di Gianni Ferraris
Se fosse come ci vogliono far credere dovremmo pensarlo veramente: l’Europa rompe i cabasisi (per dirla con Camilleri).
Ogni tassa, ogni balzello, ogni prelievo vengono imposti perché, si dice platealmente o si sottintende, “ce lo chiede l’Europa!” Il rosario iniziò con Monti, prima eravamo nelle mani del bunga bunga e dello scialo, d’altra parte con ministri dediti a parare le terga del loro capo, impegnato a non rispettare nessuna legge dello Stato, non potevamo certo aspettarci anche democrazia, etica e intelligenza amministrativa.
Quello che seguì, da Monti a Letta al giovane Renzi (immediato viene alle mente, parafrasando, “i dolori del giovane Werther”, però al momento i dolori, Renzi, li fa venire ai padri Costituenti che si staranno rivoltando ovunque si trovino), è tutto un mantra continuo. Ad oggi non conosco l’evoluzione la new tassa (voluta dall’Europa naturalmente) che agli inizi del 2014 era sulle prime pagine, quella sui morti. Si decise infatti di diminuire le detrazioni (all’epoca su 1500 euro) e di imporre un’aliquota IVA sulle spese funerarie del 10%, al momento erano esenti. Non è proporzionale, infatti la morte è “ ‘a livella”, uguale per tutti, quindi non poteva che essere una tassa uniforme.
Certo che il morto rende allo Stato e agli enti locali, è un’attività che non conosce crisi, si alza lo spread? Si muore uguale. Crolla la Borsa? Nessun problema, un bel funerale passa sotto casa ugualmente. Il reddito per lo Stato è inesauribile. Non è un caso che esistano, sul de cuius, una serie di balzelli che potremmo definire bizzarri. Volete cremare il vostro caro e conservarne le ceneri? Imposta di bollo sulla domanda di “Affido personale ceneri”.
Volete disperdere le ceneri in mare o all’aria dei monti? Tassa sull’autorizzazione con relativa imposta di bollo. Qui l’evasione è facilissima, voglio vedere la Guardia di Finanza che viene in casa a controllare se l’urna cineraria è piena o vuota.
Vi serve il rilascio di “certificato di constatazione decesso”? Con una versamento di 35 euro (più le spese per il bollettino postale) vi togliete la paura.
E ancora mi chiedo il significato di un bizzarro documento che dovetti una volta produrre: il certificato di esistenza in vita. Bello vero? Ero davanti all’impiegato del Comune di residenza e gli ho detto “mi vedi? Se vuoi puoi toccarmi”. Si fidò sulla parola, ero vivo. Lo certificò con tanto di bollo e timbro. In carta libera però. Allora non esisteva l’autocertificazione che poi arrivò su tutto, anche sul certificato antimafia: “dichiaro di non essere mafioso”, qualcuno sornione pare abbia scritto “dichiaro che la mafia non esiste, per cui non posso farne parte”.
E di tasse strambe è piena l’Italia. I commercianti che mettono tende parasole sugli ingressi dei negozi pagano “occupazione suolo pubblico” , una sorta di tassa sull’ombra, fate ombra al marciapiede, quindi pagate!
“Ci tasseranno anche l’aria” dice qualcuno (sicuramente un antieuropeista convinto). Già fatto! Il gas Metano e il GPL sono addizionati con aria per facilitarne la combustione. L’imposta è sul prodotto finito, aria compresa. Un po’ come l’IVA sulle tasse delle bollette di gas di città in cui l’imposta veniva calcolata anche sulle tasse regionali.
Petizioni, intercessioni, domande ricorsi. Tutto ha un costo erariale in Italia. Per proporli devi pagare.
I pubblici esercizi poi debbono pagare la tassa sui frigoriferi. Il freddo, bene sappiamo, è un lusso.
E attenti ad esporre i tricolore, potrebbe arrivarvi una richiesta di esborso fra capo e collo, la chiamano “tassa per la pubblicità”. E’ successo, può succedere!
E se fate un ricorso per una multa sbagliata dovete pagare il bollo. Se vincete significa che avevate ragione, però vi toglieranno solo la multa, nessun risarcimento è previsto!
Qualcuno più “intelligente” di altri provò anche con la tassa sui fidanzatini. Al governo regnava Monti, la proposta (poi rientrata perché si sono resi conto non tanto di averla detta grossa, quanto piuttosto di essere stati beccati in flagranza di rapina) era di tassare gli sms.
Chissà se a qualcuno è balenata l’ipotesi di poter tassare i rapporti sessuali. Potremmo trovarci un contatore sulla testata del letto. E comprenderemo immediatamente che “E’ l’Europa che lo vuole!”
Quello che mi lascia sempre stupito é che quelli che pagano (pochi, gli altri scampano) pagano e mGri un po mugugnano…ma finisce lì. A quando uno protesta più consistente, per non dire (absit iniuria verbis) una rivolta?
Sergio Notario