di Livio Romano
Un tempo chiamavi un contadino e si faceva fifty fifty con l’olio che veniva fuori dalla spremitura delle olive. Poi la percentuale è diventata 60 a lui e 40 a te. Poi ha cominciato a voler essere pagato in giornate. L’anno dopo ha voluto che pagassi io il frantoio e gli comprassi le reti perché aveva le sue impegnate in altri uliveti. Arrivammo a una sera che mi portò due litri di olio come unico e solo frutto di tutto il lavoro. Pagai quell’olio, dunque, intorno ai 350 euro a litro. “Signor Livio non si crucci, la campagna è così: anni meglio, anni peggio”. Da allora ho deciso che si fottano le olive: le lascio cadere a fare humus agli alberi stessi.
Questa è la cruda realtà… la politica italiana sull’agricoltura è da fucilazione alla schiena per alto tradimento della Patria… e mi tengo calmo!
io ho ricevuto in eredità un uliveto di 50 alberi ultrasecolari di straordinaria bellezza… alberi enormi, alti, altissimi… impostati per la raccolta delle ulive per caduta, come si è fatto per secoli nel salento. da due anni non raccolgo più nulla perché l’olio ottenuto è considerato di scarso valore commerciale… lo pagano a 75 centesimi a litro… inoltre gli alberi vanno potati e i costi sono esorbitanti. ho provato ad abbassare la chioma e sono stato accusato di smembrare dei monumenti della natura (e forse sono anche io d’accordo)… ma cosa devo fare con questi alberi d’ulivo almeno per non rimettere soldi e dover comunque acquistare l’olio da terzi?… ha proprio ragione Cosimo dicendo che la politica italiana ha tradito i cittadini… e per fortuna non devo vivere dal commercio dell’olio prodotto altrimenti sarebbero davvero guai grossi!