di Rocco Boccadamo
E’ improvvisamente mancato, a Marittima (Lecce), il nobiluomo, ex politico di spicco, tesoriere del partito conservatore, stretto collaboratore di Margaret Thatcher, mecenate, scrittore e imprenditore inglese Alistair Mc Alpine, dell’omonima dinastia di costruttori, il quale, circa quindici anni addietro, aveva scelto di domiciliare la sua attività operativa nella minuscola località del Basso Salento, luogo di nascita dello scrivente.
Di qui, l’iniziativa di acquistare un vecchio edificio, già adibito a convento di monaci (fino al 1818) e in seguito utilizzato per scopi vari, non sempre con criteri ortodossi, sino ad uscirne, alla fine, semi abbandonato e con seri danneggiamenti strutturali.
Fortunatamente, il nuovo proprietario ha fatto ristrutturare il complesso con interventi d’alta qualità, al fine di ricavarne una struttura ricettiva, nella formula del bed & breakfast, di classe e charme, conferendo all’esercizio, in omaggio alla storia, la denominazione di “Convento di Maria Santissima di Costantinopoli”.
Un insediamento eccezionale per un piccolo centro salentino, tanto più in quanto apprezzato, grazie alle sue qualità di spicco, non solo a livello regionale e nazionale, ma anche in ambito europeo e su scala internazionale più vasta.
Da subito, sono così divenuti continui e consistenti gli arrivi di ospiti al “Convento”, da ogni dove, specie da Inghilterra, USA e Paesi scandinavi.
Di riflesso, una non trascurabile manciata di posti di lavoro a carattere continuativo, piccola manna per l’economia marittimese.
Lord Mc Alpine, nella fase iniziale, non sempre ha trovato terreno facile, ha dovuto superare le consuete e pesanti pastoie burocratiche e, talora, affrontare e vincere isolati e/o organizzati risentimenti localistici.
Tuttavia, in breve volgere di tempo, dimostrando di lavorare bene, con competenza e serietà, è arrivato ad affermarsi alla grande, nonostante le alte tariffe praticate per i soggiorni nella sua struttura.
Ricordo che, nell’ormai lontano 2003, da “compaesano”, volli presentarmi e conoscere Lord Mc Alpine, porgendogli il benvenuto nel Salento e complimentandomi per l’ottimo lavoro svolto nell’ex convento.
Insieme con lui, ebbi il piacere di conoscere anche la giovane moglie Athina, vera anima dell’attività alberghiera, con il vantaggio, per il coniuge, di dedicarsi, soprattutto, al giardino, alle piante e agli alberi.
Compiti a parte, la presenza del Lord a Marittima, pressoché fissa, quasi per trecentosessantacinque giorni, era segnata dalla caratteristica autovettura inglese d’epoca stazionante all’ingresso dell’ex convento, forse unica del genere in tutta Italia. Quando, poi, egli si muoveva per puntate in pescheria e/o al bar al fine d’acquistare gustosi dessert a beneficio degli ospiti, si parava davanti agli occhi la sua inconfondibile figura con la classica coppola a quadrettoni in testa, anche d’estate.
A distanza di tre lustri dall’arrivo e grazie anche alla sua disponibilità a prestare l’atrio della struttura ricettiva per eventi pubblici, come presentazioni di libri, serate culturali, spettacoli, Mc Alpine si è guadagnata la simpatia dei residenti e, pur col suo tratto riservato, di poche parole e discreto, tipico degli inglesi, è in sostanza divenuto quasi un marittimese.
Tuttavia, il Lord, forse, non avrebbe mai immaginato che il destino lo avrebbe portato a chiudere gli occhi per l’ultima volta in una località, prima sconosciuta del tutto, dell’Italia meridionale, nel Basso Salento.
Sia come sia, la notizia della dipartita repentina del personaggio mi è giunta, mentre mi trovavo casualmente a Marittima in una giornata grigia, poco dopo mezzogiorno.
In un baleno, la corsa in direzione della casa del Lord e l’impatto frontale con un manifesto che raccontava tutto.
Attraversato d’istinto l’aggraziato atrio dell’ex convento, mi sono portato in un saloncino al piano terraneo, impreziosito, al pari dell’intera struttura, da arredi di rara bellezza e lì mi si sono parate innanzi le spoglie del nobiluomo: la figura dava l’impressione di dormire, il volto disteso, un vestito elegante a minuscoli quadrettini bianchi, una cravatta a fiorellini aggraziati, la medesima fisionomia, in fondo, tante volte scorta nell’autovettura o negli occasionali incontri.
Nell’altro lato dell’ambiente, un bellissimo camino acceso, con un grande fuoco scoppiettante, nei riflessi delle fiamme vivaci pareva di scorgere il calore di questa gente, idealmente proteso ad accompagnare l’ospite arrivato da lontano nel suo definitivo viaggio.
Sono rimasto confortato nell’apprendere che Lord Mc Alpine, contrariamente a quanto sovente capita, non ha trascorso le ultime ore con una coda di sofferenza: per lui si è invece trattato solamente di un rapido guizzo delle ali terrene in direzione dell’alto, quasi volesse raggiungere e toccare, di un fiato, l’azzurro intenso del nostro cielo, in cui, innumerevoli volte, aveva immerso il suo sguardo estasiato.
Non ho potuto salutare la moglie di Mc Alpine, ma ho pregato un collaboratore di presentarle i sentimenti della mia vicinanza.
Uscito dalla dimora del Lord che non c’è più, ho infine voluto verificare che la civica amministrazione locale si accingesse a manifestare un segno d’omaggio e di riconoscenza in memoria dell’illustre e benemerito scomparso, ottenendone conferma dall’attuale sindaco, una giovane, competente e attiva donna.
Buon viaggio, baronetto!