di Pino de Luca
Quanto stride con la cultura della mia terra l’approccio di alcuni amici che mi spiegano la loro modernità.
La modernità enogastronomica la intendono così:
“servire alle popolazioni locali l’esotismo, ovvero ciò che è viene da lontano!”
E pensare che io ho sempre immaginato l’ospitalità e il futuro enogastronomico della nostra terra proprio al contrario:
“servire a chi viene da lontano ciò che è “de quai”!!!”…
P.S.
La prima critica è giunta: solo vini pugliesi e salentini nei tuoi canti e nelle tue cantine.
Si. E se avrò salute canterò il Salento e la Puglia ovunque ma non per ottuso provincialismo, solo per profondo rispetto alla mia terra e alla tera d’altri. Potrei parlare anche di Sicilia, Campania, Sardegna, Lazio, Calabria, Piemonte e Lombardia e poi? I miei amici Siciliani, Campani, Sardi, del Lazio (que’altra parola io non la dico), Calabri, Piemontesi e Lombardi di cosa dovrebbero raccontare? Per altre terre si può avere un occhio di riguardo e una visione di un momento ma il cuore …. il mio cuore è qui, in questa striscia di terra a forma di martora che si abbevera tra due mari …. di questa critica non me ne dolgo, me faccio vanto.
* il post è stato estrapolato dal profilo Facebook di Pino de Luca, che non ha autorizzato. Ci perdonerà se lo abbiamo fatto senza chiedergli permesso