MANDURIA RESTITUTA o RESTITUITA? Il mistero s’infittisce o, al contrario, forse si dirada

di Armando Polito

immagini tratte ed adattate da Google Maps
immagini tratte ed adattate da Google Maps

In riferimento al recentissimo post di Nicola Morrone Porta S. Angelo a Manduria: il mistero di un’iscrizione (https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/02/19/porta-santangelo-a-manduria-il-mistero-di-uniscrizione/), non avendo potendo condensare le mie note nello spazio riservato ai commenti (che, fra l’altro, per motivi tecnici, non possono essere corredati di immagini) col rischio che esse sfuggissero magari proprio al diretto interessato, osservo qui quanto segue.

A meno che i restauri passati e recenti non siano stati barbaramente sovvertitori, è evidente che posto per un’altra I  non poteva esserci, tenendo conto anche della spaziatura notevole che, nonostante la loro fisiologica “magrezza”, accompagna le altre due lettere simili. La conferma potrebbe venire da una foto anteriore al restauro. Tuttavia credo che risolutivo sia quanto si legge in  Il Mercurio Olivetano, overo la Guida per le strade dell’Italia, per le quali sogliono passare i Monaci Olivetani. Dando contezza delle distanze d’un luogo dall’altro, et accennando alcune cose più notabili delle Città, Castella, Ville, de’ Fiumi, e d’altri luoghi che si trovano. Inviato da D. Secondo Lancellotti  da Perugia Abbate Olivetano, Accademico Insensato et Affidato, Angelo Bartoli Stampatore Episcopale, Perugia, 16281.

pag. 58 (dettaglio)

 

In base a questa testimonianza il 1628 costituisce il terminus ante quem, cioè la costruzione della porta e l’ iscrizione sono entrambe certamente anteriori al 1628, il che spiegherebbe, fra l’altro, gli agganci permanenti con lo stile rinascimentale, ridimensionando, se non annullando, il giudizio di mancato aggiornamento stilistico ai canoni barocchi, anche se l’indeterminatezza di non hà gran tempo (=non molto tempo fa) non consente di fare con sufficiente certezza (uno, due, cinque anni, un decennio?) ulteriori operazioni sottrattive rispetto al 1628. Cade pure l’allusione all’evento del 1789 e RESTITUTA potrebbe significare, molto più semplicemente, ricostruita (insomma, un riferimento alla Manduria moderna), come se l’arco fosse il tappo e l’epigrafe l’etichetta di un ideale contenitore parzialmente riconoscibile in quel che restava delle antiche mura (Porta grande … fatta per ornamento) . Il fatto, poi, che l’arco avesse una funzione celebrativa degli antichi fasti (col ricordo del primitivo nome, mentre quello in uso all’epoca era Casalnuovo) lo si deduce inequivocabilmente dall’iniziale  Da qui a Casal nuovo Terra. La presenza delle statue, poi, coeve o meno all’arco, avrebbe contemperato l’istanza civile e quella religiosa, anche se nel tempo l’aspetto devozionale potrebbe aver preso il sopravvento mettendo in campo la storia del fulmini.

Non è finita: sulla parte media della faccia interna dei piedritti ci sono, perfettamente contrapposte, due altre epigrafi. Potendo disporre solo delle immagini sottostanti che ho tratto da Google Maps e che non offrono, specialmente per la prima che già di suo manifesta tutti gli acciacchi dell’età, un’adeguata definizione, posso solo far notare come la seconda potrebbe aver propiziato una ricostruzione non fedele del significato di quel RESTITUTA e fatto datare  l’iscrizione come posteriore (e non di poco …) all’arco.

 

 

Rimarrebbe da fare un ulteriore controllo sul titolo del testo del Tarentini perché nelle schede dell’OPAC si legge: Leonardo Tarentini, Cenni storici di Manduria Antica Casalnuovo Manduria restituita, Tanfani-Latronico, Taranto, 1901 (ristampe: Tipografia La veloce, Cosenza, 1931; Marzo, Manduria, 1984 e, col titolo Cenni storici di Manduria, Alesa, Bologna, s. d.); quando, però, questo testo viene citato da altri studiosi nel titolo compare ora restituita, ora restituta. Credo che la prima forma sia quella adottata, perché sarebbe strano che nel titolo restituta fosse l’unica parola latina; ma,  per quanto ho detto, la sua traduzione con restituita (e non ricostruita, secondo il significato esclusivo che, oltretutto, il verbo latino restituere assume nelle iscrizioni) è stata probabilmente indotta dall’epigrafe del 1895 con il suo ricordo dell’evento del 1789.

Ecco l’elenco delle biblioteche più vicine nelle quali il testo è reperibile, nella speranza che quella stessa rete che ha reso possibile il mio quasi istantaneo contatto con la testimonianza secentesca riportata, favorisca anche l’incontro, complice sempre la rete, tra uomo e uomo, grazie alla buona volontà di qualche gentile lettore che si renda disponibile a tale controllo:

(1901)

Biblioteca arcivescovile Giuseppe Capecelatro – Taranto – TA

(1931)

Biblioteca comunale Isidoro Chirulli – Martina Franca – TA

Biblioteca S. Francesco – Sava – TA

Biblioteca arcivescovile Giuseppe Capecelatro – Taranto – TA

(1984)

Biblioteca comunale Marco Gatti – Manduria – TA

Il testo del Palumbo citato dall’autore del post cui si riferisce questo mio  è disponibile presso la Biblioteca Carlo Gatti di Manduria. M‘intrigherebbe l’idea di una foto della citata  pag. 71 …

Se, poi, si potesse avere pure una foto in alta definizione dell’iscrizione che ho definito malridotta (son riuscito a leggere solo MANDURIA alla fine della prima linea e TARANTO alla fine della quarta) la mia gratitudine sarebbe completa;  e ancora più completa se potessi decifrarla integralmente, perché sono convinto che potrebbe contenere qualche elemento utile a dissipare definitivamente quelle tenebre addensatesi nel tempo e che il nostro monaco2, probabilmente più per metodo di lavoro che per un caso fortuito, ha, secondo me, abbondantemente diradato non dimenticandosi, quel giorno, di volgersi adietro e di leggere l’epigrafe esattamente come la leggiamo noi oggi.

_________

1 Il volume, da cui ho tratto le foto, è consultabile e scaricabile all’indirizzo http://books.google.it/books?id=CklYAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=IL+MERCURIO+OLIVETANO&hl=it&sa=X&ei=VPEBU-CjIOi_ygPAyYKgAw&ved=0CDYQ6AEwAQ#v=onepage&q=IL%20MERCURIO%20OLIVETANO&f=false

La guida è stata ripubblicata in Viaggi di Monaci e pellegrini, a cura di Pietro De Leo, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2002.

2 E Secondo Lancellotti (Perugia, 1583-Parigi, 1643) non fu un monaco qualsiasi. Lo attesta il numero sterminato di pubblicazioni e di scritti rimasti inediti, questi ultimi conservati nell’Archivio di Monte Oliveto Maggiore, nella Biblioteca comunale Augusta di Perugia e nella Biblioteca Nazionale di Roma.

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5 Commenti a MANDURIA RESTITUTA o RESTITUITA? Il mistero s’infittisce o, al contrario, forse si dirada

  1. Dove arriva l’allievo è già passato il maestro! Mentre pensavo all’ipotesi che non ci fosse posto per un’altra lettera, deduzione da attribuirsi esclusivamente al confronto visivo, ecco la sua insigne risposta e l’immancabile crisi maieutica, in cui mi conduce, quando leggo i suoi interventi. La lapide che risulta illeggibile, in realtà recita “COMUNE DI MANDURIA – CAPOLUOGO DI MANDAMENTO E DI COLLEGGIO ELETTORALE – CIRCOSCRIZIONE DI TARANTO – PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO”. Questo è quanto, se non fosse che all’indirizo: http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Manduria/Lapide, nella descrizione della stesso documento lapideo si legge: COMUNE DI MANDURIA CAPOLUOGO DI ANDAMENTO (…???? Ma dove si va?) E DI COLLEGIO ELETTORALE CIRCOSCRIZIONE TARANTO PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO.

    • Ma, caro Piero, qualche volta, come nel caso di questa lapide, l’allievo arriva prima del (presunto) maestro, a confortarlo dell’abbaglio preso nel considerare questo dettaglio vecchiotto basandosi solo sulle sue attuali condizioni fisiche. Tuttavia la terminologia contenutavi ora consente un’ipotesi, per quanto approssimata, di datazione: mi riferisco non tanto alla forma COLLEGGIO (che si alterna, anche in documenti ufficiali, con l’attuale COLLEGIO a partire dal XVI secolo fino alla metà del XIX) quanto alla parola MANDAMENTO, istituzione introdotta nel Regno di Sardegna nel 1814 e in quello d’Italia nel 1865. Va da sé che COMUNE DI MANDURIA la colloca sicuramente dopo il 1789. Credo, a tal proposito, che nella trascrizione manchi proprio la data; me lo fa pensare lo spazio residuo che potrebbe benissimo corrispondere ad una sesta linea (magari totalmente abrasa). E a proposito di abrasioni … non mi son potuto gustare, tanto meno lentamente, l’ANDAMENTO non perché non c’era Tullio De Piscopo ma perché il link, fino all’ultimo tentativo fatto pochi secondi fa, mi segnala: “In questo momento la pagina richiesta è vuota”. Che sia il frutto di un momento di vergogna? …

  2. Gentile Polito, la ringrazio vivamente per le osservazioni relative alla mia nota sull’Arco di Sant’Angelo,Le invio per posta elettronica una copia della pag. 71 del volume citato del compianto Nino Palumbo, che , da abile disegnatore quale era, rappresento’ esattamente cio’ che vide scritto sull’arco nei primi anni ’90, cioe’ vent’anni fa circa.Si noti che, nel disegno di Palumbo, la lettera “U” e la lettera “I” della seconda voce della iscrizione sull’arco, di cui appunto si discetta, sono inserite in un unico blocco di pietra tufacea.Credo che, a questo punto, solo una verifica autoptica sul monumento, e in particolare sul blocco “problematico ” ,possa chiarire la questione.Un caro saluto, e ancora grazie per l’interesse mostrato in relazione alle mie osservazioni.

    Nicola Morrone-Manduria (TA)

  3. Tanto per non far mancare nulla!

    GUIDA Manduria/Lapide al comune di Manduria
    Da Wiki.
    Lapide al comune di Manduria sull’Arco di Sant’Angelo
    COMUNE DI MANDURIA
    CAPOLUOGO DI ANDAMENTO
    E DI COLLEGIO ELETTORALE
    CIRCOSCRIZIONE TARANTO
    PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO
    Estratto da “http://rete.comuni-italiani.it/w/index.php?title=Manduria/Lapide_al_comune_di_Manduria&oldid=183704”
    Categoria: Lapidi

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