di Armando Polito
Dal sito della Biblioteca Nazionale di Francia, che poco tempo fa mi ha messo in contatto con uno sconosciuto parente passato da tempo a miglior vita (https://www.fondazioneterradotranto.it/2014/01/29/nicola-e-maria-cacudi-ovvero-una-memoria-sonora-salentina-di-100-anni-fa-fissata-e-custodita-in-francia/), riemerge ora un’altra figura della nostra terra. Poco importa che sia un semplice calzolaio o, più modestamente, un ciabattino piuttosto che, come nel caso precedente, un professore più o meno noto. Il caso vuole che ognuno di noi venga ricordato, quando capita, anche per qualcosa di banale, non particolarmente eclatante, magari curioso, come nel caso di oggi.
L’immagine appena riprodotta (come le altre da http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4859934.r=leverano.langEN) si riferisce alla prima pagina del numero 11 dell’anno 128°, di domenica, 23 aprile 1916 del quotidiano parigino Journal des débats politiques et littéraires.
In quella che segue: il secondo foglio e in dettaglio il trafiletto con la mia traduzione a fronte.
Suggestionato, forse, dal mio sfegatato pacifismo (non mi riferisco, comunque, a quello verbale …), non posso esimermi dal fare qualche riflessione che esula dalla veridicità della notizia o dalla fedeltà con cui essa è stata riportata. Il corrispondente da Roma non è stato minimamente sfiorato dal dubbio che quel pieno d’entusiasmo, impaziente di correre contro il nemico fosse un po’ retorico (una delle tante frasi fatte dei guerrafondai e della stampa allineata …) e che la stessa catalessi di Antonio fosse, non dico una finzione, ma una forma di difesa indotta da motivi psicologici perfettamente contrari all’entusiasmo? Ad ogni modo: questo Antonio Russo mi sta proprio simpatico, più simpatico che se avesse lanciato in Francia una linea famosa di calzature …
Quanti vorrei che entrassero in catalessi ogni volta che viene dichiarata una guerra…possibilmente tutti, sarebbe un bel modo per impedire qualsiasi inutile carneficina..EVVIVA IL CIABATTINO…