di Armando Polito
Il titolo che ho scelto allude alla manifestazione di piazza contro la minaccia di trasferimento (anche se non all’estero …) del tabacchificio dell’ACAIT (acronimo di Azienda Cooperativa Agricola Industriale di Tricase). Non saprei dire, però, se l’articolo, che oggi propongo, di un giornale francese dell’epoca alluda a questo episodio (credo di sì) oppure ad un suo prodromo. Comunque, l’avvenimento del 15 maggio 1935 (con un bilancio più pesante: i morti sarebbero stati cinque) è ricostruito, con l’imparzialità che il trascorrere del tempo aiuta a raggiungere1, in Tabacco e tabacchine nella memoria storica: una ricerca di storia orale a Tricase e nel Salento, a cura di Vincenzo Santoro e Sergio Torsello, Manni, Lecce, 2002.
Le immagini di base che seguono sono tratte dal n. 13325 dell’11 giugno 1935 del quotidiano parigino L’humanité (http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4053987.r=tricase.langEN). Ecco la prima pagina:
Segue la terza, in cui dell’articolo ho evidenziato il passo riprodotto nel dettaglio sottostante, al quale ho aggiunto la mia traduzione.
Il titolo dell’articolo L’opposition du peuple italien grandit contre la guerre impérialiste (L’opposizione del popolo italiano cresce contro la guerra imperialista) e il suo cappello Mussolini, sabotateur de la paix est pret à tout in Afrique, mais … (Mussolini, sabotatore della pace è pronto a tutto in Africa, ma …) è senz’altro sparato e pure di parte (la stampa indipendente, evidentemente, non è mai esistita e non esisterà mai) perché la collocazione in coda di contre la guerre impérialiste fa pensare che quasi tutto il popolo italiano fosse già contrario al fascismo e che l’opposizione crebbe successivamente di fronte alle velleità imperialistiche del regime. L’opinione che mi son fatto dalle poche letture delle fonti più che dalle loro interpretazioni (tale opinione sarà semplicistica ma, comunque, tien conto del fatto che, se non bisogna trascurare le eccezioni, è necessario pure non attribuire ad esse un valore statistico che fisiologicamente, altrimenti non sarebbero eccezioni, non possono avere) è questa: finché le cose andarono bene, anche sull’onda emozionale ad arte suscitata dai media e dalla propaganda del tempo, per lo più, a guerra avviata, si inneggiò al regime ogni volta che qualche sperduto e inerme villaggio africano veniva conquistato e, al contrario, una frenetica mutazione antifascista si verificò quando fu abbastanza evidente che si stava andando incontro allo sfacelo.
Condivido, però, la schematica analisi fatta dal giornalista francese e, soprattutto, la conclusione che è poi quella che la storia insegna da millenni e che, sempre attuale, è davanti ai nostri occhi in tutta la sua drammaticità: la vera rivoluzione può nascere, purtroppo, solo dalla fame…
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1 Giuseppe Di Vittorio in un suo articolo dal titolo enfatico di La rivolta di Tricase, uscito su Stato operaio nel luglio del 1935, celebrò l’evento solo come manifestazione antifascista.
Sull’episodio è stato girato il bellissimo cortometraggio “Oro Verde” di Pierluigi Ferrandini presentato all’Ischia Film Festival del 2012
http://www.youtube.com/watch?v=sM25FnW18Tw
Setweb.it: – Tricase, 1935. Una storia vera, datata 1935, raccontata sul filo dei ricordi di una protagonista. Sullo sfondo il paesino di Tricase e le piantagioni di tabacco in cui lei, Bianca Panarese all’epoca tredicenne, ha imparato la vita, la morte, il lavoro duro, l’amore. Memorie che il regista e sceneggiatore Pierluigi Ferrandini ha reso cortometraggio, e a cui la produttrice e scenografa Dionisia Cirasola ha restituito gli ambienti. E così “Oroverde”, in concorso alla decima edizione dell’Ischia Film Festival per la sezione “cortometraggi”, ha convinto pubblico e critica, sulla scia delle suggestioni che la Puglia di ieri e di oggi ha saputo intrecciare senza soluzione di continuità. –
Fondazione Apulia Film Commission: – “Oroverde” miglior cortometraggio all’Ischia Film Festival
“Oroverde” di Pierluigi Ferrandini ha vinto il premio come “Miglior cortometraggio” alla decima edizione dell’Ischia Film Festival.
Una storia vera, raccontata sul filo dei ricordi. Sullo sfondo la città di Tricase e le piantagioni di tabacco in cui la protagonista Bianca Panarese, all’epoca 13enne oggi 88enne, ha imparato la vita, la morte, il lavoro duro, l’amore e l’affetto per il fratello Pietro, ucciso durante le proteste contro il trasferimento del consorzio A.C.A.I.T.
“Sono grato all’Apulia Film Commission perché se non ci fosse stato “Progetto Memoria” –precisa Ferrandini-, non avrei mai saputo di questa storia della nostra regione, non mi sarei mai tuffato nelle ricerche sul tabacco e non avrei mai approfondito uno degli aspetti fondanti della coscienza del nostro Sud”.
Prodotto da Dionysia Film, con il contributo di Apulia Film Commission, “Oroverde” è ambientato nel 1935 ed è stato girato interamente in Salento. –