Piccole meteoriti per grandi desideri: 10 Agosto la notte di San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti…
di Daniela Lucaselli
Nei ricordi più remoti, tra magia e realtà, è sempre presente con il suo intramontabile fascino, lo splendore della notte tra il 9 e il 10 agosto. Un evento, un momento unico ed irripetibile nella grandiosità dell’attimo, dell’istante in cui si avvera e che stupisce gli occhi increduli e sbalorditi di tutti coloro che, incontrandosi in spiaggia, in piazze pubbliche, in luoghi all’aperto, con il nasino all’insù, guardano fra la costellazione di Cassiopea e quella di Perseo, attenti per osservare, ammirare e godere incantati questo fenomeno spettacolare delle stelle cadenti regalato dal firmamento notturno. Il cielo oscuro si illumina per magia, la scia luminosa delle stelle si avvicina a noi come per regalarci una speranza di un sogno da realizzare. Le stelle cadenti con la loro luce sanno incantare ed emozionare. L’anima vibra in attesa che l’evento tanto desiderato si realizzi.
Ma le stelle cadono per davvero nella nostra atmosfera? Se ciò fosse malauguratamente accaduto noi oggi non esisteremmo più. Allora cerchiamo di saperne di più…
Nel periodo estivo, e precisamente dal 25 luglio fino al 18 agosto, l’orbita della Terra , che si trova nella costellazione di Perseo, incrocia frammenti residui di roccia e ghiaccio della cometa Swift-Tuttle ( l’ultimo passaggio vicino al sole è stato nel 1992, osservato da un astrofilo giapponese che vide un puntino luminoso nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Il prossimo appuntamento sarà nel 2126), che penetrano nell’atmosfera e, a circa un centinaio di chilometri di altezza, diminuiscono la loro velocità.
Come avviene questo fenomeno?
Le comete durante i loro avvicinamenti al sole evaporano formando una lunga coda di gas e polveri spazzata dal vento solare e sulla stessa orbita lasciano numerosi detriti (pezzettini di ghiaccio, sassolini, polveri). Quando la terra, viaggiando nello spazio, attraversa queste regioni i frammenti più piccoli entrano nell’atmosfera terrestre ad altissima velocità ed evaporano (consumano e bruciano la materia di cui sono composti, in poche parole le loro molecole a contatto con l’aria s’incendiano) a causa del forte attrito e surriscaldamento, producendo reazioni fisico-chimiche che determinano l’affascinante scia luminosa, dovuta alla ionizzazione dell’aria.
La cometa, partendo dai confini del sistema solare, si avvicina verso la terra ogni 130 anni, sciogliendo parte del suo mantello di ghiaccio, nel momento in cui si avvicina al sole. Il tratto di orbita più vicino alla cometa è quello più ricco di polveri e quindi l’attività dello sciame meteorico si accentua negli anni più vicini al transito della cometa.
Nel lontano 36 d. C. i Cinesi notarono per primi l’evento. Seguirono i giapponesi, i coreani ed infine gli europei. Ma fino all’inizio dell’800 il fenomeno celeste non destò particolare interesse negli astronomi che ritenevano giustamente che si trattasse di meteore, una particolarità di carattere atmosferico e meteorologico. Attorno al 1830 si appurò che questo stabiliante avvenimento ricorreva annualmente. Nel 1862 Lewis Swift ed Horace Tuttle identificarono la cometa per la prima volta, ma fu l’eclettico astronomo italiano Giovanni Virgilio Schiapparelli colui che collegò la scia di polveri alla cometa.
Le stelle cadenti sono gli asteroidi della costellazione di Perseo, dette appunto Perseidi, che vengono attraversate dall’orbita terrestre creando questa vera e propria pioggia meteorica. Le Perseidi , uno sciame meteorico tra i più rilevanti tra tutti quelli che incrociano il nostro pianeta nel corso della sua rivoluzione intorno al Sole, sono popolarmente denominate lacrime di San Lorenzo, in quanto in passato il picco di visibilità avveniva intorno al 10 agosto, mentre ora è intorno al 12 agosto, a causa della precessione degli equinozi, del variare dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre (lentissima rotazione dell’asse di rotazione terrestre nello spazio), quando la pioggia di stelle è visibile ad occhio nudo e a tutte le ore dalla Terra. Questo mutamento si registra un giorno e mezzo circa ogni 100 anni. Quando poi si è in presenza di Luna Nuova e la luminosità lunare è inferiore lo spettacolare sciame meteorico ha un fascino che non ha eguali.a
Di fronte a tanta meraviglia e stupore pochi si ricordano che questa notte, in cui le stelle sono più abbondanti, è dedicata al martirio di San Lorenzo, avvenuto il 10 agosto del 258 d.C., le cui reliquie riposano nell’omonima basilica a Roma. Durante la persecuzione dei cristiani, avvenuta durante il III secolo d. C. da parte dell’imperatore Valeriano, Lorenzo si rifiutò di adorare le divinità pagane e fu arrestato il 6 agosto dalla Guardia imperiale mentre assisteva Sisto II durante una Messa. Dopo essere stato torturato fu decapitato. La pioggia di stelle sono le lacrime che il santo versò durante il supplizio della decapitazione e che scendono sulla terra il giorno in cui il martire morì. Le stelle sono chiamate anche fuochi di San Lorenzo, in quanto nella tradizione popolare si pensa che il santo fu bruciato vivo su una graticola arroventata da carboni ardenti e i lapilli derivanti da questo atroce e doloroso martirio siano poi volati in cielo e giungono sulla Terra il giorno in cui morì per portare agli uomini la speranza. Infatti in Veneto un detto appunto popolare è San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti.
La sfavillante pioggia di stelle è stata evocata poeticamente e tragicamente anche dal grande Giovanni Pascoli, che dedicò un canto, chiamato appunto X Agosto, al padre ucciso in un’imboscata proprio quel giorno. In questi versi il poeta universalizzava il dolore personale e, attraverso varie similitudini, evidenzia sensibilmente le ingiustizie umane di fronte alle quali il Cielo riversa sulla terra, atomo opaco del male, il suo pianto. Il cielo infinito, immortale, immenso guarda dall’alto con sdegno e amarezza la terra, luogo pieno d’insidie e di contrasti.
Il tempo è trascorso, ma amaramente persistono ingiustizie e crudeltà. Artefice immutabile nei secoli è sempre l’uomo…
X Agosto
di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero; cadde tra spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero; disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
Oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
(da Myricae)
Bibliografia:
J. Bellavita, Le lacrime di San Lorenzo, Italiadonna. it;
INAF, Istituto Nazionale di astrofisica, Le lacrime di san Lorenzo, 2007 .
bellissima