di Armando Polito
Il toponimo
Quanto sia tormentato l’etimo lo mostra già nel XVI secolo l’umanista di Leverano Girolamo Marciano che in Descrizione, origine e successi della provincia d’Otranto, Stamperia dell’Iride, Napoli, 1855 (l’opera uscì postuma e questa è la prima edizione) alle pagine 431-432 così scrive: Scrivono alcuni il nome di questa città Hostuni coll’h, ed altri Ostuni senza l’h. Cristoforo Foroliviense nella sua Cronica la chiama Ustonio, e dice che ella fu edificata da Ustonio II figliolo di Diomede, o come altri vogliono suo nipote,… Tutto ciò disse di questa città il Foriliviense, stimando egli che Ostuni sia città antichissima, ed edificata ne’ tempi di Diomede; il che se così fosse, se ne troverebbe senza dubbio qualche memoria appresso degli antichi, come han detto delle altre città edificate da Diomede in queste parti d’Italia. E però si stima che quanto egli dice della sua edificazione, della presa di Annibale, de’ Romani, de’ Goti, e de’ Longobardi, è tutta sua immaginazione …. E secondo quei che ne scrivono il nome Hostuni, si potrà dire che fu così detta ab hosto, verbo latino, che dinota provento d’olio, del quale si fa molta copia nel suo tenimento, il cui oliveto gira da circa miglia 50, poiché hostus ed hostum secondo Marco Marco Terenzio Varrone, significa quella quantità d’olio che si cava da un fatto, ovvero confettura di olive. Chiamano fatto quel provento, o quantità d’olio, che proviene da una confettura che si fa tutta una volta, che noi chiamiamo pasta, ovvero macina, la quale alcuni facevano di moggia 160, ed altri di 120, e d’indi giudicavansi quanti vasi d’olio, o pur quanta capacità dovevasi avere per tal confettura. Altri derivano il significato d’Ostuni ab Ostia, cioè sacrificio, alcuni ab hoste nemico, ed altri ab hostialis, cioè porticelle e finestre, perché stando essa città sopra di un colle di rimpetto alla marina, la moltitudine di finestre le quali fanno meravigliosa vista nelle sue fabbriche, ed altri palazzi, spiegano vaga e riguardevole prospettiva ai riguardanti, di modo che si vede nell’apparenza una città ornata di vaghe e riguardevoli finestre. Ma perché queste latine etimologie sono dell’ultimo effetto, e non della prima causa, ed Ostuni città greca, edificata come si è detto, dai Greci posteriori, non è da credersi che ella fosse da quelli chiamata con nome latino, sì bene greco Ostuneon, senza l’aspirazione, derivando esso nome dalle greche voci ASTY et NEON, cioè Urbs nova, come Neapolis; onde i Latini, come nota Prisciano, mutando la lettera greca Y in U latino, dicono Astu, ei i Greci, come dice Stefano, per dignità principale chiamano ASTY la città di Atene, siccome i Latini la città di Roma. Onde Terenzio nell’Wunuco dice: An in Astu venis? Del che accortosi il dottissimo nostro Quinto Mario, accomodando il nome greco al buon latino, nomina sempre questa città ne’ suoi scritti Astuneum, ed i suoi popoli Astunienses.
Bisognerà attendere tre secoli per una nuova proposta, quella avanzata da Nicola Maria Cataldi (1772-1867) studioso gallipolino, che in Prospetto della penisola salentina, ossia cenno storico degli antichi popoli salentini colla descrizione delle loro città con carta topografica della Iapigia, Tipografia del reale ospizio di S. Ferdinando, Lecce, 1857, pag. 28 identifica Ostuni con l’antica Sturneum o Stuneum, trascrizione latina del greco Στοῦρνοι (leggi Stùrnoi) attestato da Tolomeo (II secolo d. C.) in Geographia, III, 1, 68 e corrispondente, secondo il Cataldi , all’etnico Stulnini attestato un secolo prima in Plinio in Naturalis historia, III, 11; l’archeologo gallipolino, infine, a corroborare la sua tesi, mette in campo la leggenda ΣΤΥ di alcune monete del II secolo a. C. attribuite a Sturnio già da Domenico Sestini (Lettere e dissertazioni numismatiche, Piatti, Firenze, 1819, tomo VI, pagg. 4-5, da cui è tratta l’immagine di seguito riprodotta).
La sufficiente fedeltà del disegno è attestata dalla foto sottostante tratta da http://www.bridgepugliausa.it/articolo.asp?id_sez=0&id_cat=49&id_art=3630&lingua=it
Passerà più di un secolo e Ciro Santoro ipotizzerà l’origine messapica di Ostuni in un lavoro che il lettore interessato potrà leggere all’indirizzo http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Studi%20Salentini/1997/fascicoli/Ostuni%20Etimologia%20del%20Nome.pdf
Lo ΣΤΥ (evidenziato con l’ellisse rossa nell’immagine, mia, sottostante) che si legge nella Mappa di Soleto, ammesso che questa sia autentica, cioè risalente al VI secolo a. C., non contribuisce , con la sua posizione, a fare chiarezza.
Pacichelli (A), pag. 177
Pacichelli (C), anno 1686 e 1687
Lasciai appresso il lunedì mattina la via di San Vito, terra del Marchese di questo nome, e in collina, sette miglia lungi da Mesagne, e quella di Ostuni, lunga, sassosa e imboschita, di dove a dieci si passa a Martina. Ostuni da San Vito si discosta otto miglia, ed è città vecchia, di grazios’apparenza al di fuori, mal disposta però di dentro, in sito eminente, ove il solo palazzo è memorabile, fatto edificar già dalla infelice Reina Bona di Polonia, che l’avea inchiuso nel Ducato di Bari.
… in 24 moleste miglia, si ascese ad Ostuni, città senza veruna vaghezza, del Duca Zavaglio, abitante in Madrid. Mi prostrai nel vescovado, di poco elegante struttura, ed accellerata la provista del vino dal barile miserabile, a caso capitato da Francavilla, che tirò a sé, con forma di calamita, sitibondi come mosche, per dubbio di restar in un tratto esausti, quantunque i paesani vantasser copia e sostanza fragrante di quell’umore, a misura dell’olio, che vi abonda; visitai fuori i Carmelitani e i Riformati, posando in un misero albergo.
Pacichelli, mappa
A Palazzo e Chiesa Vescovale (mappa/http://rete.comuni-italiani.it/wiki/File:Ostuni_-_Palazzo_Vescovile_-_Portone.jpg)
B Convento del Carmine (mappa/http://www.brindisiweb.it/arcidiocesi/chiese/ostuni/carmine.htm)
G Francescani (mappa/http://www.brindisiweb.it/arcidiocesi/chiese/ostuni/sanfrancesco.htm)
D S. Francesco di Paula (mappa/http://www.brindisiweb.it/arcidiocesi/chiese/ostuni/sanfrancescodipaola.htm)
E Torre Pizzella/Torre Pozzella (mappa/http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9c/Torre_Pozzelle_Ostuni.jpg)
F Castello di Villanova con il Porto (mappa/http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/e/ea/Castello_di_villanova.jpg)
Per quanto riguarda lo stemma nella mappa lo scudo è vuoto. Ecco quello attuale (immagine tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Ostuni-Stemma.png):
Prima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/19/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-114-presentazione/
Seconda parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/12/23/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-214-alessano/
Terza parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/05/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-314-brindisi/
Quarta parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/09/la-terra-dotranto-ieri-414-carpignano/
Quinta parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/14/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-514-castellaneta/
Sesta parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/20/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-614-castro/
Settima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/05/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-714-laterza/
Ottava parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/17/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-814-lecce/
Nona parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/21/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-914-mottola/
Decima parte: https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/26/la-terra-dotranto-ieri-e-oggi-1014-oria/