Il 12 dicembre si è svolta a Roma la conferenza nazionale “La Natura dell’Italia, Biodiversità e Aree Protette: la Green Economy per il rilancio del Paese”. Il Ministero dell’Ambiente ha dato l’opportunità alla comunità scientifica che studia la biodiversità di dire al Governo, e al Capo dello Stato, che un’economia che ignora l’ambiente, considerando sua la protezione come un ostacolo al progresso, è cattiva economia.
La crescita del capitale economico e ha avuto come conseguenza lo sperpero del capitale naturale. Il prezzo del disaccoppiamento economia-natura, conteggiato come costi di ricostruzione e restauro dei territori, disinquinamento, cura delle malattie derivanti dal degrado ambientale, per non parlare delle morti, è superiore ai guadagni ottenuti. L’economia ha esaltato i ricavi economici e ha nascosto i costi per l’ambiente e la salute umana: una truffa che stiamo pagando a carissimo prezzo. Tutti i decisori presenti al convegno sono d’accordo che una nuova economia sia necessaria, un’economia che abbia la Natura al proprio centro, resta da vedere come questi principi saranno attuati. Il Ministro dell’Economia Saccomanni, ha esordito dicendo di non essere un esperto di Green Economy, ed ha reso immediatamente chiaro l’errore nel titolo della conferenza. La Green Economy non è un comparto dell’economia. Non è la Green Economy che dobbiamo promuovere, tra le altre forme di economia, ma una Nuova Economia che consideri un principio basilare: la nostra specie è parte dei sistemi naturali e senza di essi non può sopravvivere. La nostra economia deve rispettare le leggi della Natura. Non può esistere un’economia che le rispetta (la Green Economy) e un’economia che le ignora.
A parte il Ministro dell’Economia, comunque, pare che tutti gli altri siano convinti che la transizione alla Nuova Economia è necessaria, non solo perché è giusto, ma perché non abbiamo alternative. Ora dobbiamo trovare il modo per mettere in atto questi principi, sviluppando nuove tecnologie e promuovendo la ricerca su biodiversità e ambiente che, nel nostro paese, è finanziata in modo ridicolo. Non è possibile gestire il capitale naturale se non abbiamo l’inventario delle specie e degli habitat che esse popolano. E poi dobbiamo capire come le specie interagiscono tra loro e col mondo fisico nel far funzionare gli ecosistemi. E’ necessario uno sforzo scientifico per comprendere meglio il capitale naturale e le leggi che lo governano, in modo da adattare ad esso il nostro progresso economico, inventando la nuova economia invocata dal Ministro Orlando.
Se l’Italia dovesse davvero intraprendere questa strada sarebbe leader mondiale di questa nuova prospettiva. Il Ministro Orlando ha fortemente voluto questa conferenza nazionale, come seme per una visione che vuole perseguire a livello governativo, e il resto del Governo si è impegnato in tal senso. Se dalle parole si passerà ai fatti, una strada per uscire dalla crisi inventando una nuova economia è tracciata. Bisogna solo seguirla.
La presenza di tutte le alte cariche dello Stato è una buona vetrina per la protesta. Trecento studenti hanno manifestato il loro disagio, è stata lanciata qualche bomba carta, c’è stata qualche carica della polizia. Una studentessa è entrata nell’aula e ha fatto il suo discorso: voi siete qui a fare la passerella, noi fuori soffriamo. Giustissimo, ma questo non toglie che, in quell’aula, stesse avvenendo un cambiamento epocale (se alle parole seguiranno i fatti). Il giorno dopo, su tutti i giornali, la notizia è stata che ci sono state cariche della polizia a Sapienza. Del contenuto di questa conferenza nazionale, che potrebbe rappresentare una svolta nell’impostazione della nostra società, non c’era parola. I giornali più illuminati hanno parlato dell’importanza dei parchi per difendere la biodiversità. E la Natura è stata relegata ad aneddoto. Gli altri hanno riportato che a Sapienza era in corso un convegno sulla green economy. Erano presenti decine di giornalisti, ma forse non sono stati in grado di capire la potenzialità di questo evento, è stato molto più facile limitarsi a un pezzo sulla polizia che carica i manifestanti.
Egregio professore, le note più realistiche del suo scritto si condensano mestamente in “resta da vedere come questi principi saranno attuati”, “ora dobbiamo trovare il modo per mettere in atto questi principi”, e in una caterva di “se”, la congiunzione che in Italia, e da tempo, regge la protasi di un unico periodo ipotetico: quello dell’irrealtà. Ancora qualche anno e probabilmente non ci sarà da catalogare nessuna specie, nemmeno la nostra nelle molteplici rapidissime mutazioni che sta subendo pure essa senza che ce ne rendiamo conto. A questo punto poco conta il fatto che anch’io non condivido lo scarso o il nullo rilievo dato all’evento dalla stampa nazionale in tutt’altre faccende di diverso colore affaccendata e ad esse asservita, poco conta dire che, al contrario di lei, sono totalmente dalla parte dei giovani contestatori nel considerare questi incontri come semplici, inutili passerelle in cui vengono puntualmente sfazzolettati principi elementari, direi banali, come parto di menti geniali sempre pronte a reincontrarsi senza mai concludere nulla di concreto. E poi, a parte noi italiani che siamo già un problema, ce n’è un altro grande quasi quanto il mondo, il resto del mondo appunto, perché non avrebbe senso che la nuova rotta giustamente auspicata (“auspicare” e “discontinuità” sono i vocaboli, purtroppo vuoti di contenuto, più amati dai politici, cui si è aggiunto ultimamente il nesso di sapore biblico “svolta epocale” …) e che rimarrebbe (il condizionale la dice lunga sulle mie aspettative) l’unica possibilità di sopravvivenza per la nostra specie, venisse seguita solo da uno o da pochi. Anche se ciò cominciasse ad avvenire fra dieci anni, credo che sarebbe troppo tardi.
Armando Polito
LA GREEN ECONOMY O ECONOMIA VERDE E’ LA NUOVA FRONTIERA, PERCHE’ L’ECONOMIA AVANZA DI PARI PASSO CON LA NATURA, PERCHE’ SE NON C’E’ NATURA NON ESISTE UN DOMANI, NON ESISTERANNO I POSTERI, NON ESISTERA’ PIU’ IL PIANETA IN CUI I NOSTRI FIGLI POTRANNO SOPRAVVIVERE CONSERVANDOLO PER LORO FIGLI.
LA NATURA E’ IL DOMANI, SENZA NATURA NON C’E’ DOMANI MA SOLO UN TRISTE ARIDO PRESENTE.