E allora i tuoi pensieri li devi affidare al non luogo se vuoi che diventino tangibili anche a te stesso. Ed i miei pensieri s…tanno alle tante persone che mi vivono vicine, in condizioni di grandissima povertà e di enorme dignità. Che al supermercato comprano (si fa per dire) un pacco di spaghetti o (esclusivo) un litro di latte, e hanno gli occhi lucidi e bassi. Poi vai ad acquistare i giornali, noi che siamo nati negli anni ’50 compriamo sempre I giornali. Cinque Euro per nutrire la curiosità. Uno sguardo e ti accorgi che la merda è sempre la stessa, che raccontano di ieri, forse di oggi, mai di domani. I nomi son sempre uguali e non hanno mai gli occhi lucidi e bassi e, forse, non sanno quanto costa mezzo chilo di pasta o un litro di latte.
I poveri hanno un nome comune in questo paese, si chiamano ISTAT, tutti insieme, privati anche della dignità di un nome. Salario di cittadinanza, riduzione del cuneo fiscale, riduzione immediata e grande dei prezzi dei beni di prima necessità. Tassare il pane, la pasta, il latte è una vergogna in queste condizioni. Sono scomparsi dall’agenda politica. I rivoluzionari passano il tempo a combattere i fantasmi, i conservatori passano il tempo a conservare i privilegi, gli innovatori l’hanno presa alla larga. E Giovanni, Salvatore, Luigi e le loro famiglie sperano in un giorno nel quale qualcuno permetta loro di guadagnare venti Euro in nero, magari pulendo un giardino o pitturando per l’ottava volta un portoncino di ferro, che non ne avrebbe bisogno, ma il suo proprietario sa che se offre venti Euro di sostegno Giuseppe non li prende e allora gli fa pitturare il cancelletto.
I nomi sono falsi ma le storie sono vere. E un mercoledi 12 febbraio 2014 principia da un’alba stanca, densa di pioggia. Ma noi non dobbiamo stancarci, pochi, reietti e derisi, appesi alla folle idea di uguaglianza dobbiamo da andare avanti perché un altro mondo è possibile.
Buon giorno mondo, non mi rassegnerò mai alla tristezza.