di Paolo Vincenti
Nell’ambito della manifestazione “Omaggio a Giorgio Cretì” che si tiene ad Ortelle sabato 31 maggio e domenica 1 giugno 2014 in Piazza San Giorgio, è allestita la mostra di pittura “Ortelle. Paesaggi Personaggi … con gli occhi (e il cuore) di Carlo Casciaro e Antonio Chiarello”, presso Palazzo Rizzelli sempre nella centrale Piazza San Giorgio.
L’occasione è di quelle importanti. Infatti, nel salotto buono della città, Ortelle rende omaggio ad un suo figlio illustre, Giorgio Cretì autore del romanzo “Pòppiti” con una serie di incontri e conferenze e finanche una riduzione teatrale dell’opera summenzionata a cura di Raffaella Verdesca e Paolo Rausa.
Ma torniamo alla mostra pittorica di Casciaro e Chiarello, Chiarello e Casciaro.
I due ortellesi offrono un viaggio attraverso i propri personali mondi pittorici che si incontrano e si specchiano in omaggio ad un altro ortellese del passato, appunto Cretì.
Nell’evenienza della mostra, è stato pubblicato un catalogo, con lo stesso titolo e una doppia speculare copertina, realizzato con il patrocinio del Comune di Ortelle, dell’Università del Salento, del CUIS e della Fondazione Terra D’Otranto.
Anche il catalogo vuole essere un omaggio allo scrittore ortellese, come è manifesto dalla copertina che in una banda marrone nella parte superiore reca scritto “Per un antico (pòppitu) eroe. Omaggio a Giorgio Cretì”. Nella parte centrale della copertina, la foto di un bellissimo antico portale del centro storico di Ortelle. All’interno del volumetto, Casciaro e Chiarello si dividono equamente gli spazi: da un lato le opere dell’uno e dal lato opposto quelle dell’altro, realizzando una sorta di residenza artistica o casa dell’arte su carta.
Il libro è introdotto da una bellissima poesia di Agostino Casciaro, dedicata proprio ad Ortelle e da una Presentazione della critica d’arte Marina Pizzarelli. Quindi troviamo i volti di Carlo Casciaro, fra i quali, ultimi realizzati, proprio quello dello Pòppitu Cretì, in un acrilico su tela del 2014; poi quello di Agostino Casciaro, sotto il quale vengono riportati alcuni versi di Renato Grilli, e quello di Giuseppe Casciaro (1861\1941), pittore del passato e maggior gloria ortellese. Inoltre, l’opera “Ortelle”, acrilico su tela 2012, con una citazione di Franco Arminio, “Capriglia”, acrlico su tela 2014,con una citazione di Giorgio Cretì, “Largo Casciaro”, acrilico su tela 2013 e infine una scheda biografica di Carlo Casciaro.
Di Carlo ho già avuto modo di scrivere: <Dalla fotografia alla pittura, Carlo Casciaro comunica attraverso la sua arte e mi sembra perfettamente integrato con il microcosmo di una piccola e fresca cantina nella quale ha ricavato il suo studio e dalla quale osserva il mondo esterno, senza spostarsi da casa, indagatore dell’anima, collezionista di memorie, archivista di emozioni. Carlo è un viaggiatore fermo, un nomade stanziale, se mi si perdona l’ossimoro. Da Milano, dove ha vissuto e lavorato diversi anni, è ritornato al paesello, nella sua amata Ortelle, e qui ha ripiantato radici, la sua è diventata una scelta di fede, perché è facile essere attaccati al paese dove si è nati, ciò è naturale e scontato, ma quando invece lo si risceglie in piena consapevolezza, dopo essere stati via per anni, e lo si rielegge a propria residenza, questo ha un valore raddoppiato. Così Carlo ha deciso di vivere qui, nell’antica Terra Hydrunti, a fotografare vecchi e vecchine, parenti, amici, sdentati e sorridenti personaggi schietti e spontanei di quella galleria di tipi umani che offre l’ecclesia ortellese, a immortalarli nei suoi ritratti a matita e pastello e ad appenderli con le mollette a quei fili stesi nella sua cantina a suggellare arte e vita, sogno e contingenza>.
Mutando verso del catalogo, si ripetono la poesia di Casciaro e la Presentazione di Pizzarelli, e poi troviamo le opere di Antonio Chiarello. Fra i versi di Antonio Verri e Vittorio Bodini, sette acquerelli con una piantina turistica di Ortelle, cartoline e vedute panoramiche della città di San Vito e di Santa Marina e una “Vecchia porta + vetrofania” del 2011. Quindi, la scheda biografica di Antonio Chiarello.
Anche di Antonio, fra le altre cose, ebbi a scrivere: <Antonio Chiarello, “cuore messapo”, vuole raccontare l’anima vera del Salento… Il nostro autore porta dentro di sé uno smisurato amore per questa terra di mezzo che sempre affascina chi fa arte e chi ha un animo sensibile disposto all’ascolto. Chiarello si sente per intero figlio di questa terra bagnata dai due mari e dei suoi angoli nascosti, delle sue pietre parlanti, del culto dei suoi santi, delle sue grotte, dei suoi millenari monumenti, dei suoi alberi e delle sue case, di Castro e di Porto Badisco, del suo cielo incantato e incantatore, di Santa Cesarea e di Otranto, dei gabbiani che volano basso, delle sue chiese e delle sue storie, che è bello continuare a tramandare come favole di bimbo, come perle di una collana di tristezza e di felicità intrecciate per l’indissolubile.
Tutto queste cose fanno il “Salento d’autore” di Antonio Chiarello, cioè la sua veduta del nostro paesaggio, che è poi l’interpretazione che ad esso dà un pittore-grafico-fotografo di vaglia come il Nostro. Nella sua avventura umana ed artistica, Chiarello ha avuto la fortuna di circondarsi di personaggi di primo piano della cultura salentina, quali, ad esempio, Antonio Verri, Donato Valli, Antonio Errico, Pasquale Pitardi, Fernando Bevilacqua, Rina Durante. E allora, per accostarsi all’universo poetico di Antonio Chiarello, è bello andare a visitare questa mostra che conferma esattamente quanto diceva Ugo Foscolo, ossia che “L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità”.> E quest’ultima citazione vale dunque, e anzi doppiamente, come invito per la mostra di Ortelle.