di Maria Grazia Presicce
Emozione pura stamane: ho visitato i sotterranei del Castello Carlo V a Lecce!
Sono rimasta davvero senza parole e, mentre scrivo, ho ancora negli occhi l’ incanto dei luoghi e nel cuore un fervore che ancora perdura.
Mi è parso d’iniziare un viaggio in un sogno dove non conosci sequenza, né il dipanar della trama.
Conoscevo il Castello, le meraviglie dei luoghi racchiusi, lo splendore delle sue sale ma…non conoscevo il suo “grembo”.
Già l’ingresso dal lungo “budello” scosceso mi catturava e riempiva di stupore i miei occhi. Procedevo pian piano e lasciavo che il mio sguardo accarezzasse la pietra ruvida delle pareti e quella volta plasmata di tufi che invitava all’ obliquo cammino.
Giunta alla fine della discesa, vieni accolta ed avvolta da un’ intima nicchia oviforme (Silos) nella roccia scavata. La voglia di entrare e accovacciarmi nel mezzo, m’ha fatto tornare piccina piccina, era come, rientrare bambina nel grembo materno. Sensazione sublime. Più lo guardavo quell’incavo, più m’attraeva e m’invitava a sostare.
Il Silos alla fine della discesa
Quanta magia m’attorniava in quello spazio ristretto e ritornavo al passato di quell’alveo ricolmo di semi, forziere di cibo per gli umani, o le bestie?
Mi riscuoto e m’avanzo e dal budello poi sbuco nel ventre segreto di questo Castello che sovrasta su Lecce. Lo sguardo s’espande, si smarrisce su una volta che è cielo soltanto di candida pietra. Sorpresa mi blocco, un pugno nello stomaco avverto, rimango sconcertata, poi estasiata, non m’aspettavo uno spettacolo tale!
Sulle alte pareti, la pietra ruvida e bianca si staglia a blocchi, roccia viva incisa da mani esperte, maestre di arte e di vita. Levato lo sguardo, lo scenario si dilata su una volta uniforme a botte, cesellata da ritagli di pietra. Un mosaico armonico di canditi toni, intersecati da strisce d’avorio. Che capolavoro hanno saputo creare le mani industriose di tanta umile gente!
particolare arcate, Sotterranei Castello Carlo V di Lecce
Là un arco, di qua una campata, una feritoia nel muro s’insinua, un camino, una scala a gradoni intagliata nella roccia scoscesa, un pilastro poggiato su uno spuntone roccioso, una vasca, una cisterna e chissà quanto ancora è celato nella terra non ancora rimossa tra queste mura possenti. Sono frutto di idee, di maestria, di rigore, di lavoro solerte di mani e di menti queste opere d’arte racchiuse e segrete per tanto, nel florido ventre di questo Castello.
Tacita, ho continuato ad andare seguendo il percorso; il silenzio invade e consola, mi pareva di vedere intorno la vita di un tempo: lì un cavallo s’abbevera vicino alla vasca, più in là un altro rumina, c’è quello di finimenti bardato che mangia la biada nel sacco al collo legato, un altro lento sgranocchia la biada nella sua mangiatoia. C’è gente che va, gente che viene tra la puzza di sterco, il tanfo di chiuso, di fumo, l’odore di biada. Di certo quaggiù, a quei tempi, la vita doveva essere più facile per le bestie , ché per gli umani costretti a restare almeno per accudire e pulire; sicuramente, per tanti, queste mura imponenti, però, saranno state anche giaciglio su cui riposare le membra dopo duro lavoro. Il resto, in questo Castello, è ancora mistero che solo il tempo aiuterà a svelare!
Mi spiace quando sono stato a Lecce e l’ho ben visitata, a più riprese, di non aver visto questa meraviglia nascosta nel sottosuolo e che lei ha saputo descrivere con tanta sapienza e amore della bellezza. Grazie.
Sergio Notario (padre di Corrado che forse lei conosce)
la ringrazio del commento. sicuramente quando lei è venuto a lecce ancora non si pensava di aprirli. è stata riportata alla luce solo una piccola parte per questo il 23 feb. chiuderanno per continuare i lavori e riaprirli non si sa quando. in questa occasione è stata allestita, sempre nelle sale del castello una mostra con i reperti ritrovati durante gli scavi, vari documenti e foto d’epoca. anche la mostra chiuderà a breve ed è un peccato secondo il mio punto di vista.
Corrado lo conosco benissimo. sono la zia di caterina, sorella della moglie di armando.cari saluti.