di Rocco Boccadamo
Nei raggi scintillanti del bel sole di primavera.
Sulla quieta distesa d’intenso azzurro del mare di Castro.
Dietro i soffi, fumosi, dello scirocco attaccaticcio.
Lungo i sussulti, impetuosi, delle onde color verde e cenere e frammiste a irrequiete macchie di schiuma candida.
Sulla silhouette di un insolito affascinante aquilone che volteggia silente, in alto, rimirando, con distacco, selve di festaioli incolonnati in rumorose scatole di latta a motore.
Nella cornice di un edicola votiva a Maria delle Grazie, impressa a disegno sul muro di un borgo paesano, con l’incerta e approssimata dedica “Per divozione (devozione) di Oronzo Fachiechi (Fachechi).
Nella coppia di un lui e una lei, nubendi nell’aprile 1964, quarantacinque anni d’età insieme, come pure nell’attuale famiglia allargata di tredici componenti, che ne è conseguita.
Davvero, a prescindere dal nome del Dio, non è difficile, né tantomeno impossibile, crederci, anche se, farlo, può talora tornare scomodo.