Abiti d’altri tempi in Terra d’Otranto

di Armando Polito

Non sono uno studioso di storia del costume (inteso, nella fattispecie, come abito) e non so, perciò, se in passato fosse concessa, ed in caso affermativo in che misura, la rivisitazione dei costumi tipici e una certa libertà nel rappresentarli, pur dovendo restare fedeli, m’immagino, ad alcuni dettagli. Sono perfettamente consapevole di apparire, pur nel semplice pormi il problema,  come un ingenuo e ribadisco perfettamente consapevole perché, secondo il mio modestissimo e discutibilissimo parere, la società del nostro tempo ha ereditato solo gli aspetti peggiori della contaminazione (intesa come incontro tra culture …) e  in una superficiale ricerca del tutto e subito, guidata solo dall’arrembante prospettiva del profitto, ignorando l’importanza della metabolizzazione pure del sapere, ormai non sospetta nemmeno di quale arricchimento (e non solo culturale …) la corretta, ripeto corretta (per esserlo ha bisogno di tempo, ma questo contrasta con il tutto e subito)  contaminazione può essere il catalizzatore.

Non mi entusiasmerei, perciò, se qualche stilista s’ispirasse (magari sarà stato fatto più di una volta, ma la moda e soprattutto le mode non hanno mai avuto e non avranno il disonore di annoverarmi tra i loro studiosi o, peggio, tra i loro seguaci) per una sua collezione ai costumi tipici; d’altra parte nessuno si sognerebbe di indossare simili abiti se non in particolari occasioni celebrative in  cui, ormai, lo spettacolo ha preso il posto della coscienza storica e del coinvolgimento di quel sentimento che si chiama nostalgia.

Questa premessa per giustificare la nuda riproduzione di cinque stampe del costume tipico di altrettanti centri di Terra d’Otranto che ho tratto da un testo (Raccolta di sessanta più belle vestiture che costumano nelle città, terre e paesi in provincie diverse del Regno di Napoli, parte II, numero XXX, presso Talani e Gervasi negozianti di stampe, Strada del Gigante III Palazzo n. 7, Napoli, 1792) trovato, mentre cercavo altro (è un classico!) in rete all’indirizzo http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b55003813h/f1.item.

Ho pensato che valesse la pena renderne partecipe l’amico lettore. Buona visione!

 

 

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