di Wilma Vedruccio
Il web sa accendere buoni sentimenti, anche se crederlo ci fa sentire creduloni.
Muore un povero madonnaro, in circostanze prevedibili, la notizia vola sul web e ci ritroviamo in tanti a condividere una tristezza infinita.
Madonnaro e distributore di santini. Ne aveva sempre tanti fra le mani, non sempre erano del santo festeggiato proprio quella volta.
Luigi arrivava per tempo con la sua bici, la piazza assolata e ancora vuota. La banda addossata a far la siesta in quella striscia breve d’ombra, coincidente col campanile o la chiesa, che si trova in ogni piazza di paese, nell’estate inclemente salentina.
Delimitava la sua zona d’azione, molto prossima alla chiesa, se non proprio sul sagrato, e cominciava a tracciare la sagoma del santo di turno.
Mescolava poi i colori di gesso per dar corpo al manto della Madonna o del Santo, su piani stradali sconnessi e scuri, lavagna ostile su cui impressionare una qualche santità.
I lineamenti lasciavano un po’ a desiderare, bisognava immaginarseli, ma i simboli c’erano tutti, riprodotti dalle figurine che da sempre riempivano le sue tasche.
Procedeva serio nel suo impegno ma non disdegnava di rispondere con un sorriso a chi gli rivolgesse un’attenzione.
Rimessosi in piedi, ripulite alla buona le mani sui pantaloni, sistemato il berretto in testa, fa ora il giro fra i tavolini del bar mentre la banda riempie la piazza delle romanze più popolari…celeste Aida…che gelida manina…sono un barbiere di qualità…
I santini girano ora fra le dita della gente buona, c’è ancora qualcuno che abbozza un bacio all’icona, altri infastiditi allontanano il nostro uomo, se non con brutte parole, con un gesto della mano.
Lui va oltre con passo incerto e veloce, sorride a chi lo saluta amichevolmente e gli rivolge parole scherzose. Farfuglia parole di risposta.
Uno scambio di battute col venditore di noccioline, una visita veloce in chiesa per salutare, e poi via verso casa, a cavallo della sua bici.
Questo per tutte le feste di paese nel Salento, dove si fa fatica a contare i paesi ed anche i santi.
Fino a ieri sera, festa di San Brizio a Calimera.
Morte annunciata si diceva, un annuncio che Luigi, il nostro madonnaro, non ha saputo o voluto cogliere per tempo.
E la sua bicicletta col faro in aria, a illuminar le stelle che approfittano dell’assenza della Luna.
Ora in paese son commossi tutti, si prepara a festa la via del suo viaggio finale, con scritte e disegni che ne commemorano le gesta, improvvisati madonnari, con mani sporche di gesso e gli occhi umidi di tristezza.
E un po’ di rabbia in cuore.
Rileggo dopo un anno questo breve scritto e trovo che, oltre il ricordo del protagonista, ci sia uno sguardo, affettuoso sì sulla propria terra, ma anche una denuncia sulla nostra indifferenza.
I madonnari! Che ricordi bellissimi. Questo breve articolo ha tratteggiato il volto di questi umili “artisti di strada” che come le luminarie,le bancarelle e la banda erano personaggi immancabili delle feste patronali del Salento. Li vedevo,da ragazzino,alla festa dei santi di Diso e a quella di san Rocco di Torrepaduli e di san Donato a Montesano Salentino consumare i gessetti colorati tra le ruvide pieghe dell’asfalto con quelle immagini di santità color pastello. Vi erano madonnari artisti altri un po’meno ma entrambi ricchi di un capacita’ espressiva che le nuove tecnologie grafiche e figurative di oggi non sanno dare. Dopo aver finito la loro opera rimanevano per intere ore seduti al bordo dell immagine riprodotta aspettando che i passanti e i devoti del Santo lanciassero qualche monetina. Ora queste figure sono scomparse del tutto (come del resto sta scomparendo la vera identità delle feste patronali)lasciando un vuoto di nostalgia quando la festa patronale di un paese era attesa,gioia ed occasione per indossare abiti nuovi e perché no accogliere persone come il madonnaro,il paratore ,il venditore di noccioline e quello dei giocattoli. Un vero peccato!!..