di Antonio Mele ‘Melanton’
Quando sarà,
prenderò un sacco di juta bello largo
di quelli che mio padre teneva
marchiati con le iniziali del suo nome
perché si conoscessero dagli altri,
un sacco di juta bello largo
di quelli che profumano di grano,
e dentro metterò
un po’ di mare e di lune,
di lune gialle rotonde e belle grasse,
di lune piene d’agosto
che si conoscano dalle altre,
e una piccola strada, se ci sta,
raccolta tra due file d’oleandri,
con qualche ramo d’ulivo e qualche foglia
di tabacco e di vigna.
I gridi metterò dei miei giochi bambini,
e pietre rosse di terra, e una mela cotogna,
e una noce col mallo che mi macchi le dita,
e una pentola nera di cucina
che si conosca dalle altre, e si capisca
che ha cucinato per almeno tre vite,
uguale a quelle
sempre pronte a fumare nel camino
della casa del nonno,
lui sì che aveva sacchi di juta belli larghi,
e anche quelli sapevano di grano,
uno di quelli vorrei avere,
quando sarà,
per riempirlo di soli e di cicale.