di Stefano Manca
A 19 anni cominciai a prendere confidenza con Lecce, le sue viuzze e i suoi locali e le sue feste e le sue menate. Mi invaghii con moderazione di una ragazza che aveva lasciato la provincia tarantina e preso una stanza in affitto nei paraggi di Porta Napoli. Pranzavo spesso da lei. Quando si arrivava alla frutta portavamo l’anguria sul terrazzo e facevamo un gioco indimenticabile. Sputare i semini cercando di fare “canestro” nei vasi delle piante. Chi faceva più canestri, vinceva. Niente soldi né targhe né coppe: chi perdeva scendeva a fare il caffè. Avevamo a disposizione venti semini a testa. Vorrei chiedere a tutti gli assessori comunali della provincia di fare proprio questo gioco low cost inventato da due universitari poco seri e promuoverlo ad Evento A Difesa Del Territorio E Dei Suoi Prodotti Agricoli. Un sindaco qualunque potrebbe tagliare il nastro. I concorrenti comincerebbero ad addentare fette d’anguria per poi sparare i semini. La giuria sarebbe composta dalla pro loco e da qualche commercialista in pensione. Non dite subito no. Pensateci.
Idea favolosa, ma non diamo limiti alla fantasia: non solo anguria,
Allargando il gioco, ogni comune potrebbe identificarsi con uno specifico prodotto della terra che contenga un semino nel suo cuore: limone, arancia, oliva, melone ecc…
Ok, ok, sarebbe più difficile il lancio con un “semino” di pesca o albicocca, ma darebbe maggiormente il gusto della sfida e alla competizione/sagra un enorme contributo alla difesa del territorio.
La festa potrebbe chiamarsi: “Festa della semina” e il premio potrebbe essere una piantina nata dai semini lanciati nella precedente edizione..