di Massimo Vaglio
Il Pisello Riccio di Sannicola, è un pisello nano, dalla pianta rustica folta e compatta, che fiorisce copiosamente, producendo un gran numero di viticci (da cui il nome) e di baccelli, piccoli, cilindrici, con semi verde chiaro, lisci, sferici, talvolta leggermente cuboidi, in quanto leggermente compressi ai poli nel punto di contatto con gli altri semi. Tradizionalmente, questi piselli sono stati sempre coltivati su terreni marginali. La semina veniva fatta precocemente, tradizionalmente, nei giorni immediatamente seguenti la ricorrenza di San Simone (29 ottobre); era infatti la fiera dedicata all’Apostolo nella cittadina di Sannicola l’occasione per approvigionarsi di sementi garantite e selezionate dagli abili coltivatori locali.
A questa coltura venivano destinati terreni poco profondi, sciolti e ricchi di scheletro un po’ in tutto il Salento ed in particolare quelli posti sulle falde dei promontori rocciosi, felicemente esposti a Mezzogiorno, che dalle cittadine di Alezio, Sannicola e Nardò degradano verso lo Ionio. Era proprio da questi terreni che scaturiva la produzione migliore, sia in termini di qualità sia di precocità e già nella seconda decade di marzo si avevano di norma i primi raccolti. Percorrendo la litoranea ionico-salentina poco più a Nord di Gallipoli specialmente intorno all’antica abbazia di San Mauro, si vedono tutta una serie di piccoli promontori che degradano verso il mare, sassi e roccia affiorante, un paesaggio quasi lunare che nessuno penserebbe potesse essere mai stato coltivato. Eppure, sino alla metà degli anni ’60, del secolo scorso, in primavera, quelle rocce brulicavano di persone intente a raccogliere piselli, un duro lavoro che suggellava quello ancora più duro della coltivazione: un vecchio adagio locale recita: “le fave le faccia Dio, che i piselli li fa la zappa”.
Pian piano la coltivazione migrò in terreni migliori ove spesso venivano consociati alla vite e sino ad una trentina di anni addietro nella cittadina di Sannicola si svolgeva un vero e proprio mercato stagionale. Nelle ore serali, le varie partite, man mano che arrivavano dalla campagna, venivano caricate, per giungere come primizie in molti importanti mercati, compresi quelli particolarmente esigenti di Napoli e Roma. hanno portata ad un progressivo declino confinandola negli orti familiari perlopiù per autoconsumo.