di Paolo Marzano
Nelle sale al piano terra, del cinquecentesco Palazzo Vernazza, splendidamente recuperato, nel centro storico, in via del Palazzo dei Conti di Lecce, sarà allestita la personale, di sculture in metallo di Daniele Dell’Angelo Custode. La mostra, curata da Paolo Marzano con il coordinamento espositivo e organizzativo di Nicola Massimo Elia, presenterà le ultime opere, frutto della ricerca e del lavoro incessante dell’artista, in questi anni.
Gli ormai famosi “metalli”, nelle loro incredibili varianti espressive, hanno continuato ad appassionare curiosi, osservatori e collezionisti. Dalle sale della GX Gallery, di Denmark Hill 43, della capitale inglese, in aprile/maggio, le sculture, sono poi ‘salite’ fino al 40esimo piano, del “Gherkin” Building di Londra, ed in particolare nell’esclusivo ‘Searcys Club’, al 30 di st. Mary axe, a giugno/luglio. Una parte di quelle opere, insieme ad altre creazioni inedite, dal 15 novembre al 15 dicembre, faranno parte della personale, organizzata nella prestigiosa, quanto antichissima sede di Palazzo Vernazza, a Lecce dove, lo ‘scultore’ del metallo Daniele Dell’Angelo Custode, ha scelto di esporre, nella sua tappa italiana.
Ancora una volta Lecce, coglie l’opportunità di avvalersi delle preziose potenzialità artistiche emergenti del suo territorio, proponendosi come virtuosa e concreta interlocutrice, nel complesso discorso internazionale, sull’arte contemporanea.
La mostra rientra nella rassegna di “MUST IN ART – Generazioni a confronto”.
La ‘tecnica’ dell’artista Daniele Dell’Angelo Custode, a conferma dell’ interessato entusiasmo, generato dalle ultime mostre londinesi, evidenzia le incredibili sequenze scultoree create ‘provocando’ il metallo e scandagliandone poi, i suoi stati limite. Una ‘pratica’ plastico-scultorea che mette in risalto l’energia potenziale e comunicativa dell’elemento naturale. Un approccio originale dunque per affrontare l’incontro/scontro col ‘ferro’ da cui conseguono quelle ‘variazioni di stato’ altamente espressive. L’ossidazione prima di diventare processo spaziale o fenomeno chimico-fisico, è tempo in nuce. E allora l’artista sollecita il corpo contorto, ‘s-piega’ la superficie che carica di peso materico, combinandone la consistenza, sottraendone spessori e disseminando tracce come ombre di sublimi ripensamenti/ripiegamenti. Ogni gesto può segnare la composizione e ampliarsi nel mondo ideale dell’artista. Graffi nello spazio ‘apparente’, tagli e lacerazioni come shock improvvisi. La cruenta sovrapposizione ‘di strato’ intelaia irrecuperabili fratture e conduce ad una ‘dis-trazione’, capace di alimentare ‘con-torsioni’, prolegomeni di codici interpretativi inattesi. Il lavoro audace di Daniele Dell’Angelo Custode, si inserisce intellettualmente nel processo di iper-consumo percettivo, della ‘pelle’, del nostro quotidiano, durante la sua necessaria e continua mutazione. In un tempo sempre troppo breve, giunge l’inesorabile conferma; nulla è, com’era, appena un attimo prima. E ancora più profonda, scopriamo essere, la realtà della nostra, ‘piega’.
Brano tratto dal testo critico inedito del catalogo di prossima uscita sulle opere dell’artista Daniele Dell’Angelo Custode, dal titolo “Le ragioni del ferro” – OPERE, a cura di Paolo Marzano.