecce a Poggiardo per raggiungere Roma, Caput mundi, la Sede di Pietro, ora assunta dal Vescovo Francesco giunto da lontano. Vincenzo de Maglie, nel corso della mia visita qualche mese prima alla sua esposizione di oggetti d’arte intagliati e scolpiti nel legno di ulivo, aveva notato che su questo bassorilievo avevo indugiato. ‘E’ l’ultima cena, simbolo di Cristianità!’ – mi presentò così così la sua opera, una notevole scultura di 79×159 cm., imponente. ‘Il mio desiderio è di donarla al Santo Padre.’ – sussurrò. Siamo sulla strada per Roma, maciniamo chilometri lungo il tracciato della via Appia, tante volte percorsa al contrario dalle legioni romane per raggiungere Brindisi e da qui salpare per l’oriente, desiderato e temuto. Roma, la Capitale! Siamo dentro la città, gli occhi di Vincenzo sono inumiditi. Niente rispetto al giorno dopo, quando scende dal sagrato di San Pietro dopo aver stretto la mano del Papa Francesco e aver indicato il suo dono: ‘E’ il simbolo della Cristianità, Sua Santità! Mi guarda negli occhi e aggiunge: Auguri! Quello sguardo, quella persona emanavano santità, pace!’. Vincenzo non aggiunge altro. Parlano per lui gli occhi che lacrimano e dai quali si può comprendere il travaglio di una vita. In pochi attimi Vincenzo la ripercorre tutta e si sofferma in particolare su un sogno, fatto in Svizzera nel 1963. Una figura bianca gli lancia delle tavole e lo invita ad attraversare il fiume impetuoso. Un periodo buio della sua vita. Quella figura bianca ora è associata al Papa. Il Sindaco di Minervino Fausto de Giuseppe lo abbraccia, così fanno anche i due assessori Antonio Accoto e Giuseppe della Luna, orgogliosi di avere cotanto cittadino che hanno accompagnato per dimostrare l’attaccamento del suo paese natale all’artista che ha saputo trarre dalla materia, il legno di noce e di ulivo – la forza e la pace – un’opera d’arte che rappresenta un lascito testimoniale di Cristo all’umanità – il suo corpo e il suo sangue – per consegnarlo al Papa Francesco, pastore delle genti. Non si possono esprimere queste emozioni, solo gli occhi tradiscono, ora con il sorriso ora con il pianto lustrale, che indica la via della salvazione.