Renata Fonte è un’eroina del nostro Meridione ed il suo sacrificio oggi assume un valore nuovo ed importante, vivo, che non stiamo cogliendo come dovremmo! Il Salento muore oggi sotto la stessa avidità speculativa per cui oggi Renata non è più tra noi a difenderci nei consigli comunali dai mafiosi e dalla mafia pugliese fatta anche e soprattutto di quegli uomini politici che, come traditori che dall’interno delle città, vendutisi, aprivano le porte delle loro città assediate ai nemici, stanno svendendo, per un piatto di lenticchie o per laute tangenti, il nostro territorio sul patibolo del business dei mega impianti eolici e fotovoltaici industriali, ubicati nelle nostre zone agricole e naturali; una follia che calpesta ogni principio di pianificazione urbanistica ed energetica ed ogni buon principio di prevenzione e precauzione!
E’ quanto sta avvenendo con la mafia della Green Economy, degli imprenditori e delle multinazionali delle cosiddette energie pulite, mega eolico e mega fotovoltaico! Non credo sia stato un caso che il moto popolare, divampato nel Salento, di opposizione a questo scempio inaudito e di proporzioni bibliche sia partito proprio da Nardò, dalla difesa di quella stessa costa, dell’orizzonte di Porto Selvaggio, dove ogni passo si carica del ringraziamento a Renata e del dispiacere che scaturisce dalla consapevolezza che per godere del bello oggi, un tale sacrificio sia stato pagato da una donna e dalla sua famiglia!
Renata fu assassinata dalla mafia per essersi opposta ad una speculazione edilizia lungo la bellissima costa neretina di Porto Selvaggio, nella prima metà degli anni ’80. Oggi, proprio lungo quella stessa costa, è in progetto un enorme paradossale impianto eolico con decine di torri di 150 m circa d’altezza. Dalle proteste divampate dall’animo dei neretini a difesa di quella stessa costa, tutti abbiamo presto scoperto quanto le dimensioni dello scempio eolico fossero spropositate: migliaia di torri eoliche d’acciaio in ogni dove nella campagna salentina, una selva d’acciaio di pali e pale eternamente rotanti, un carcere pronto a privarci della nostra libertà, una campagna cancellata, con la sua natura e la sua potenzialità economica silvo-agro pastorale; cancellata la memoria e la cultura di un popolo intero che ha nel suo paesaggio il suo libro aperto al cielo, sotto distese desertificate e sconfinate di pannelli fotovoltaici! Rubato il cielo, il diritto all’orizzonte!
L’inganno degli inganni, tutto ciò fatto in nome dell’effetto serra per evitare il surriscaldamento globale, la desertificazione naturale la morte delle specie, si diceva, e nel Salento nella Puglia, la terra viene invece desertificata artificialmente e la biodiversità cancellata, con la morte anche degli uccelli tra le fauci d’acciaio delle torri, proprio in nome di questo impegno “ecologista”; ecologia strumentalizzata al fine di intascare i lauti incentivi statali, nostri, per le fonti rinnovabili!
Menzogna su menzogna, produzioni d’energia in surplus, in una Puglia che già produce ben oltre il suo fabbisogno, tanto da esportare in gran parte energia altrove, disperdendone così gran parte nel trasporto, inevitabilmente! Altro che efficienza energetica! Con la menzogna che le produzioni industriali d’energia rinnovabile abbasseranno la produzione d’energia da fonti fossili, carbone, petrolio, gas: nulla di più falso, sarà invece l’opposto, poiché acquistando dei certificati, cosiddetti strumentalmente ‘verdi’, che lo Stato concede a chi produce energia rinnovabile, lo Stato consente alle ditte di continuare a bruciare indisturbate combustibili fossili, che così possono anche eventualmente incrementare le immissioni di gas serra in atmosfera; ambiente distrutto dai grandi impianti d’energia falsamente pulita, e gas serra immessi indisturbati in atmosfera! Si dovrebbe fermare questo business speculativo a favore solo degli impiantini fotovoltaici di nullo impatto ambientale ubicati sui tanti tetti e tettoie di edifici recenti, ma nulla, il business privato e speculativo è la vera molla di tutto un sistema incostituzionale legislativo regionale messo in piedi ad hoc per questa frode che è semplicemente “la più grande speculazione della storia d’Italia, la più devastante!”. Tutto perché lobby politico-imprenditoriali, ditte straniere, depredino il nostro territorio ed il nostro futuro, e con esso i nostri fondi pubblici, lasciando miseria e nessuna ricaduta occupazionale al Salento, cancellando la sua potenzialità economica turistica fonte di ricchezza diffusa tra le famiglie, a favore invece di accentramenti di denaro nelle mani dei signori delle rinnovabili, e dei politici e funzionari corrotti.
Oggi la conferma da tante procure: si ricicla il denaro sporco in questi impianti, vi son collusioni politico-mafiose, affarismo che sta corrompendo tutti i nostri comuni ed enti territoriali, violato da cotanto stupro del paesaggio l’art. 9 della Costituzione Italiana con cui i padri costituenti si preoccuparono di sancire la priorità inviolabile della tutela del paesaggio della nazione, violato il diritto alla salute a causa dell’uso massiccio di diserbanti sotto i pannelli, che avvelenano terra ed acque potabili sotterranee, e a causa dell’aggravarsi dell’inquinamento acustico e da elettrosmog ovunque, (elettrosmog che scaturisce da qualsiasi produzione e trasporto d’energia elettrica), ed un messaggio allora si impone e ci spinge ad agire nel ricordo mai troppo presente di Renata Fonte: “DOVE SI DEVASTA IL PAESAGGIO Lì C’è MAFIA!”; il paesaggio la scenografia della nostra esistenza, il presupposto della nostra felicità; e solo dove ci impegneremo davvero, senza paura per migliorare il nostro paesaggio, rispettarlo e renderlo più sano e bello, esaltandone l’intrinseca essenziale “naturalità”, lì, al di là delle targhe che il tempo corrompe, lì il nome di Renata Fonte sarà sussurrato come ricompensa alle nostre orecchie dal vento che soffia tra i rami dei pini e delle querce!
Grazie Renata
Oreste
P.S.:
Segnalo questi tre importanti articoli:
“Corriere della Sera” di Carlo Vulpio
Meglio l’eolico del narcotraffico, si guadagna molto di più e si rischia molto meno. Anzi, se si incrociano i politici “giusti” è come vincere al Superenalotto. E in nome della “economia verde”, l’energia costa il triplo. Ma c’è un giudice a Berlino?
Puglia-Salento: PANNELLI SOLARI E PALE TRA GLI ULIVI E LA STORIA MUORE
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (autori del famoso libro-inchiesta “La Casta”) due paginoni e riferimento in prima pagina sul “Corriere della Sera”
Da “Nuovo Quotidiano di Puglia”
La richiesta dai mille comitati salentini alla Regione Puglia e a Nichi Vendola della urgente moratoria di tutti gli impianti. Tergiversare oltre sarebbe solo sinonimo di collusione con quanto sta avvenendo:
Un commento a Renata Fonte eroina del nostro Meridione
Ottimo articolo condivisibile. Ero in Piazza Salandra, era piena… di ragazzi delle scuole. Andati via loro si è compreso al volo quanto scarsa fosse la presenza della “società civile”. No ne conosco i motivi, però l’ha annotato anche Don Ciotti nel suo intervento, invocando “un calcio nel sedere” per svegliare la città di Nardò. Purtroppo le mafie esistono ed insistono. Oltre ai pannelli solari e torri eoliche esiste un subastrato fatto di tentate cementificazioni ovunque, di collusioni fra politica e malaffare (citazione del rapporto della Commissione antimafia). E desistono comportamenti che chiamerei “mafiogeni”, quelli che giustificano troppe porcate facendole passare per “affari d’altri”. Penso al caporalato, siamo in primavera, fra poco arriveranno sciami di ragazzi a lavorare nei campi a Foggia, a Nardò, in Sicilia. Mali mai sanati fino in fondo. Malcostume che si ripete ad ogni stagione. Anche quest’anno vedremo armati girovagare con furgoncini bianchi nelle campagne? Spero di no. E spero che chi utilizza mano d’opera provi a procurare anche un luogo per dormire e lavarsi diverso dai giacigli sotto gli ulivi.
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Ottimo articolo condivisibile. Ero in Piazza Salandra, era piena… di ragazzi delle scuole. Andati via loro si è compreso al volo quanto scarsa fosse la presenza della “società civile”. No ne conosco i motivi, però l’ha annotato anche Don Ciotti nel suo intervento, invocando “un calcio nel sedere” per svegliare la città di Nardò. Purtroppo le mafie esistono ed insistono. Oltre ai pannelli solari e torri eoliche esiste un subastrato fatto di tentate cementificazioni ovunque, di collusioni fra politica e malaffare (citazione del rapporto della Commissione antimafia). E desistono comportamenti che chiamerei “mafiogeni”, quelli che giustificano troppe porcate facendole passare per “affari d’altri”. Penso al caporalato, siamo in primavera, fra poco arriveranno sciami di ragazzi a lavorare nei campi a Foggia, a Nardò, in Sicilia. Mali mai sanati fino in fondo. Malcostume che si ripete ad ogni stagione. Anche quest’anno vedremo armati girovagare con furgoncini bianchi nelle campagne? Spero di no. E spero che chi utilizza mano d’opera provi a procurare anche un luogo per dormire e lavarsi diverso dai giacigli sotto gli ulivi.