Una sponsorizzazione femminile dell’anfiteatro di Rudiae nella travagliata storia di una fantomatica epigrafe (CIL IX, 21)? (Seconda ed ultima parte)

di Armando Polito

immagine tratta da http://viverelecce.altervista.org/html/immaginimie/anfiteatro.jpg
immagine tratta da http://viverelecce.altervista.org/html/immaginimie/anfiteatro.jpg

 

Torniamo all’epigrafe. Essa è registrata nel CIL con l’emendamento del Mommsen:

OTACILIA M. F. SECUNDILLA

       AMPHITEATRUM

(Otacilia, figlia di Marco, l’anfiteatro)

All’ultima parola leggibile doveva certamente seguire un nesso contenente il ricordo di una costruzione o di una ricostruzione. Secondo il consueto formulario epigrafico nel primo caso ad AMPHITEATRUM doveva seguire un nesso del tipo SUA PECUNIA FECIT (fece a sue spese), nel secondo un nesso del tipo CORRUPTUM RESTITUIT (restaurò dopo che si era rovinato).

A prima vista potrebbe sembrare inverosimile che una donna si sia assunto un impegno così prestigioso, usurpando gloria ad un uomo, ma anche così oneroso dal punto di vista finanziario. In realtà nel mondo romano non mancano esempi in tal senso. Per restare, per così dire, in famiglia (un puro modo di dire, perché la loro gens è diversa) Otacilia Severa, eretta al rango di Augusta quando, nel 244, il marito Filippo l’Arabo divenne imperatore col nome di Filippo I, sponsorizzò i ludi saeculares (nel nostro caso il primo compleanno millenario di Roma) del 248 come attestano le due monete che seguono.

 

Leggende: MARCIA OTACIL(IA) SEVERA AUG(USTA)/MILLIARIUM SAECULUM

 

Leggende: MARCIA OTACIL(IA) SEVERA AUG(USTA)/SAECULARES AUGG

Certo, dirà qualcuno, era la moglie di un imperatore …

Ѐ vero, sarà stato un omaggio dell’imperatore alla moglie ma non mancano esempi di sponsorizzazioni che vedono protagoniste donne senz’altro facoltose ma non così potenti:

CIL IX, 22 

PUBLICIAE M(ARCI) F(ILIAE)/FIRMILLAE/LOCO DAT(O) D(ECRETO) D(ECURIONUM)/M(ARCUS) PUBLICIUS QUARTINUS/CUIUS DEDICATIONI DATI/SUNT AB EA DECURIONIB(US)/SING(ULIS) HS VIII N(UMMUM) MUNICIPI/BUS ET INCOLIS SING(ULIS) HS III N(UMMUM)

(A Publicia Firmilla figlia di Marco, donato il luogo [di sepoltura] per decreto dei decurioni. Marco Publilio Quartino, per la cui consacrazione furono donati da lei ai singoli decurioni otto seterzi e ai singoli abitanti tre)

L’iscrizione appena riportata fu rinvenuta proprio a Rudiae e Publilia Firmilla può essere considerata solo una collega minore di Otacilia Secundilla. Ma ecco altre donne che allentarono i cordoni della borsa proprio come la nostra:

CIL IX, 1156

TI(BERIO) CLAUDIO/TI(BERI) FIL(IO) TI(BERI) NEPOTI/COR(NELIA) MAXIMO Q(UAESTORI)/IIVIR(O) QUINQ(UENNALI)/HIC CUM AGERET AE/TAT(IS) ANN(OS) XX IN COLON(IA) AECLAN(ENSI) MUNUS EDIDIT/IMPETRATA EDITIONE AB IMP(ERATORE)/ANTONINO AUG(USTO) PIO IN QUO/HONORE SEPULTUS EST/CUIUS MATER GEMINIA M(ANI) FIL(IA)/SABINA OB HONOREM EIUS IN/VIA DUCENTE HERDONIAS/TRIA MILIA PASSUM EX D(ECRETO) D(ECURIONUM) IN/TRA LUSTRUM HONORIS EIUS RE/PRAESENTATA PECUNIA STRAVIT

(A Tiberio Claudio figlio di Tiberio, nipote di Tiberio, della tribù Cornelia, questore massimo, duumviro quinquennale, qui [morto] a venti anni nella colonia di Eclano, preparò l’onoranza funebre  dopo aver ottenuto il permesso dall’imperatore Antonino Augusto Pio, onore col quale fu sepolto, sua madre Geminia figlia di Mabo della tribù Sabina. In suo onore lastricò tre miglia sulla via che conduce ad Erdonie per decreto dei decurioni essendo stato fornito il denaro entro cinque anni dalla concessione di quell’onore)

E se Gemina Sabina lascia il ricordo del suo nome in questa epigrafe rinvenuta ad Aeclanum (oggi Mirabella Eclano in provincia di Avellino)  per aver sovvenzionato la lastricatura di parte di una strada, ecco due altre rappresentanti del gentil sesso emulare la nostra Otacilia e lasciarne memoria in due epigrafi rinvenute, rispettivamente, a Cassino e ad Assisi:

CIL X, 5183

UMMIDIA C(AI) F(ILIA)/QUADRATILLA/AMPHITHEATRUM  ET/TEMPLUM CASINATIBUS/SUA PECUNIA FECIT

(Ummidia Quadratilla figlia di Caio realizzò a sue spese l’anfiteatro e il tempio per gli abitanti di Cassino)

CIL XI, 5406

PETRO[NIA C(AI) F(ILIA) GALEONIS …]/IN FID[EICOMMISSO SOLVENDO (?) ]/DECIAN[I FRATRIS NOMINE … OPUS (?)]/AMPHPH[ITHEATRI CUM … ORNAMENTIS (?)]/QUOD EX [TESTAMENTO ]/PERFIC[IENDUM CURAVIT ]

(Petronia figlia di Caio Galeone … nello sciogliere (?) un fidecommesso … in nome del fratello Deciano l’opera (?) dell’anfiteatro con … ornamenti (?) il che secondo il testamento curò che fosse portato a termine)

 

Ritornando per l’ultima volta alla nostra Otacilia Secundilla, va detto che la gens Otacilia era ben diffusa, anche se non nel Salento (ma non è detto che la sponsorizzazione debba essere locale). Nel CIL, infatti, si contano 83 Otacilius in Italia1 e 44 fuori; 45 Octacilia in Italia2 e 17 fuori, escludendo, oltre alla nostra Secundilla anche Marcia Otacilia Augusta, la già nominata moglie di Filippo I, che compare 5 volte in Italia3 e 56 fuori. Per completare il quadro va ricordata una villa Otaciliana4, una Otaciliorum area5 e, derivato evidentemente da Otacilius, l’onomastico Otacilianus6.

Un altro nome, però, ben più importante, anche se non è quello di una donna,  emerge da un’altra iscrizione rinvenuta nel 19557 a Rudiae:

EAOR-03, 00083=AE 1958, 00179:

EX IN[SIGNI INDU]LGENTIA/[OP]TIM[I MAXIMI FORTIS]SIMIQUE/[PR]INC[IPIS]/[IMPERATORIS] CAESARIS [COMMODI]/[ANTONINI] AUG(USTI) [GERMANICI]/[AMPHITEATRUM] PEC(UNIA) PUBL(ICA) REFECTUM

(Per straordinaria benevolenza dell’Ottimo Massimo e tenacissimo principe imperatore Cesare Commodo Antonino Augusto Germanico l’anfiteatro fu ricostruito col pubblico denaro).

Secondo me, tuttavia, le notevoli lacune proprio nei punti cruciali (nome del dedicatario e tipologia del refectum) rendono molto dubbio il fatto che l’epigrafe si riferisse veramente all’anfiteatro.

Non va dimenticata, infine, quest’altra iscrizione, registrata come rinvenuta a Rudiae 8:

AE 1988, 00387 = AE 1991, 00516

[IMPP(ERATORIBUS) CAESS(ARIBUS?) DD(OMINIS)] N(OSTRIS) VALENTINIAN[O]/[ET VALENTE VICTORIO]SISSIMIS SEMPER/[AUGG(USTIS)]/[3]NUS V(IR) C(LARISSIMUS) CORR(ECTOR)/[SE]CRETARIUM TRIBUNAL/USQUE AD CONSUMMATIONEM/STUDIIS CURIAE FLORENTIS EXTRUXIT

(Sotto gli imperatori Cesari nostri signori Valentiniano e Valente Augusti sempre vittoriosi  …no uomo illustrissimo governatore imperiale costruì fino al compimento il tribunale segreto grazie alle cure della corte fiorente).

Mi congedo dal lettore con l’auspicio che la ripresa degli scavi porti alla luce anche altre testimonianze epigrafiche e chissà se con un colpo di fortuna qualcuna di loro non consenta di sapere di più della nostra Otacilia e non solo …

 

Per la prima partehttps://www.fondazioneterradotranto.it/2014/06/06/una-sponsorizzazione-femminile-dellanfiteatro-di-rudiae-nella-travagliata-storia-di-una-fantomatica-epigrafe-cil-ix-21-prima-parte/

____________

1 2 (Preneste) 4 (Terracina) 5 (Buccino) 40 (Roma) 1 (Montecassino) 2 (Pompei) 1 (Grumentum) 1 (Atena lucana) 1 (Erbalunga) 1 (Pisa) 2 (Firenze) 1 (Chiusi) 1 (Spello) 1 (Assisi) 10 (Ostia antica) 1 (Tarquinia) 1

(Paestum) 1 (Potenza) 7 (Naro).

2 33 (Roma) 1 (Terracina) 1 (Salvetella) 2 (Pozzuoli) 1 (Nepi) 5 (Ostia antica) 1 Porto Torres 1 (Atena lucana) 1 (Caggiano).

3 1 (Albano laziale) 3 (Roma) 1 (Urbino).

4 CIL, VI, 36126 (Roma)

5 CIL, VI, 23606 (Roma).

6 VI, 23626 (Roma)

7 Così si legge in una relazione a firma, secondo lo stile epigrafico …  di m(ario) b(ernardini), leggibile all’indirizzo  http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Studi%20Salentini/1958/Articoli/Notiziario%20Studi%20Salentini%201958.pdf

Non riesco a capire, poi, come, sempre nello stesso testo, l’epigrafe sia interpretata come una damnatio memoriae, quando la sua riduzione in frammenti può essere più ragionevolmente attribuita alla lunga attività di saccheggio esercitata per secoli nel fondo Acchiatura.

8 In Francesco Grelle, Canosa Romana,  L’Erma di Bretschneider,  Roma, 1993, pag. 181 si legge, invece, che l’epigrafe è stata rinvenuta una quindicina di anni fa, in occasione di lavori agricoli, nel territorio del comune di Torremaggiore, al confine con quello di Lucera, in una località dove emergono resti di un insediamento tardo antico e forse alto medioevale. Ora è custodita nei depositi del Museo civico di Foggia.

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