di Giuseppe Corvaglia
La devozione mariana a Spongano cambia nel tempo aspetti ma resta una costante dell’impianto devozionale, un pilastro per la fede degli Sponganesi come ci ricorda Filippo Casarano in un articolo pubblicato sul giornale del Comune qualche anno fa (Il culto della Madonna – Note di storia locale. Spongano periodico dell’Amministrazione Comunale – Anno V 25 aprile 2001).
Il patronato di Spongano viene chiesto per Santa Vittoria nel 1766 e non è stato mai richiesto per la Madre di Dio, ma è evidente una grande devozione per essa.
Intanto ce lo testimonia già agli albori del paese la presenza di una chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, che ospita una confraternita dedicata alla Madonna Immacolata, e la devozione per la Madonna del Buon Consiglio (festeggiata nei tempi andati il 26 aprile).
Alla Vergine con questo titolo, che ricorda il miracolo di Genazzano, in chiesa è dedicato un altare e si può vedere la statua processionale conservata sopra la porta della sacrestia. In paese, poi, non è raro trovare testimonianze di devozione popolare, come le edicole poste all’angolo fra via S. Leonardo e via Fulvio Bacile e via S. Angelo e via Montegrappa.
Ma verso la fine del 1800 un nuovo impulso viene dato da monsignor Gaetano Bacile dei Baroni di Castiglione, ancora giovane parroco del paesino natale, che, dopo un pellegrinaggio a Lourdes, viene affascinato dagli eventi che ivi sono accaduti e che hanno sconvolto il mondo intero, non solo religioso.
Il mondo è cambiato. Il Positivismo e la scienza vagliano con attenzione gli eventi miracolosi e anche la Chiesa deve mostrare cautela. Ma di fronte a quella contadinella ignorante che parla di una Signora che prega insieme a lei con il Rosario e che si definisce Immacolata Concezione non si riesce ad archiviare tutto come allucinazione, visione o frottola.
Poi ci sono i miracoli che mettono in crisi anche i medici e gli scienziati più laici, quando non atei.
In questa temperie il giovane parroco di Spongano sente che la devozione alla Madonna di Lourdes è la modalità più bella per incanalare la sincera, filiale devozione degli Sponganesi per la Madre celeste.
Così mette in campo entusiasmo, fede, estro creativo, cultura e conoscenza e progetta un percorso che vede ancora gli Sponganesi in cammino.
Il progetto prevede l’acquisto di una statua, la costruzione di un santuario e l’elaborazione di uno strumento per elevare lo spirito come un libretto di preghiere.
La statua viene commissionata nel 1876 allo scultore napoletano Reccio che a maggio di quell’anno la ultima e la fa arrivare a Spongano. In seguito la pregevole opera verrà allocata in una nicchia sopra l’altare del cappellone decorata come se fosse la grotta di Massabielle.
Anche il santuario vedrà la luce con la costruzione del cappellone posto a sud e inaugurato dallo stesso monsignor Bacile, diventato Vescovo di Castellaneta, nel 1884.
L’altro punto il curato lo realizza sempre nel 1876 prestissimo stampando un libretto di preghiere a lei dedicato, che contiene anche un Inno che ancora oggi viene cantato solennemente dalle Figlie di Maria (associazione di preghiera) durante il momento topico della festa religiosa.
L’inno
L’inno “Orsù dunque festosi e giulivi” penso che abbia suggestionato e continui a suggestionare gli sponganesi di tutte le età. Viene cantato durante la processione della vigilia quando la statua giunge in piazza Vittoria, dove si ferma la processione.
E’ un omaggio alla Madonna ma anche un modo di affidarsi a Lei come madre ed assume lo stesso significato che in altri paesi ha la consegna delle chiavi della città.
La voce di tutta la comunità è quella delle giovani Figlie di Maria, che per l’occasione si vestono con gonna blu, camicetta bianca e foulard azzurro.
Ma a rendere particolarmente solenne il momento è la strumentazione per banda che accompagna l’inno sacro. La banda prova al mattino con le Figlie di Maria e, quando si arriva in piazza ci si ferma, ci si dispone e poi si attacca. Dopo un’introduzione solenne parte il coro di giovani donne che viene accompagnato dalla musica e, davvero, sembra sgorgare dal cuore.
L’inno comincia con un’esortazione a venerare la Diva di Lourdes decantandone i miracoli fatti ma, soprattutto, esaltandone i pregi del suo amore verso di noi.
Ella infatti per le tribolazioni (plaghe) del genere umano (dei fidi Adamiti, figli di Adamo) fornisce un rimedio meraviglioso (dolce medela): quello di manifestarsi e dire agli uomini che Lei è con loro e che le loro preghiere possono essere ascoltate.
Così Monsignor Bacile cerca di sbalordirci come lo è Bernadette al momento dell’apparizione.
Dice: squarcia il monte e se stessa rivela a Bernarda dal candido cor.
In realtà la roccia non si apre, la grotta di Massabielle esiste già e Bernadette non sente rumori ma solo un soffio di vento. Ma quella Signora luminosa (dal suo volto raggiante fulgor), vestita di bianco con una fascia azzurra (ceruleo color) in vita, che ha fra le mani un rosario e sui piedi due rose dorate è più eclatante di un tuono, più roboante di un terremoto per quella semplice fanciulla.
Il ritornello è un’accorata preghiera ad accogliere il devoto omaggio della popolazione che viene esaltato dagli ottoni e dalle percussioni, così da diventare un grido liberatorio che si alza in cielo e si chiude con il punto coronato della banda.
E’ questo l’acme della festa, il momento principale che corona le preghiere, la processione, i fuochi, le luminarie, la banda. Senza questo momento di affidamento la festa non sarebbe la festa de la Madonna.
Questo momento negli anni è stato preparato molto spesso dal Prof. Antonio Rizzello, maestro di rango, che sa sempre guidare le giovani voci coordinandole con i musicanti che, da professionisti, ogni anno con poche prove riescono ad offrire un momento davvero emozionante e unico.
Orsù dunque festosi e giulivi
La gran Diva di Lurd veneriamo
I prodigi di lei ricordiamo
E i suoi pegni più cari d’amor.
Alle piaghe dei fidi Adamiti
Ella appresta una dolce medela;
squarcia il monte se stessa rivela
a Bernarda dal candido cuor.
Ritornello : O Vergin di Lurd
Regina d’amor
Accogli l’omaggio
sincero del cuor!
Questa ascolta e guardando sorpresa
La rimira di neve vestita,
ampia zona le cinge la vita
di un vivace ceruleo color.
Un Rosario la Diva ha fra le mani
Ai suoi piedi germoglian le rose
E rivela le grazie nascose
Dal suo volto raggiante fulgor.
Ritornello : O Vergin di Lurd
Regina d’amor
Accogli l’omaggio
sincero del cuor!
Per ascoltarlo in una esecuzione pubblica diretta dal Prof. Antonio Rizzello
E’ un articolo veramente interessante che mi ha messo al corrente di fatti, persone e cose che prima non conoscevo. Ringrazio e mi congratulo con il suo estensore dott. Giuseppe Corvaglia.