di Wilma Vedruccio
Un sogno ad occhi aperti, di Angelo Pellegrino, diventato un sogno collettivo.
Una scommessa che ogni anno si rilancia sul tavolo da gioco.
Un contagio, se lo sguardo vuol essere negativo.
Una clessidra, dove la polvere d’oro dei giorni di un’intera annata passa dalla strettoia dei giorni di festa e s’ accumula sul fondo quale capitale d’energia per l’anno che verrà quando la clessidra sarà capovolta.
Ma i giorni della festa !!
Rimane il piacevole stordimento della musica ascoltata, una valanga di foto che vorrebbero fermar quei giorni, aneddoti da raccontare.
Resta il gusto di ciò che si è mangiato, ma la ricetta sfugge, bisognerà attendere il prossimo anno per riassaporare piatti che arrivano da tempi di una volta, fino alle nostre moderne papille gustative.
Resta la frenesia della danza nei muscoli e nell’animo sia di chi ha provato la gioia e lo stordimento del ballo collettivo, sia di chi ha solo guardato la folla palpitante pulsare al ritmo della pizzica e di altra musica mediterranea che dalle tarantelle si è lasciata contaminare.
Rimane, in chi è avanti negli anni, la speranza di poter esserci ancora in questa dolce follia collettiva.
Resta l’orgoglio di aver vissuto giorni da città d’arte, respirando la polvere sollevata dagli scalpellini che intagliano la pietra e visitando mostre con istallazioni da provare a capire e a spiegare a chi non c’era.
Di quei giorni rimane il gruzzoletto delle monetine della Solidarietà che assume dignità di ricchezza nella lontana Africa del Benin, nell’orfanotrofio di Ouenou, dove sarà speso per la sopravvivenza.
Alla Comunità del Borgo resta la consapevolezza che si può smovere la crosta dei secoli se si mettono insieme le idee, i progetti, le energie, da condividere per avere tutti insieme un più ampio respiro.
Infine Borgoinfesta è…la festa che apre le porte alla stagione estiva.