di Armando Polito
In tempi in cui tanti non riescono ad arrivare alla fine del mese ai salentini in difficoltà non rimane neppure la consolazione di dire ‘stu mese simu sciuti isa isa (questo mese siamo andati pari pari). In attesa che la ormai famigerata luce in fondo al tunnel, che si ostina a vedere proprio chi ha causato e continua1, quasi invasato dalla totale assenza di pudore, ad alimentare il buio pesto nel quale brancolano le persone oneste, faccia la sua pur timida comparsa, non rimane che impegnare il cervello, finché la pancia è sufficientemente piena …, per evitare che si atrofizzi e per esercitare uno spirito critico propositivo che, l’impresa è quasi disperata, non indulga ad atteggiamenti violenti e distruttivi. Quanto sto per dire non è indirizzato ai tanti boiardi parassiti e affamatori (tra questi i burocrati occupano un posto di rilievo) in grado solo di dirigere l’insipienza e la disonestà loro e dei loro leccaculo: non sarebbero in grado di capirlo, non tanto perché neppure immaginano cosa significhi chiudere alla pari o, come più spesso succede, in passivo il bilancio familiare, quanto perché il loro cervello si accende solo davanti all’acquisizione del potere o di benemerenze politiche e agli annessi vantaggi economici, grazie, per giunta, a titoli non sempre legittimamente conseguiti; insomma una nefasta mistura di incompetenza, disonestà e, nel caso dei burocrati, pure di sadismo, che ha portato criminalmente alla rovina il resto della collettività. È più probabile, perciò, che trovi interessanti queste poche righe il giovane o meno giovane incazzato nero piuttosto che l’affamatore (in passato, almeno, aveva un colore che lo distingueva dagli altri … affamatori) di cui sopra.
So benissimo che chi non ha di che mangiare ha tutto il diritto di utilizzare le mie parole come se fossero scritte sulla carta igienica, ma voglio continuare perché per me è più gratificante il contatto con culi veri che con facce da culo …
La locuzione isa isa è registrata nel vocabolario del Rohlfs che, per l’etimologia, mette in campo il greco moderno ἴσα (leggi isa)=in ugual modo. Non riesco a capire come al grande filologo possa essere sfuggito il fatto che già nel greco classico l’aggettivo ἴσος/ἴση/ἴσον (leggi isos/ise/ison), che significa uguale, prevede l’uso del neutro singolare (ἴσον, pure nella variante ἶσον) e di quello plurale (ἴσα, pure nella variante ἶσα) con valore avverbiale. Un solo esempio tra i tanti, tratto dal vocabolario greco-italiano di F. Montanari, per il plurale, che è la forma che a noi interessa: ὥστ’ἀδελφὸν ἴσα φίλῳ λυπούμενον=addolorato per l’amico come un fratello. Qualcuno potrebbe obiettare che il Montanari non era ancora uscito ai tempi del Rohlfs; è vero, come è vero pure che il vocabolario più usato da decenni prima di quello del Montanari era quello del Rocci e, se Rohlfs l’avesse consultato (a parte il fatto che l’accusativo neutro avverbiale in greco e in latino è un fenomeno abbastanza ricorrente), vi avrebbe trovato registrato a pag. 929 l’uso avverbiale di ἴσα.
È irrilevante, poi, che il più delle volte (significa non sempre e non tassativamente …) ἴσα si accompagna ad un dativo (φίλῳ nella frase prima riportata). Tale dativo (aggiungo di relazione), infatti, può essere facilmente sottinteso nel nostro caso, in cui, perciò, l’espressione ‘stu mese simu sciuti isa isa, sciolta, corrisponderebbe a questo mese siamo andati pari pari rispetto alla retribuzione percepita.
Sento già aleggiare l’avvisaglia che fra poco pure per me quest’espressione sarà obsoleta, cioè, quasi paradossalmente, rimpianto di un tempo meno infelice.
__________
1 Perché, per esempio, fatti salvi i diritti acquisiti, non si stabiliscono, a partire da oggi, retribuzioni, per i dipendenti pubblici (dall’addetto alla pulizia dei cessi al più alto dirigente), rapportate all’importanza del compito affidatogli ma prive di quelle oscene voci aggiuntive relative alle indennità accessorie che fanno lievitare in maniera esponenziale i costi della pubblica amministrazione? Perché non si eliminano tanti enti inutili la cui unica funzione è quella di fungere da ricettacolo (con tutta la carica dispregiativa che la voce ha) per politici trombati, per politicanti, traffichini e trafficanti di ogni risma e per i loro clienti? Perché le nomine non si fanno tenendo conto dell’effettiva professionalità attingendo ad apposite graduatorie? Perché non si stabiliscono, almeno sulla carta, pesanti sanzioni per chi non raggiunge gli obiettivi in vista dei quali è stato nominato e la sua destituzione immediata con un calcio in culo, anziché trasferimenti-premio e liquidazioni faraoniche? Perché non si stabilisce, in caso di condanna, la confisca immediata (preceduta al momento dell’incriminazione da un sequestro precauzionale) di tutti, dico tutti, i beni riconducibili al colpevole? Se queste leggi, una volta approvate, venissero applicate, credo che a parecchi passerebbe la fregola di darsi all’attività politica e questa sarebbe esercitata unicamente da persone oneste nonché competenti, animate solo dallo spirito di servizio. Oltretutto leggeremmo finalmente leggi nuove, chiare ed inequivocabili, prive di qualsiasi riferimento ad articoli e commi di leggi di un secolo fa, prive di contraddizioni in buona o in mala fede, gratificanti pure nelle loro forme espressive …