di Armando Polito
Come al solito ho esagerato, perché basterebbero i soli pregiudicati italiani, magari solo quelli bazzicanti in politica, a garantire il successo del movimento …
Dopo il mio suggerimento (https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/04/09/se-diventassi-ministro-della-salute/) al ministro della Salute di emanare una circolare interpretativa sul nuovo significato da far assumere al DISPENSATO presente sulle fustelle dei medicinali attualmente a carico parziale o totale del S. S. N. (quelle due esse iniziali sono piuttosto inquietanti …), provvedimento, stranamente, non ancora assunto …, eccomi ora a parlarvi di qualcosa che, invece, è già in atto, sia pure in modo, non poi tanto impercettibilmente, strisciante.
La parola coinvolta, questa volta, è, appunto, PREGIUDICATO. Come avevo fatto con DISPENSATO, cito quanto riportato nella Treccani on line:
PREGIUDICATO: s. m. (f. -a) [part. pass. di pregiudicare]. – Persona che ha riportato una o più condanne penali o è già stata sottoposta a misure di sicurezza personali.
A PREGIUDICARE: v. tr. [dal lat. praeiudicare, comp. di prae- «pre-» e iudicare «giudicare»] (io pregiùdico, tu pregiùdichi, ecc.).
1.
a. Con sign. etimologico, raro, giudicare anticipatamente, esprimere un giudizio prima di avere acquisito piena ed esatta conoscenza dei fatti e degli elementi necessarî.
b. Più com., nel linguaggio giur., riferito a decisione, formula, espressione che, contenendo più o meno implicitamente un giudizio di fatto, può compromettere quello del giudice competente (v. pregiudizio).
c. Con sign. analogo, nel linguaggio com., ostacolare o deviare lo svolgimento regolare di qualche cosa, rendere difficile una sua soluzione nel modo desiderato: con quell’incauta dichiarazione, hai pregiudicato la situazione; è un intervento che potrebbe p. l’esito delle trattative.
d. Per ulteriore estens., compromettere, danneggiare: un grosso scandalo ha pregiudicato la sua reputazione; sono atteggiamenti irresponsabili che possono p. il vostro avvenire; è uno sport troppo faticoso, che finirà col p. la tua salute.
2. Letter. l’uso intr. con un compl. di termine, nel sign. di recare pregiudizio, recare danno: assai è buono cittadino chi è zelante del bene della patria e alieno da tutte le cose che pregiudicano al terzo (Guicciardini); vizio è qualora il bene privato si oppone o pregiudica al pubblico bene (Muratori). ◆ Part. pres. pregiudicante, anche come agg., non com., che reca pregiudizio, che compromette o può compromettere: considerata l’opposizione, si trovasse modo d’usar parole non pregiudicanti (Sarpi). ◆ Part. pass. pregiudicato, anche come agg.: una questione, una situazione irrimediabilmente pregiudicata, compromessa. Per l’uso del part. pass. come sost., v. pregiudicato.
Se DISPENSATO mi ha ispirato un consiglio, PREGIUDICATO mi ispira una constatazione: esso come sostantivo ha perso l’unico significato che aveva (in pratica era sinonimo di condannato in via definitiva) per recuperare quello originario di participio passato di PREGIUDICARE, sicché oggi il pregiudicato, soprattutto quello eccellente, ha ogni diritto di considerarsi una vittima incolpevole del pregiudizio, un ingiustamente perseguitato e danneggiato, un martire e di ritenere, perciò, offensivo perfino il suo affidamento ai (leggi agli in caso di scioglimento dell’acronimo …) S. S.; sempre meglio, comunque, delle SS evocate da me all’inizio e da altri in una delle sue tante brillanti quanto fraintese battute.
In passato non sarebbe stato necessario essere un giurista per chiedersi: – Se poi il pregiudicato dovesse approfittare della fragilità dei soggetti affidati alle sue amorevoli cure (sfortuna su sfortuna …) per farsi propaganda elettorale anche tra loro, non si configurerebbe comunque, nonostante ciò rientri nei confini riconosciutigli (generosità per me totalmente incomprensibile e che, cosa ancora più grave costituisce un pericolosissimo precedente) di agibilità politica, un conflitto di interessi (ancora un altro!), cioè uno scontro, che nemmeno il più bizantino dei ragionamenti potrebbe comporre, tra un interesse nemmeno partitico ma privato, ribadisco privato, e l’interesse pubblico, che nella fattispecie s’identifica col rispetto del più elementare senso della legalità e della giustizia, anzi, tout court, del buon senso? –
Se oggi qualche ingenuo dovesse porsi quella stessa domanda, non dovrebbe sentirsi offeso da una risposta di questo tipo: – Ma non ti sei ancora accorto della nuova accezione assunta da pregiudicato e ormai de factu ratificata? –
O no?
E allora, poiché non amo la bieca critica fine a se stessa ma sono uno spirito (tutti infatti dicono che sono spiritoso) propositivo, anche questa volta, dopo la constatazione, un suggerimento. Visto che si è già messo mano pesantemente sulla Costituzione e si ha la volontà di continuare a farlo, propongo che il nuovo articolo 1 sia così riscritto in un ultimo sussulto di sincerità e rispetto della realtà (questo mi fa capire perché la politica non è per chi ama l’utopia, insomma per la folle categoria dei sognatori tra i quali, pure io in un sussulto, ma di presunzione , mi colloco): L’Italia è una Reprivata oligocratica basata sulla spregiudicatezza.
Per fare le cose per bene, poi, e una volta per tutte eliminare ogni rischio di fraintendimenti interpretativi, basterà sopprimere dal lemma spregiudicatezza (questa volta, per la par condicio, mi rifaccio al dizionario De Mauro) la definizione mancanza di scrupoli; libertà di costumi; licenza verbale e lasciare, magari enfatizzandola, l’altra: indipendenza di giudizio, libertà da condizionamenti e preconcetti manifestata specialmente in discorsi e atteggiamenti anticonformisti.
O no?
condivido, segnalo, consiglio e ringrazio. La capacità di sintesi, ironia ed autoironia sono merce preziosa.
Anche questo interessante sito “insozzato” dalla politica. Peccato.
La invito a leggersi e, se lo ha fatto, a rileggersi qualche mio post precedente da cui emerge inequivocabilmente il mio atteggiamento nei confronti della politica per come oggi è intesa e praticata sotto ogni colore.
Proprio questa assenza di partigianeria (ora ci sarà un risentimento da parte della cosiddetta sinistra …) mi ha consentito, mi consente e, spero, mi consentirà (questo verbo mi ricorda qualcuno …) di esercitare in libertà consapevole il mio libero spirito critico in questo libero spazio.
Quanto all’”insozzato”: sarebbe come dire che, se un pozzo nero sta per travasarci addosso il suo contenuto, è meglio far finta di niente e fischiettare allegramente anziché, come minimo, parlare di merda incombente.
Ri/condivido Polito. Il libero pensare è prezioso… Giudicare la politica una cosa”sporca” è comunque una bizzaria lessicale, come dire che chi fa politica è sozzo a prescindere da tutto. Come dire che gli italiani sono tutti mafiosi o che i negri hanno la musica nel sangue. Conosco un negro che non sa muovere un passo di danza…. giuro. E dire che fare cultura prescinda dalle scelte della politica è un salto mortale carpiato quadruplo… Pompei docet. o no?