di Armando Polito
La comune origine onomatopeica, a parte lo slittamento dal rumore alla forma nel tympànium pliniano, spiega anche tamburo, dall’arabo ṭunbūr (strumento musicale a corde) incrociato con ṭabūl=tamburo. La generica sfera semantica di battere finalizzata all’idea di chiudere spiega tappo1 (dal franco tappo), tampone2 (dal francese tampon) e il nome commerciale tampax3.
La stessa radice della voce greca potrebbe aver dato origine, da un originario *στύπτω4, al latino stupère (da cui l’italiano stupire, con slittamento astratto dell’idea di battere, colpire); e alla sua radice potrebbe collegarsi anche, nonostante il diverso vocalismo, stampa (da stampare, a sua volta dal francone *stampon=pestare; a tal proposito faccio notare la comunanza, solo semantica, con l’inglese press, che è dal latino pressare, intensivo di prèmere; e non mi pare casuale nemmeno il fatto che nel gergo tipografico timpano è nella stampa a torchio il telaio di ferro coperto da una tela sulla quale viene posto il foglio da imprimere); stesso discorso per il salentino stumpare che il Rohlfs collega con il greco moderno στουμπόνω=pestare5.
E tumb tumb (quasi una voce da fumetto), prima che potesse essere adottato da qualche retrogrado non ancora diventato sordo … per stigmatizzare la sua avversione alla disco music, era stato già inventato dal futurista Marinetti per celebrare, almeno in questo il passato è peggiore del presente …, la guerra, il terreno purtroppo non unico ma privilegiato per il trionfo della cosiddetta umanità sulla nostra, sempre da noi così detta in riferimento a tutti gli altri animali, bestialità …
Continuo con una nota autoironica. Se anziché l’autore fossi stato il lettore di queste note il commento sarebbe stato: attentu cu nno ttuppi! (attento a non inciampare!). Ma, ironia, questa volta, del destino, ttuppare sembra avere il suo esatto corrispondente italiano, formale e semantico, in intoppare, considerato composto da in+toppo. Toppo (=ceppo) vien fatto derivare, sia pur dubitativamente, dal latino medioevale toppus=cumulo, a sua volta dal franco top. Mi pare più congruente da un punto di vista semantico ipotizzare, invece, che ttuppare (con sostituzione di ad– iniziale rispetto all’in- della parola italiana, a meno che la geminazione di t iniziale non sia dovuta a motivi espressivi) e, dunque, intoppare siano derivati proprio dalla radice del verbo greco con cui è iniziato questo post.
Come dimenticare, poi, volando per un attimo verso lidi non molto lontani e facendo contemporaneamente un tuffo nel passato, Tuppe, tuppe, Mariscià?6 (È permesso, maresciallo?), la canzone-guida dell’omonimo film del 1958? Tuppe tuppe, se non fosse chiaro, è la riproduzione del rumore che si fa battendo la porta con le nocche per chiedere il permesso di entrare.
E, tornando a casa, ricorderò un itinerario che è anche quasi uno scioglilingua: Ti Parabita a Mmatinu, tiritùppiti a Ccasaranu (Da Parabita a Matino, tiri dritto e subito t’imbatti in Casarano).
Chiudo con un’ulteriore voce dialettale: stampagnare (formato da s- privativa+tampagnu) usato assolutamente nel senso di togliere il coperchio ad un recipiente e in forma riflessiva come sinonimo di andare a sbattere con un veicolo contro un ostacolo (s’è stampagnatu cu lla màchina a ’n facce ‘nn’arulu=è andato a sbattere con la macchina contro un albero). L’immagine evoca un po’ i film comici dell’era del muto in cui in seguito all’urto il primo a subire danni era il cofano che, non a caso, può essere definito come il coperchio del cuore della macchina, cioè del motore; nella nostra espressione dialettale, però, è come se la forma riflessiva trasferisse il danno dalla macchina al protagonista umano dello spiacevole episodio e tradisse il suo probabile incrocio con stampare.
E, metafora per metafora, speru ca armenu osce nno mm’aggiu stampagnatu a ‘n facce quarche palora … (spero che almeno oggi non sia andato a sbattere contro [l’etimologia di] qualche parola …)
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1 In senso traslato, com’è noto, anche persona di bassa statura. Da tappo, poi, tappare.
2 Da cui tamponare nel suo duplice significato.
3 Questa x finale probabilmente nell’immaginario collettivo evoca l’inglese e sarà sfuggito, anche a chi pur giustamente stigmatizza l’imperante anglofilia, che in realtà questo dettaglio costituisce un fenomeno tutto nostro, cioè prima greco e poi latino. Per farmi capire meglio faccio l’esempio di AIAX. Poteva immaginare Omero che il suo eroe Αἴας (leggi Àias) sarebbe diventato Aiax in latino e che avrebbe continuato la sua carriera dando prima il suo nome alla nota società calcistica olandese e poi ad un altrettanto noto detersivo contro lo sporco più sporco o, se non si fosse capito, per il quale non esiste sporco impossibile ? Poi, si sa, la x finale fa tanto esotico che, usandola analogicamente in altre formazioni (come in tampax), il profitto dovrebbe essere assicurato. In campo farmaceutico, poi, non mi meraviglierei se studi (?) approfonditi (?) rivelassero che la x finale sembrerebbe incrementare l’efficacia terapeutica. Bisognerebbe, però, ricordare a siffatti ricercatori che l’effetto placebo esiste da millenni …
4 La caduta del sigma (σ) iniziale in greco col suo recupero in latino non è una mia invenzione; un esempio per tutti: greco ἅλς (leggi als)=sale, mare, arguzia>latino sal=sale, arguzia.
5 Su stumpare e il suo intensivo stumpisciare: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/01/28/stumpisciare-calpestare/
6 http://www.youtube.com/watch?v=phx6JkTWDeo
In piemonrese “top” (leggere “tup”) significa “oscuro, tenebroso”, credo che la derivazione sia sempre dal franco “top”
Sergio Notario
Rivolgiamo una domanda al Professore Sergio Notario,
come si può tradurre stampagnato in Torinese.
un saluto al Prof.Sergio
Ersilio Teifreto