di Armando Polito
Non sono mancate le occasioni in cui ho stigmatizzato il fenomeno della nostra esterofilia, specialmente in campo linguistico; essa è per me intollerabile quando esiste la parola italiana (non la circollocuzione) perfettamente corrispondente, perché mi sembra un tributo non dovuto, dettato, più che dal mercato, dalla moda, sicché, solo per fare un esempio, mi sembra ridicolo parlare di spending rewiew e non di revisione della spesa.
La Pasqua, però, è una ricorrenza speciale che giustifica pure trasgressioni esterofile. Non è tutta colpa mia, poi, se mi è parso particolarmente accattivante un opuscoletto francese in 8 pagine dal titolo La poule aux oeufs tricolores (La gallina dalle uova tricolori) illustrato da Colette May e pubblicato a Parigi da Yves M. Bozellec. L’ho trovato sul sito della Biblioteca Nazionale di Francia1, da cui ho tratto tutte le immagini che seguono.
Anche se, contrariamente a quanto succede per la stragrande maggioranza dei testi digitalizzati, non risulta indicata la data di uscita, la fortuna ha voluto che potessi ricostruirla in quanto il titolo è citato a pag. XLVII di Les livres de l’anné (rivista bibliografica francese), anno 19222.
Dopo la vista d’insieme
ecco il frontespizio e le altre pagine con la mia traduzione in calce.
La gallina Cocotte lascia un istante le sue uova e non s’accorge che Giacomo, il figlio del fattore, gliene sottrae uno.
Giacomo sa che fra poco sarà Pasqua. In onore di questa festa colora l’uovo di Cocotte in blu, bianco e rosso. -Ci andrà bene- dice – se il pulcino nasce tricolore-.
Al ritorno Cocotte si accorge del fenomeno che Giacomo a rimesso al suo posto. Essa è stupita all’idea di aver deposto un uovo di parecchi colori.
Ben presto due, poi tre, poi cinque, poi sei galline circondano Cocotte che comincia a sentirsi molto orgogliosa.
La notizia ha subito fatto il giro della fattoria. Tutti gli animali vengono per rendersi conto e domandano come se fosse un favore di osservare un’estremità dell’uovo.
Infine il gran giorno arriva. L’emozione è intensa mentre il pulcino fora l’uovo, Cocotte si crede divenuta imperatrice.
L’uovo viene bucato, il pulcino è come gli altri. -L’avevo detto- esclama un’oca e tutti gli animali se ne vanno lasciando Cocotte che quasi si vergogna del suo pulcino.
Quanta tenerezza mi fa questa gallina dalle uova tricolori (per giunta tali non per sua colpa o volontà) se confrontata con le tante nostre galline dalle uova d’oro (tv di stato, aziende pubbliche, enti inutili, etc. etc.)!
Si dirà: – Tutto il mondo è paese-.
Sì, ma intanto i colori dell’uovo della nostra gallina erano quelli della bandiera di Francia, non della nostra.
Si dirà: – Era il 1922 e le cose sono cambiate -.
Sì, in peggio, e soprattutto per noi …
Come rinunciare, allora, agli auguri, religiosi o laici che siano, sia pur formulati con l’amaro in bocca? Sarebbe come dichiarare morta la speranza. Buona Pasqua!
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1 http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k65145227.r=P%C3%A2queS.langEN.swf.
2 http://books.google.it/books?ei=C6RGU8ujFoadtAaZwYHgCA&hl=it&id=xSYPAAAAIAAJ&dq=bozellec+paris+la+poule+aux+oeufs+tricolors&focus=searchwithinvolume&q=la+poule+aux+oeufs+tricolors